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La proposta di Xi a Blinken per una governance condivisa Washington-Pechino

Di Lorenzo Piccioli

Le parole rivolte da Xi Jinping ad Antony Blinken durante il suo tour cinese rivelano (di nuovo) la visione cinese dei rapporti di forza globali. Una visione che gli Stati Uniti non sono disposti ad accettare. Ma che non possono neanche fingere di non vedere

Durante un incontro ufficiale, il Presidente cinese Xi Jinping si rivolge alla propria controparte americana esponendo una visione ottimistica sul futuro dei rapporti tra le due ‘superpotenze’, sottolineando come ci sia spazio per uno sviluppo cooperativo, e non conflittuale, da parte di entrambe. Xi arriva a proporre un modello di governance bilaterale per disinnescare le tensioni e coordinare le proprie azioni sul piano internazionale, modello che viene presto soprannominato ‘G2’ dai media di tutto il mondo. L’amministrazione statunitense riflette per diverso tempo sulla proposta, poi decide di declinare l’offerta. Joe Biden non crede che questa sia la scelta migliore per gli Stati Uniti. Così come non lo crede il suo Presidente, Barack Obama.

Quattordici anni dopo, sembra di assistere a un deja-vu. I tempi sono cambiati, i personaggi no: il Segretario del Partito Comunista Cinese Xi Jinping è ancora al vertice del potere, dopo la sua riconferma per un terzo mandato; Joe Biden ha cambiato posizione nel ticket presidenziale, assumendo la carica principale. Ma anche il mondo è cambiato. Retrenchment e Pivot to Asia, Brexit, Donald Trump, guerra in Ucraina. I rapporti tra Cina e USA si sono incrinati in modo costante nell’ultimo decennio, raggiungendo il loro Nadir durante la cosiddetta ‘Guerra dei dazi’ iniziata quando il Tycoon americano era ancora l’inquilino della Casa Bianca. Guerra che il suo successore ha deciso di portare avanti. Ma anche in un contesto di conflitto, non mancano le occasioni diplomatiche.

Pochi giorni fa, il Segretario di Stato Antony Blinken si è recato in territorio cinese per una visita ufficiale. Un tentativo di distensione promosso dall’amministrazione Biden, nell’ottica di controbilanciare l’inasprimento generale della situazione. Dopo aver incontrato una lunghissima serie di funzionari, la missione diplomatica del Secretary of State si conclude con il ricevimento alla corte dell’Imperatore. Durante il colloquio tra i due, Xi utilizza una frase non casuale: “Il pianeta Terra è grande abbastanza per accogliere il rispettivo sviluppo e la prosperità comune della Cina e degli Stati Uniti.”

Nel 2009 il pianeta Terra era il vasto Oceano Pacifico, ma il senso rimane lo stesso. L’idea di Xi è quella di una diarchia Pechino-Washington atta a supervisionare le relazioni politico-economiche del sistema internazionale globalizzato (mantenendo così delle rispettive sfere d’influenza). Ed è proprio questo approccio di suddivisione che quattordici anni fa convinse la presidenza Obama a rifiutare l’offerta cinese. In molti vedono dietro la proposta cinese una riproposizione della politica di appeasement che nella prima metà del XX secolo tentava di moderare le ambizioni internazionali di una potenza revisionista tramite un parziale accoglimento delle sue richieste, al fine di evitare ulteriori inasprimenti. Allora, l’appeasement venne seppellito sotto le bombe tedesche che segnarono l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Oggi Washington non vuole fare lo stesso.

Al contrario, la componente di cooperazione continua ad essere vista con molta attenzione sulla sponda orientale del Pacifico, soprattutto a causa delle crescenti tensioni securitarie: uno strumento di contatti pragmatici tra le leadership dei due paesi in questione permetterebbe di prevenire indesiderate escalation dalle conseguenze imprevedibili. Tanto nel dominio militare quanto in quello economico, entrambi componenti maggioritarie dello spettro che costituisce il paradigma di sicurezza di ciascun paese.

In ogni caso, il Segretario del PCC sa benissimo che la dichiarazione rilasciata a Blinken è solo una mossa intermedia, in preparazione di un main event che ancora deve essere definito: un incontro-confronto tra Xi e Biden. Soltanto in quest’assise le questioni di grand strategy globale potranno essere affrontate da entrambe le parti con la libertà d’azione necessarie a conseguire risultati concreti. Anche se si teorizzano possibili occasioni per questo appuntamento, ancora non è stato definito nulla di specifico. Nel frattempo, prima dell’inizio della partita, si continua a manipolare la scacchiera.

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