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Pace e dialogo, i valori del cardinale Silvestrini nel libro di Casula e Sebastiani

Di Carlo Felice Casula e Pietro Sebastiani

“La pace si costruisce non su interessi effimeri ma su beni reali e stabili, che hanno sorgente nei valori dello spirito”. Pubblichiamo un estratto dal volume “Il cardinale Silvestrini. Dialogo e pace nello spirito di Helsinki”, curato da Carlo Felice Casula e Pietro Sebastiani, e pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana a cento anni dalla sua nascita

Il libro “Il cardinale Silvestrini. Dialogo e pace nello spirito di Helsinki”, a cura di Carlo Felice Casula e Pietro Sebastiani, è pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, nel centenario della sua nascita, per iniziativa dell’Associazione culturale Achille Silvestrini per il dialogo e la pace, che il 20 ottobre scorso ha assegnato il suo primo Premio Internazionale al Presidente Emerito della Colombia, Juan Manuel Santos.

Il volume contiene in primo luogo le relazioni della conferenza, a 45 anni dagli Accordi di Helsinki, il Cardinale Silvestrini e la Ostpolitik vaticana, tenutasi a Roma, nell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, il 14 settembre del 2020, nel primo anniversario della scomparsa del Cardinale.

Esse furono svolte da Pietro Sebastiani, allora Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, dal Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, da Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio, da Carlo Felice Casula, professore emerito di Storia contemporanea nonché studioso della politica internazionale della Santa Sede e da Gennaro Acquaviva, interlocutore privilegiato di Silvestrini, come capo della segreteria del presidente Bettino Craxi, nelle complesse ma dialoganti trattative per la revisione del Concordato del 1984.

È stata poi inserita una testimonianza-riflessione del cardinale Claudio Gugerotti, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali sull’originale, intensa direzione del Cardinale Silvestrini nel decennio 1991-2000 in cui ne fu al vertice.

Segue poi una ricchissima appendice di documenti sulla Conferenza di Helsinki e i suoi sviluppi, tra i quali di particolare significato l’intervento di monsignor Silvestrini alla Riunione di Madrid (13 novembre 1980) dei rappresentanti degli Stati che avevano partecipato alla Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa.

Sono ripubblicate anche due interviste rilasciate a Emilio Vinciguerra ed a Carlo Felice Casula, entrambi ex alunni di Villa Nazareth (istituzione-famiglia e collegio di merito per giovani con svantaggio economico), che propongono una riflessione stimolante sull’Ostpolitik, sulla Conferenza di Helsinki e anche sulla realtà complessa e fascinosa delle Chiese orientali.

La prima è stata pubblicata sul quotidiano Il Tempo il 6 agosto del 1988 con il titolo “E cominciò il dialogo. Alle origini della Ostpolitk. L’impegno di Paolo VI per la pace nella testimonianza del cardinale Silvestrini”. La seconda, invece è stata pubblicata su L’Unione Sarda il 10 gennaio 1994 con il titolo “La ricchezza spirituale delle Chiese orientali”.

Mons. Achille Silvestrini, come Sottosegretario nel 1973 e Segretario, nel 1979, del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa (oggi Rapporti con gli Stati), si è occupato delle organizzazioni internazionali e dei problemi del disarmo, della pace e dei diritti umani. In stretta collaborazione e in grande sintonia con il cardinale Agostino Casaroli, negli anni Settanta e Ottanta, durante i pontificati di Paolo VI e di Giovanni Paolo II, svolse un decisivo ruolo di elaborazione e di proposta nella fase cruciale dell’Ostpolitik della Santa Sede (iniziata nei primissimi anni ’60) e in particolare dal 1972 nei lunghi negoziati della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa che condussero alla firma dell’Atto Finale di Helsinki il 1° agosto del 1975.

Fu la sua una straordinaria attività politico-diplomatica fatta di pazienza, tenacia, abilità e costanza nelle dure e complicate trattative con le delegazioni dei paesi del Patto di Varsavia che avevano promosso l’iniziativa col malcelato intento di dividere l’Europa e di allargare le due rive dell’Atlantico. Trattative di successo che da un lato sancirono, con la partecipazione alla pari con gli altri trentaquattro Stati, la definitiva conferma che i Trattati Lateranensi avevano tutt’altro che limitato gli spazi dell’azione universale della Santa Sede, “mediatore diretto e portavoce ad Helsinki delle richieste in materia di coscienza religiosa”.

Dall’altro la proposta della Santa Sede accettata nel VII Principio dell’Atto sul “rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, inclusa la libertà di pensiero, coscienza, religione o credo”, segnò una svolta fondamentale nella storia recente del Continente europeo. Essa cementò ancor più il percorso di integrazione europea, i valori alla base del legame transatlantico, il dialogo ed il quadro di sicurezza est-ovest, e spianò al contempo progressivamente il cammino per l’applicazione dei diritti fondamentali e della libertà religiosa sino alla caduta del comunismo nel 1989.

Il Card. Silvestrini guidò poi dal 1979 la delegazione della Santa Sede per la revisione del Concordato e condusse le trattative con le autorità italiane fino alla firma dell’Accordo il 18 febbraio 1984. Fu il suo un lavorio lontano dai clamori mediatici, all’interno di una fitta rete di rapporti personali formali ed informali che spesso travalicava il fossato tra la cultura cattolica e quella laica. Amico affidabile di politici di varia estrazione da Craxi ad Andreotti, da Andreatta ad Ingrao, Bufalini per citarne alcuni.

Nominato cardinale nel 1988, dopo la parentesi come prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, per tutto il decennio degli anni Novanta, come Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, si confrontò con la loro grande ricchezza spirituale e liturgica e la complessa e spesso drammatica realtà sociale e politica dei Paesi in cui esse erano maggiormente presenti, dall’Europa orientale al Medioriente, al Corno d’Africa, all’India, colpiti nel corso della loro travagliata storia da guerre e conflitti.

Il cardinale Achille Silvestrini, nel suo pluridecennale servizio nella Santa Sede, sia nel suo ministero sacerdotale, sia nel suo intenso magistero con la Comunità Domenico Tardini, da lui fondata e animata con tanti interlocutori, uomini e donne, del mondo dell’università, dell’arte, della comunicazione e della politica, ha insegnato e testimoniato i valori dell’ascolto, del dialogo, della pace, della cultura del servizio, nutriti dal Vangelo.

In una delle due interviste ripubblicate nel libro è contenuta una sua frase, al riguardo emblematica: “La pace si costruisce non su interessi effimeri ma su beni reali e stabili, che hanno sorgente nei valori dello spirito”.



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