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Stretta nei Paesi Bassi contro chi finanzia Hamas. E in Italia?

In manette Amin Abou Rashid e la figlia Israa. Un mese fa Israele aveva chiesto una serie di sequestri di denaro in tutto il mondo. Anche in Italia: il caso riguarda l’architetto Hannoun, amico di Di Battista, ed è stato al centro del recente incontro tra i ministri degli Esteri

Il 22 giugno scorso le autorità olandesi hanno arrestato Amin Abou Rashid, 55 anni (nella foto a sinistra, assieme a Ismail Haniyeh, uno dei leader di Hamas), e la figlia Israa, 25, per aver finanziato Hamas, considerata un’organizzazione terroristica dall’Unione europea e da altri Stati e organizzazioni. Un mese fa Israele aveva chiesto una serie di sequestri di denaro in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Italia, per un valore di circa un milione di  euro.

GLI ARRESTI NEI PAESI BASSI

Le autorità olandesi hanno dichiarato che, oltre ad aver inviato circa 5,5 milioni di euro a Hamas, i sospettati (di cui non sono state dichiarate pubblicamente le generalità) avrebbero preso parte “a un’organizzazione criminale il cui scopo è sostenere finanziariamente Hamas”. Abu Rashid è a capo della Stichting Israa (“Fondazione Israa”) con sede a Rotterdam, parte di una rete, Union of Good, sanzionata dagli Stati Uniti come organizzazione terroristica nel 2008. Durante le perquisizioni di una casa a Leidschendam e di un’azienda a Rotterdam, gli investigatori hanno trovato denaro contante e sequestrato un conto bancario con un saldo di circa 750.000 euro. L’indagine è stata avviata in seguito a segnalazioni di transazioni insolite e articoli di giornale su un evento di raccolta fondi di Hamas in Europa, ha spiegato la procura.

IL CASO ITALIANO

Quei fondi sono “di proprietà, o comunque sono una ricompensa, di un’organizzazione terroristica”, cioè Hamas, e per questo “vanno sequestrati”, aveva scritto il ministero della Difesa israeliano in un provvedimento di tre pagine notificato alle forze di polizia italiane. Cinquecentomila euro, secondo l’indagine condotta anche dallo Shin Bet, l’agenzia di intelligence interna israeliana, si trovano nella disponibilità di Mohammad Hannoun, architetto palestinese con base a Genova, già accusato (senza però avere mai ripercussioni penali) di nascondere dietro al suo gruppo il sostengo economico a gruppi di kamikaze palestinesi. La Procura di Genova si era mossa ma l’inchiesta era finita in un nulla di fatto, anche a causa della mancata collaborazione palestinese.

IL VIAGGIO CON DI BATTISTA

A gennaio Hannoun, architetto palestinese trapiantato a Genova, aveva accompagnato Alessandro Di Battista, ex parlamentare del Movimento 5 Stelle e oggi viaggiatore e blogger, e la deputata pentastellata Stefania Ascari, in Libano per visitare i campi profughi palestinesi. Una missione a scopo umanitario per consegnare pacchi di viveri, gasolio per il riscaldamento, pane, abbigliamento invernale, coperte e materassi, farmaci.Tra le tappe del viaggio c’era anche il campo profughi di Ein el Hilweh, alla periferia di Sidone, da anni considerato una delle roccaforti di infiltrazione degli jihadisti, nonché una base del gruppo terroristico Asbat an-Ansar.

IL CONFRONTO COHEN-TAJANI

“Israele continuerà a lavorare per impedire che questi fondi arrivino nelle mani di Hamas e lo stiamo facendo attraverso azioni sia politiche che di intelligence”, aveva spiegato Eli Cohen, ministro degli Esteri israeliano, al Corriere della Sera alla viglia del suo incontro a Roma con l’omologo Antonio Tajani. “L’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese, guidata da Mohammad Hannoun, attivista di Hamas, opera in Italia sotto le spoglie di un’organizzazione umanitaria per mascherare l’appartenenza alla rete di finanziamento del terrorismo”, aveva aggiunto.


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