È l’inizio della presa della Bastiglia pirata. Un passo avanti importante volto al contrasto e alla repressione dei “furbetti” dello streaming a cui verranno applicate sanzioni salatissime e conseguenze penali. Il commissario Agcom spiega la nuova legge che nasce da un lato per tutelare i cittadini dal reato di violazione del diritto d’autore e dall’altro per battere i criminali della pirateria
La data, forse, non è casuale. Legge 14 luglio 2023 n.93, in termini giornalistici legge antipirateria. A suo modo questo provvedimento parlamentare è stato, dopo anni di attesa, una presa della Bastiglia, un duro colpo alla monarchia dei pirati che, dati Fapav, rubano all’Italia 1,7 miliardi di euro ogni anno e, soprattutto, 10.000 posti di lavoro, togliendo un pezzo di futuro a tanti giovani.
Finalmente il contrasto alla pirateria è legge. Un percorso legislativo, iniziato nella precedente legislatura e coronato dalla proposta Maccanti-Mollicone che ha messo tutti d’accordo in una battaglia di legalità e civiltà.
La nuova legge, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 24 luglio, è una pietra miliare che pone l’Italia all’avanguardia a livello europeo. Tra le tante novità introdotte dalla legge, quella più rivoluzionaria è costituita dalla volontà di battere i criminali della pirateria. Dopo un primo e dettagliato screening a valle, la legge consentirà ad Agcom di ordinare lo switch off dei siti che trasmettono illegalmente contenuti coperti dal diritto d’autore in 30 minuti.
Questo vuol dire che, chi guarda una partita di calcio col “pezzotto” o servendosi di streaming illegale, si troverà davanti a uno schermo nero. E, probabilmente, la Polizia postale o la Guardia di Finanza fuori dalla porta (come già accaduto durante lo scorso campionato di calcio ad alcune centinaia di migliaia di persone). Per i “furbetti” non arriveranno più blande multe da 50 euro (se pagate in forma ridotta), ma sanzioni fino a 5000 euro, oltre alle conseguenze dettate dal codice penale.
Una misura punitiva e repressiva? Anche, ma non solo. La legge nasce anche per tutelare gli stessi cittadini dal reato di violazione del diritto d’autore. Chi ha scritto la legge ha fatto bene a rimarcare la necessità di una forte campagna di educazione civica digitale. Probabilmente chi si serve di servizi pirata, non ha capito che nulla viene dato gratuitamente. I pirati si cibano dei dati degli utenti, in primis dei dati delle carte di credito che, incautamente, si usano per pagare gli abbonamenti al pezzotto. E poi ci sono i dati anagrafici, quelli sanitari, persino quelli del wifi e della domotica domestica: in pratica si consegnano le chiavi di casa alle associazioni criminali che gestiscono il business.
Grazie alla nuova legge, la lotta alla pirateria si fa più tecnologica: le segnalazioni dei siti pirata arriveranno all’attenzione dell’Agcom attraverso una piattaforma tecnologica che consentirà un’accelerazione nella verifica della contestazione e nel successivo ordine dinamico imposto agli Isp.
La legge estende il campo dell’intervento dell’Autorità dai diritti sportivi al campo dell’audiovisivo e per questo verrà stilato un apposito regolamento. Nel frattempo, con perfetta sincronia, l’Agcom ha provveduto il 26 luglio ad adottare un apposito regolamento che consentirà, di fatto, di applicare la legge per quanto concerne i diritti sportivi.
A seguito dell’entrata in vigore della “Legge europea 2017”, erano già stati ulteriormente implementati i poteri dell’Autorità, che oltre ad adottare provvedimenti cautelari in caso di necessità e urgenza, ha anche il potere di adottare misure finalizzate ad impedire la reiterazione di violazioni già accertate.
Ora, con il nuovo regolamento, Agcom avrà la possibilità di inibire in via cautelare l’accesso degli utenti a piattaforme e siti pirata nei primissimi minuti della trasmissione dell’evento sportivo, grazie all’integrazione del procedimento di cui all’articolo 9-bis del citato Regolamento.
Per Agcom il contrasto alla pirateria costituisce una tradizione consolidata. Al 30 giugno 2023 sono pervenute ad Agcom complessivamente 4.273 istanze, di cui 4255 per violazioni del diritto d’autore online. Circa l’89% delle istanze pervenute sono state trattate con rito abbreviato, mentre l’11% con rito ordinario; l’1% ha riguardato procedimenti cautelari e il 63% ha riguardato reiterazioni di violazioni già precedentemente accertate. Le istanze inviate con richiesta di procedimento cautelare hanno interessato principalmente la diffusione illecita di opere sonore, mentre la diffusione illecita di opere audiovisive è in larga misura frutto di reiterazione di violazioni già oggetto di un ordine di disabilitazione dell’accesso al sito. Larga parte delle istanze (l’84%) si conclude con ordini di disabilitazione dell’accesso, mediante blocco del Dns, rivolti ai prestatori di servizi di mere conduit operanti sul territorio italiano, ovvero con ordini di rimozione selettiva del contenuto. La parte numericamente più rilevante, pari al 74%, è costituita da ordini per reiterazione di violazioni relative a siti, già oggetto di ordini di disabilitazione, che hanno modificato il proprio nome a dominio (alias).
Numeri che sottolineano come il contrasto alla pirateria sia possibile. I criminali si doteranno di nuove tecnologie per sottrarsi alla disabilitazione o per migrare in tempo reale verso nuovi lidi? Possibile. Né più né meno di quanto avviene nel contrasto ai diversi fenomeni criminali. Per questo Agcom rafforzerà ulteriormente la collaborazione con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn). E nel frattempo si potranno testare gli effetti della nuova legge e del nuovo regolamento. La presa della Bastiglia pirata può procedere.