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Obama, Cameron e Hollande non mi convincono

Per gentile concessione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo il commento di Riccardo Ruggeri uscito sul quotidiano Italia Oggi.

Dovrei esserci abituato, stante l’età e avendone viste di tutti i colori, ma i giorni precedenti l’inizio di una guerra li vivo sempre con un grande disagio interiore. Curioso, perché in fondo non ne sarò toccato, i miei figli sono troppo vecchi per esserne comunque coinvolti, i nipoti troppo piccoli, eppure il disagio permane. Ieri ho scritto di Siria su ItaliaOggi, mi sono schierato contro la guerra, non perché sia a favore di Assad, ma perché considero i suoi nemici uguali o peggio di lui. I tre pseudo difensori dei valori occidentali (direbbe Totò: «ma mi faccia il piacere!»), Obama, Cameron, Hollande, così decisi nello scatenare una guerra, non sono dei volgari guerrafondai, sono semplicemente dei poveretti.

Ho scritto un tweet chiedendo ai lettori: guardateli attentamente questi tre, voi comprereste una guerra usata da costoro? Uno ha definito una «linea rossa» minacciando fuoco e fiamme se Assad l’avesse superata, ora è prigioniero di questa idiozia fanciullesca, per di più non si rende neppure conto che con la sua Presidenza gli Stati Uniti sono al punto più basso della loro credibilità internazionale. Obama pare non comprendere che ogni volta che parla trasferisce l’immagine di uno che sui problemi internazionali è costantemente uno step indietro rispetto ai processi. Parla come Bernard-Henri Lévi, senza rendersi conto che lui non è un filosofo da bar, seppur del tronfio Café de Flore, ma il leader dell’Occidente. Inoltre, come nota con finezza l’amico Stefano Cingolani, è succube della possente lobbying dei sauditi, non certo colpito dal gas nervino propinato ai civili, oltretutto non si sa da quale dei due contendenti.

Di Cameron non parlo, per una decina d’anni sono stato un cittadino londinese, vissuto nel mito di Margaret Thatcher, ciò mi vieta d’esprimere commenti sulla pochezza di questo finto conservatore. Il direttore Magnaschi, da par suo, ha ben descritto la Francia del dopoguerra: una ragazzina bizzosa e guerrafondaia, e Hollande un presidente alla ricerca di visibilità, con i mezzi e i quattrini degli altri.

Leggi il commento completo su Italia Oggi


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