Il primo è l’idolo della sinistra radical-chic, tuttologo su giornali e tv, duro e puro contro mafie e giochi di potere. Il secondo è il totem dei poteri forti, l’ex banchiere più ambizioso e accentratore tra tutti i ministri del governo Monti. Sono Roberto Saviano e Corrado Passera, la coppia di fatto che scuote i salotti dei benpensanti di sinistra. I rumors davano per certo l’acquisto di Saviano nello staff di Passera in vista della probabile candidatura di quest’ultimo per la guida del prossimo governo. Il ministro ha smentito oggi durante la trasmissione “la telefonata” di Maurizio Belpietro, dicendo che sono amici. Dichiarazione che ha fatto ancora di più arricciare il naso ai compagni ed estimatori dell’autore di Gomorra.
Fiumi di parole su come è nato questo legame, dove è cresciuto, a cosa porterà. Ma se Passera non ha paura di dichiarare in diretta tv il suo affetto per lo scrittore, dalla sponda campana tutto tace, nessuna “corrispondenza di amorosi sensi” verso l’amico ministro. Che si vergogni di questa amicizia? O forse dei suoi amici sostenitori cotanto scandalizzati da un semplice rapporto di reciproca stima tra persone diverse ma non per questo distanti. Non è lo scontro ma il dialogo a far paura in Italia.
