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Gianni Letta e Pannella meritevoli ma Napolitano ha picconato la Casta

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato senatori a vita, “ai sensi dell’articolo 59, secondo comma, della Costituzione”, il maestro Claudio Abbado, la professoressa Elena Cattaneo, l’architetto Renzo Piano e il professor Carlo Rubbia, che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico, artistico e sociale.

Rispetto per le scelte di Re Giorgio.
Ma non può non risaltare l’assenza, nella lista…Napolitana, di illustri personaggi politici.

Tra gli esclusi, due personaggi, che avrebbero meritato il riconoscimento: Gianni Letta, scrupoloso “civil servant” nei ruoli istituzionali, a lungo svolti con rigore e imparzialità, e Marco Pannella, che ha guidato, con coraggio, molte, significative battaglie per l’affermazione dei diritti civili.

In un contesto di sfiducia, spesso giustificata, dei cittadini nei confronti della politica, colpisce che a dar la picconata ai suoi ex colleghi sia stato, stavolta, addirittura il Presidente della Repubblica.
Se neppure sul Colle si nutre fiducia per i politici, o ex, di lungo corso, e vengono nominati senatori a vita illustri architetti, musicisti, professori e scienziati – nessuno dei quali simpatizza o vota per il centrodestra- non ci si può sorprendere per i continui, durissimi attacchi di Grillo e c. alla Casta e ai suoi rappresentanti

E viene confermata, altresì, l’intenzione del Quirinale – già manifestata dal Capo dello Stato con la nomina di Monti prima a senatore a vita e poi a premier – di saltare le mediazioni parlamentari e partitiche. E di guardare a tutte le espressioni della società civile, scegliendo al di fuori della cerchia dei politici di professione e attingendo a piene mani alle sussiegose “eccellenze italiane”, o presunte tali, politically correct e tutt’altro che amiche di Berlusconi.

L’ennesima iniezione di sfiducia per primattori e comparse della compagnia politica, che mette in scena, nel teatrino romano, delle opere ritenute modeste non solo dalla maggioranza degli spettatori.

Ma anche, last but not least, dal primo cittadino della Repubblica.



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