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Superare la paura della firma. Un aiuto (da Anac) ai sindaci del cratere

Di Guido Castelli

La ricostruzione dopo il terremoto del 2016 può diventare un laboratorio di verifica delle novità normative previste dal nuovo Codice degli appalti, alla luce dell’accordo stretto con Anac. La legalità è una priorità assoluta per garantire che la ricostruzione del Centro Italia avvenga nella piena tutela dell’imprenditoria sana, dei lavoratori e dei cittadini che hanno il diritto che gli edifici pubblici che stiamo finanziando siano sicuri e realizzati a regola d’arte. L’intervento di Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione post sisma 2016

Allontanare la paura della firma e accelerare la ricostruzione, coniugare legalità ed efficacia sono gli obiettivi che ci hanno consentito di rinnovare l’intesa con Anac per i territori colpiti dal sisma del 2016, introducendo novità sostanziali: una soglia più alta per procedere alle gare per forniture (da 100mila a 215mila euro) e per costruzioni (da 350mila a un milione di euro), senza controlli preventivi da parte di Anac; definizione di atti-tipo (definiti con Anac) per consentire alle stazioni appaltanti e ai sindaci di procedere con sicurezza nella predisposizione di gare, assicurando la necessaria compliance in una fase normativa delicata con le novità introdotte dal nuovo Codice degli Appalti.

Enti locali, Regioni, strutture del Governo centrale e autorità di controllo, come Anac, sanno dialogare per ridare futuro ai territori che vogliono tornare a vivere. E’ quello che sta accadendo nelle aree colpite dal terremoto del 2016, nell’Italia centrale. E non è scontato. Ma è tutto formalizzato, con il nuovo accordo siglato in questi giorni proprio tra l’Autorità anti-corruzione e la Struttura commissariale per la ricostruzione e la rigenerazione del sisma 2016, che ho l’onore di presiedere.

Non solo: è stato reso facoltativo il ricorso alla dichiarazione di nullità degli atti, laddove l’appalto pubblico sia stato affidato a un soggetto rinviato a giudizio o sottoposto a misure cautelari temporanee.

La ricostruzione pubblica deve avvenire secondo il principio di fiducia e di risultato previsto dal nuovo Codice degli appalti. Potremmo dire che proprio la ricostruzione nel cratere del terremoto del 2016 può diventare un laboratorio di verifica delle novità normative previste dal nuovo Codice. La legalità è una priorità assoluta per garantire che la ricostruzione del Centro Italia avvenga nella piena tutela dell’imprenditoria sana, dei lavoratori e dei cittadini che hanno il diritto che gli edifici pubblici che stiamo finanziando siano sicuri e realizzati a regola d’arte.

Con le ultime deliberazioni della cabina di coordinamento della Struttura commissariale ci stiamo accingendo a realizzare un programma di opere pubbliche di valore superiore al miliardo e che richiederà l’avvio di più di mille affidamenti. Per assicurare la giusta tempestività e la necessaria trasparenza a questo complesso di procedure, abbiamo condiviso con l’Anac una serie di aggiornamenti al protocollo di vigilanza finalizzati a responsabilizzare le stazioni appaltanti in una logica di semplificazione.

Anche per questo motivo, abbiamo voluto istituire, d’intesa con le Regioni, un servizio di assistenza ai Comuni mettendo loro a disposizione una serie di atti tipo, pre-validati dall’Anac, che consentiranno controlli a campione da parte dell’autorità di vigilanza. La struttura commissariale, grazie alla sinergia messa in campo, si candida come luogo di sperimentazione delle più recenti innovazioni introdotte dal nuovo Codice degli Appalti, nella consapevolezza che dopo quasi sette anni da quel tragico 2016, risulta imprescindibile un impegno concreto e proattivo, utile a riconoscere i diritti di una comunità che da anni attende che si completi il processo di ricostruzione.

Competenza e formazione delle stazioni appaltanti è uno degli obiettivi che le Istituzioni – sia chi promuove la ricostruzione, sia chi vigila sulla legalità – devono perseguire: dobbiamo lavorare con le risorse umane sul territorio, per creare e diffondere capacità amministrativa. Tutto ciò insieme a uno spirito di collaborazione che deve favorire una semplificazione “attenta”, equilibrata e matura, che non esasperi i controlli formali, ma che non dia spazio ad alcuna forma di opacità. Chi ha la responsabilità dell’amministrazione deve poter procedere nei suoi atti senza il timore di vedersi fermare dal preventivo timore dell’illecito. Una responsabilità che deve dar conto alla richiesta forte e insistente delle comunità locali di rivedere edifici, uffici, luoghi pubblici che sappiano assicurare i servizi per chi ha scelto di continuare a vivere nei luoghi feriti dal sisma.

In questa cordiale ed efficace collaborazione tra Istituzioni – nelle diverse finalità e missioni – l’Anac, grazie al nuovo accordo siglato con la Struttura commissariale, assume per i Comuni e per le stazioni appaltanti, più un profilo consulenziale, fondamentale per assicurare il presidio di legalità e trasparenza che deve guidare ogni investimento della Pubblica Amministrazione, quando si parla di costruire opere pubbliche, o di ricostruirle laddove eventi catastrofici le abbiano minate o distrutte.



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