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Stocktaking Moment. Il vertice di Roma e l’obiettivo “Zero Fame” secondo l’amb. Massari

Di Maurizio Massari

Nel mondo un abitante su tre si trova in condizioni di moderata o grave insicurezza alimentare. A seguito della crisi pandemica, il quadro globale è peggiorato a causa dell’esacerbarsi di vecchi e nuovi conflitti e dei loro effetti. La riflessione dell’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente d’Italia alle Nazioni Unite, alla vigilia dell’incontro di luglio nella capitale italiana

L’obiettivo 2 dell’Agenda ONU 2030, “Zero Fame”, non è mai stato così lontano. Come possiamo eradicare la malnutrizione dal pianeta, quando mancano solo sette anni alla scadenza del 2030 e il livello di fame nel mondo non accenna a migliorare, anzi è tornato pari a quello del 2005? Si tratta di una corsa a ostacoli per le Nazioni Unite e per i suoi Stati membri, e l’Italia è indubbiamente fra gli “atleti” più allenati.

Nel 2021, a Roma abbiamo ospitato il pre-Vertice sui sistemi alimentari dell’Onu. In quella occasione, tutti i governi e le parti interessate hanno dato un impulso globale alla trasformazione dei sistemi alimentari, con centinaia di impegni assunti. Ma l’attuazione degli impegni va monitorata. Per questo, il Segretario generale dell’Onu Guterres si è impegnato a convocare ogni due anni una riunione globale di valutazione per esaminare i progressi compiuti. Questo sarà lo “Stocktaking Moment” che ospiteremo a Roma tra pochi mesi. Cosa è cambiato a distanza di due anni?

Purtroppo il quadro globale è peggiorato per l’esacerbarsi di conflitti, la nascita di nuovi, e dei loro effetti tra cui le crisi alimentari, e a causa del deterioramento dei territori (siccità, disastri naturali, eccetera) legati al cambiamento climatico. Pensiamo, nel primo caso, all’insicurezza alimentare (ed energetica, oltre all’inflazione) innescata dalla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, di cui i Paesi poveri e soprattutto l’Africa hanno pagato il prezzo più alto.

Le loro speranze sono appese al filo della cosiddetta Black Sea (Grain) Initiative, che dal suo avvio ha consentito lo sblocco delle esportazioni dall’Ucraina di oltre 30 milioni di tonnellate metriche di grano e altri alimenti. Nel secondo caso, pensiamo al triste primato nella regione del Corno d’Africa, afflitta da una siccità che non trova precedenti negli ultimi decenni per gravità e persistenza.

L’Onu stima che 43.3 milioni di persone, specialmente in Etiopia, Kenya e Somalia, necessitano di aiuti-salvavita e 23.5 milioni soffrono di grave malnutrizione. È come se una popolazione simile per dimensione a quella italiana, stesse per essere spazzata via dalla carta geografica. Oltre 3 milioni sono poi i rifugiati e gli sfollati. Anche su questa crisi, l’Onu può fare la differenza e mitigarne l’impatto, creando le condizioni affinché le popolazioni interessate non siano costrette a lasciare le proprie terre in cerca di una vita più sicura altrove.

Per farlo, è urgente rifinanziare i programmi umanitari Onu nella Regione e per questo l’Italia ha organizzato il 24 maggio a New York una conferenza di raccolta fondi insieme con l’Ufficio Onu per gli Affari Umanitari (OCHA), gli Stati Uniti, il Regno Unito e i Qatar e in collaborazione con i governi di Etiopia, Kenya e Somalia, che ha raccolto 2.4 miliardi di dollari.

Muovendoci dal contesto regionale a quello mondiale, i dati Onu non sono più confortanti. Una persona ogni tre nel mondo si trova in condizioni di moderata o grave insicurezza alimentare. Nel 2022 almeno 258 milioni di persone in 58 Paesi ha sofferto di “insicurezza alimentare acuta”. 148 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni sono stati colpiti da arresto della crescita lo scorso anno.

Servono azioni sistematiche per garantire la resilienza delle catene di approvvigionamento, la stabilità dei prezzi, l’accesso ai finanziamenti, la localizzazione delle produzioni e la sostenibilità dei sistemi alimentari. Dobbiamo aumentare l’intensità della nostra azione e per questo lo Stocktaking Moment di Roma ha l’ambizione di essere l’ ”acceleratore” a disposizione della comunità internazionale.

Lo Stocktaking Moment giunge in un momento cruciale, a soli 53 giorni dal Vertice ONU sugli SDG (New York, 18-19 settembre). Non sfugge la sua importanza quale tappa intermedia per condurci a tale Vertice. Senza la sicurezza alimentare e la nutrizione per tutti, e senza il mantenimento della promessa “Fame Zero”, non possiamo realizzare nessuno degli altri obiettivi dell’Agenda 2030. Il fatto che questo importante appuntamento si svolga a Roma, conferma il ruolo-guida dell’Italia a livello globale sui temi della sicurezza alimentare, anche quale Paese ospite del Polo Agro-Alimentare delle Nazioni Unite (FAO, PAM e IFAD) e di Presidente del Gruppo di Amici della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione all’Onu. Dalla nostra prospettiva, la sicurezza alimentare e lo Stocktaking Moment rivestono un’importanza particolare anche nel quadro dei rapporti e della solidarietà con il “Sud globale”, che l’Italia vuole rafforzare.

Il messaggio dell’Italia per il Vertice di luglio è: contate su di noi.

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