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L’addio di “Teflon Mark”. Cosa attende i Paesi Bassi dopo Rutte

Olanda

Amante della bicicletta e del parlare diretto, dopo 13 anni alla guida del governo Mark Rutte si ritira della politica e lascia un Paese profondamente diviso. A fare crollare la coalizione la questione degli immigrati

È finita l’era di “Teflon Mark”, il primo ministro dei Paesi Bassi al quale nessuno scandalo si attaccava. Oggi c’è stato l’annuncio del suo addio alla politica, dopo il crollo del suo governo di coalizione legato alla questione politica dell’immigrazione.

Quattro volte premier, Rutte ha messo fine a 13 anni di potere come leader dei conservatori. Stamattina, durante un dibattito parlamentare di emergenza, il leader del governo olandese più longevo ha dichiarato che non avrebbe guidato più il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd) alle elezioni generali previste per novembre. E che dopo il voto avrebbe lasciato l’attività politica.

“Negli ultimi giorni, le persone hanno speculato su ciò che mi motiva, e l’unica risposta è: i Paesi Bassi – ha dichiarato Rutte secondo quanto riferito dal quotidiano The Guardian -. La mia posizione al riguardo è ora del tutto inadatta. Ieri mattina ho preso la decisione che non sarò più disponibile a guidare la lista Vvd. Quando subentrerà un nuovo governo, lascerò la politica”.

Uomo single, amante della bicicletta e famoso per parlare in modo diretto, il politico liberale – che ha guidato per 17 anni la formazione politica Vvc – ha avuto come bandiera la politica di asilo e di ricongiungimento familiare degli immigranti. Ora però ha deciso che è il momento di “passare il testimone”. Si dice sollevato dal fatto di sapere di avere operato bene.

Rutte aveva 43 anni quando è entrato a Het Torentje, l’ufficio all’Aja, come capo del primo governo liberale dopo quasi un secolo. La chiave del suo successo? La capacità pragmatica di trovare accordi con chiunque.

Il primo ministro dimissionario continuerà a esercitare le funzioni fino a quando non si formerà un nuovo governo in seguito alle prossime elezioni, che ancora non hanno una data. Il re dei Paesi Bassi Guglielmo Alessandro gli ha chiesto che continui a svolgere il suo incarico per gli affari più importanti, come gli aiuti all’Ucraina, per esempio.

Sul suo futuro immediato, Rutte ha detto che non sa cosa farà a breve, ma di certo non si candiderà alla segretaria generale della Nato o ad alcun incarico di alto livello nell’Unione europea, come hanno scritto alcuni media. Per alcuni giorni sarà impegnato a fare lezioni in una scuola dell’Aja.

Per il politico, la tragedia del MH17, l’aereo della Malaysia Airlines abbattuto all’est dell’Ucraina nel 2014 è stato “il momento più importante” della sua vita politica. Un’enorme sfida per la gestione del momento. L’aereo era partito dall’aeroporto di Amsterdam verso Kuala Lumpur e la gran parte dei 298 passeggeri che hanno perso la vita erano olandesi.

La coalizione del governo dei Paesi bassi è crollata a causa dei piani di Rutte di inasprire i limiti al ricongiungimento delle famiglie dei richiedenti asilo, nel tentativo di frenare i numeri o gli arrivi. Venerdì sera aveva dichiarato che l’esecutivo soffriva di divergenze “incolmabili”.

L’immigrazione è diventata una delle questioni più controverse del Paese dallo scorso autunno, quando si sono verificate scene disperate in un centro di registrazione a Ter Apel, con la morte di un bambino in un sovraffollato palazzetto dello sport.

E che succederà ora? Jesse Klaver, leader del partito di opposizione GreenLeft, dice che Rutte ha messo “gli interessi del suo partito prima di quelli del Paese”. L’esito delle elezioni generali di metà novembre è imprevedibile nel frammentato sistema multipartitico olandese, dove la fiducia nel governo è ai minimi storici.

Dopo le dimissioni del governo di Rutte, il partito PVV di estrema destra guidato da Geert Wilders “ha iniziato la campagna elettorale e le bandiere sono state sventolate per il movimento contadino-cittadino di Caroline van der Plas (BBB), vincitore a sorpresa delle elezioni provinciali di marzo”, scrive il Guardian. Il BBB corre con un programma a favore degli agricoltori in un momento in cui i Paesi Bassi devono ridurre drasticamente l’inquinamento da azoto.

Wopke Hoekstra, il leader del Christian Democratic Appeal, il tradizionale partito contadino, ha già detto che non lo guiderà alle elezioni dopo il crollo dei consensi di quest’anno, mentre il GreenLeft e Labour hanno dichiarato che chiederanno ai loro membri di formare una coalizione di sinistra per le elezioni.



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