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Russia 1, Italia 0. Perché il Cremlino festeggia le dimissioni di Talò

Dopo aver goduto della caduta di Draghi per mano dei partiti più sensibili alle sue istanze, la Russia ora può vantare un altro successo: con l’uscita del consigliere diplomatico il governo Meloni si mostra vulnerabile suo malgrado. I suoi avversari, l’opposizione e una parte dei media possono festeggiare. Con la vodka

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, aveva “capito subito” che la telefonata del presunto presidente della Commissione dell’Unione Africana era un falso, ha spiegato ieri Alfredo Mantovano, l’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Eppure, a distanza di due giorni dalla pubblicazione di quella conversazione orchestrata da un duo “comico” russo e di un mese e mezzo dal fattaccio, che ha spesso dimostrato una certa consapevolezza di avere un ruolo nelle dinamiche russe, è caduta una testa. Si tratta dell’ambasciatore Francesco Talò, che questa mattina ha rassegnato le sue dimissioni da consigliere diplomatico, come annunciato da Meloni in conferenza stampa dopo la riunione odierna del Consiglio dei ministri. Già nella nota diffusa mercoledì mattina da Palazzo Chigi, è stato l’ufficio del consigliere diplomatico a rammaricarsi “per essere stato tratto in inganno da un impostore”.

È stata una vicenda “gestita con leggerezza che ha esposto la nazione”, ha spiegato oggi Meloni, chiarendo che quello di Talò è stato “un gesto di responsabilità” per il quale va ringraziato. “Di queste telefonate ne abbiamo fatte almeno 80 e mi dispiace che in questo inciampo sia messo in discussione ciò che è stato fatto. Ringrazio lui e l’ufficio diplomatico. Io se ricevo una telefonata dall’ufficio del consigliere diplomatico la devo dare per buona”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.

E così, da una parte c’è il duo comico russo – o, come li ha definiti la società informatica Proofprint, un threat actor, cioè un attore malevolo, allineato alla Russia di Vladimir Putin – impegnato a dipingersi come una coppia di innocui professionisti dello spettacolo sfruttando l’attenzione dei media e di parte della politica italiana che continua – per ignoranza o per mero calcolo politico – a parlare di scherzo telefonico per definire un’operazione di guerra ibrida pensata per generare caos a livello politico e sociale (com’è in effetti accaduto per la vulnerabilità dell’Italia). Dall’altra, c’è un governo che ha deciso di sacrificare un diplomatico di lungo corso, seppur prossimo alla pensione, che in questo primo anno di vita dell’esecutivo ha contribuito alla postura euro-atlantica dello stesso.

Dopo aver goduto della caduta del governo di Mario Draghi per mano dei partiti storicamente più sensibili alle sue istanze, la Russia di Putin può ora vantare un altro successo: il governo Meloni si mostra vulnerabile.



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