“Qualsiasi libro considerato sacro dai suoi autori deve essere rispettato per rispetto dei suoi credenti, e la libertà di espressione non deve mai essere usata come scusa per disprezzare gli altri, e permettere questo va rifiutato e condannato”, ha detto papa Francesco in riferimento al rogo del Corano in Svezia. Un segnale di “fratellanza universale perché non si difendono solo i simboli propri o le proprie idee, ma si difendono veramente su delle basi più ampie le sensibilità di ogni persona e di ogni fede”, ha affermato l’imam Yahya Pallavicini
”Mi sento indignato e disgustato da queste azioni”, ha detto papa Francesco in un’intervista al giornale degli Emirati Arabi Al-Ittihad, come riporta Vatican News, commentando l’episodio del rogo delle copie del Corano avvenuto nei giorni scorsi in Svezia.
“Qualsiasi libro considerato sacro dai suoi autori deve essere rispettato per rispetto dei suoi credenti, e la libertà di espressione non deve mai essere usata come scusa per disprezzare gli altri, e permettere questo va rifiutato e condannato”, ha aggiunto Bergoglio.
LE PAROLE DI BERGOGLIO E LA REAZIONE DI IMAM PALLAVICINI
“Sono parole molto ispirate perché tutelano i diritti, ma mettono in chiaro il fatto di non barattare un diritto con un altro e una dignità con una provocazione. C’è da parte di papa Francesco il richiamo al rispetto dei Testi Sacri e ai diritti inviolabili e fondamentali della libertà religiosa, della libertà di espressione, ma senza sconti o sovrapposizioni o confusioni o baratti, ovvero scambiare o mettere insieme due diritti per di fatto delegittimare la sensibilità e la dignità dei cittadini e dei credenti”. Con queste parole rilasciate all’Adnkronos Yahya Pallavicini, vice presidente della Coreis (Comunità Religiosa Islamica Italiana), presidente di Eulema (European Muslim Leaders Majlis) e imam della moschea al-Wahid di Milano, ha accolto la reazione del papa.
Un segnale per Pallavicini di “fratellanza universale perché non si difendono solo i simboli propri o le proprie idee, ma si difendono veramente su delle basi più ampie le sensibilità di ogni persona e di ogni fede”. Infatti non può considerarsi libertà di espressione dare fuoco a un testo sacro, ha affermato l’imam. E ha aggiunto: “Abbiamo fatto una dichiarazione Eulema anche perché in prima battuta qualche giorno fa io ho trovato a Bruxelles una certa freddezza e indifferenza. Non soltanto non c’era solidarietà ma c’era un’indifferenza, una freddezza, una tendenza a ridimensionare la violenza, l’odio e la provocazione”. Pallavicini ha spiegato di riferirsi agli “uffici della Commissione del Parlamento europeo” ed evidenzia come invece “papa Francesco richiama a non sottovalutare alcune cose”. “Al di là della questione della libertà religiosa, vogliamo ricominciare a provocare o a legittimare i roghi?”, si è domandato l’imam.
“Abbiamo ricevuto messaggi di solidarietà dal Marocco, dalla Turchia, da Paesi del mondo islamico in Oriente – ha proseguito – ma a noi quello che interessa è che in Europa la solidarietà per i musulmani sia principalmente da parte delle istituzioni europee, dei concittadini europei, dei credenti in Europa perché se la solidarietà viene sempre da Oriente, si ripropone a un danno il fatto che poi gli unici a difendere o a solidarizzare con i musulmani in Europa devono essere gli Stati arabi”. “A noi interessa che in Europa sia chiaro che non ci siano differenze di dignità per ogni credente, per ogni singolo religioso, per ogni testo sacro, di qualsiasi identità di fede – ha concluso -. Non andiamo a giocare con pericolosi roghi che sono poi scintille di odio”.
L’APPELLO DI EULEMA, CONSIGLIO EUROPEO DEI LEADER MUSULMANI
Il dibattito è ancora molto aperto e acceso in questi giorni, e come ricordato da Imam Pallavicini, Eulema, il Consiglio Europeo dei Leader Musulmani, ha voluto lanciare un appello alle principali istituzioni internazionali islamiche che non hanno mancato di esprimere molte testimonianze di solidarietà.
La festa del sacrificio di Abramo, fa sapere Eulema, è una festa religiosa che i musulmani celebrano con una preghiera comunitaria insieme alle proprie famiglie rendendo onore al profeta Abramo per la sua lealtà a Dio. A questo ricollegamento spirituale al monoteismo fanno riferimento musulmani, cristiani, ebrei da secoli in Oriente e in Occidente. Favorire a Stoccolma, sotto la protezione della polizia di Stato, il rogo di un testo di preghiere mentre, nello stesso tempo e spazio, si svolge una riunione rituale di festa religiosa non può esprimere una interpretazione onesta, intelligente e utile del diritto fondamentale alla libertà religiosa e alla libertà di espressione ma solo una drammatica rievocazione di una grave complicità della politica contro l’identità e la pratica religiosa di una specifica minoranza religiosa.
Inoltre nel testo Eulema rimarca che bruciare la Bibbia, il Corano o qualsiasi altro testo religioso è un attacco e una offesa all’appartenenza del credente al suo patrimonio di letture e meditazioni e invocazioni ma è anche un sacrilegio all’apertura culturale di ogni cittadino. In Andalusia, molti secoli fa, la decadenza della politica aveva indotto un giudice musulmano (!) a ordinare il rogo di alcuni testi di grandi maestri spirituali e sapienti come Ibn Rushd (Averroè) o al-Ghazali. A Roma, il 9 settembre del 1554, in concomitanza con la celebrazione del sabato e del Capodanno Ebraico, la Chiesa ordinò e organizzò il rogo di numerose copie di testi sacri ebraici confiscati alle famiglie della comunità. Parallelamente, l’Inquisizione condannò in un processo privo di giustizia il nobile ordine cristiano dei templari e intellettuali e scienziati occidentali vennero indotti a negare la loro fede e il loro pensiero.
Eulema quindi fa appello alle Istituzioni delle comunità religiose in Europa e alle Istituzioni politiche dell’Unione Europea affinché i testi sacri, i simboli religiosi e la dignità della pratica del culto di ogni comunità religiosa sia rispettata e ogni credente e cittadino in Europa sia salvaguardato nella sua libertà e non sia oggetto di provocazioni e azioni di odio e di violenza.
LE TESTIMONIANZE DI SOLIDARIETÀ: ICESCO, THE MUSLIM WORLD LEAGUE, WMCC
“L’Organizzazione Mondiale Islamica per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Icesco) condanna nei più duri termini il barbaro gesto di bruciare una copia del Sacro Corano nella capitale svedese, Stoccolma, un atto atroce che offende il sentimento religioso dei Musulmani di tutto il mondo, un attacco fatto in concomitanza con la celebrazione della festa del sacrificio, alla fine del rito del pellegrinaggio. L’Icesco riafferma che la ripetizione di questo atto oltraggioso da parte di estremisti della linea dura, sottolinea che sottostimare i valori e i principi che governano le vite delle nazioni e dei popoli è la più pericolosa arma di distruzione, in grado di mettere a repentaglio la sicurezza e lo sviluppo della comunità internazionale. Considerando questa evidente verità, l’Organizzazione indica la necessità di essere vigili sulla serietà di questa orribile ricorrenza, che porterà il mondo verso un aggravarsi dei conflitti che già l’umanità sta soffrendo in molti luoghi”.
“La Lega Musulmana Mondiale (The Muslim World League) ha denunciato l’assurdità di questo crimine, compiuto sotto la protezione della polizia svedese e con la pretesa di praticare la libertà di espressione, mentre in realtà abusa, tra le tante cose, del vero concetto di libertà, che richiede di rispettare e non provocare gli altri con alcun pretesto”.
“Il Consiglio Mondiale delle Comunità Musulmane (Wmcc – The World Muslim Communities Council) respinge l’ondata di odio e bigottismo contro l’Islam e le comunità musulmane in alcuni Paesi. Il Consiglio ritiene che questa ondata sia in conflitto con i valori della convivenza e della tolleranza tra tutti i componenti della società delle diverse religioni”.