Fumata nera dal vertice di ieri. Brasile e Argentina guidano il rifiuto alla proposta di Bruxelles, puntando il dito contro le condizioni ambientali. Il ruolo dell’alternativa cinese
“Non siamo interessati ad accordi che ci condannino all’eterno ruolo di esportatori di materie prime, minerali e petrolio […] Non è ammissibile rinunciare al potere d’acquisto dello Stato, uno dei pochi strumenti di politica industriale che ci è rimasto”.
Con queste parole Luiz Inacio Lula da Silva, presidente del Brasile e presidente di turno del Mercosur, ha riassunto il bilancio delle ultime negoziazioni del blocco economico del Paesi sudamericani con l’Unione europea, che vanno avanti ormai da 24 anni. Questa volta, nel mirino del dibattito c’è l’accesso delle imprese europee alle gare pubbliche nei Paesi del blocco.
Il vertice più recente del Mercosur si è svolto ieri a Puerto Iguazu, in Argentina. Per Lula da Silva, portavoce dell’organizzazione fino alla fine dell’anno, in questo momento non ci sono le condizioni per concludere l’accordo con Bruxelles. Al vertice hanno partecipato Alberto Fernández, presidente dell’Argentina; Mário Abdo Benítez, presidente del Paraguay, e Luiz Lacalle Pou, presidente dell’Uruguay. Secondo il presidente brasiliano, “l’evento è un punto importante nella ricostruzione delle relazioni diplomatiche e dei partenariati con i Paesi più vicini”.
“Mi impegno a concludere un accordo con l’Unione europea, che deve essere equilibrato. Il documento aggiuntivo presentato dall’Ue a marzo di quest’anno è inaccettabile, i partner strategici non negoziano con diffidenza. È imperativo che il Mercosur presenti una risposta rapida ed energica – ha dichiarato Lula secondo l’agenzia Ansa -. Non vogliamo imposizioni. È un accordo di partenariato strategico e nessun partner strategico punta una spada alla testa dell’altro. Sediamoci, sistemiamo le divergenze e vediamo cosa va bene per gli europei, per il Mercosur e per il Brasile”.
Secondo il quotidiano spagnolo El País, l’Unione europea ha aggiunto nuovi requisiti ambientali alla proposta di accordo, che sono stati respinti da Brasile e Argentina. Il nuovo ostacolo è il documento presentato dai Paesi membri, con esigenze di protezione all’ambiente che riguardano le importazioni del settore agropecuario, uno dei motori economici di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay
A complicare la vicenda è l’influenza di Pechino. Il Mercosur non vuole limitarsi all’Unione europea e pretende di “esplorare nuovi fronti negoziali con partner come Cina, Indonesia, Vietnam e i Paesi dell’America centrale e dei Caraibi”, come ha riaffermato Lula Da Silva. Per il Mercosur è importante “avanzare con gli accordi in via di negoziazione con Canada, Corea del Sud e Singapore perché la proliferazione di barriere commerciali perpetua le disuguaglianze e danneggia i Paesi in via di sviluppo”.