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Pubblico e privato uniti per l’attuazione del Pnrr. Le proposte di Ibm

Di Luca Pellegrini

Cosa si è detto nel corso della tavola rotonda dal titolo “La collaborazione pubblico-privata a supporto del Pnrr”, promossa da Formiche.net e Ibm. Nel corso dell’incontro è stato presentato un paper realizzato da Ibm, con proposte per lo sviluppo digitale del Paese, dal titolo “Costruiamo insieme i cantieri per il futuro”

Sette soluzioni digitali per le sfide dell’attuale contesto e quattro cantieri. Questa la proposta di Ibm in occasione della tavola rotonda dal titolo “La collaborazione pubblico-privata a supporto del Pnrr”, promossa da Formiche.net e Ibm. Nel corso dell’incontro, svoltosi presso il MoMeC a Roma, è stato presentato un paper, che contiene alcune proposte per lo sviluppo digitale del Paese, dal titolo “Costruiamo insieme i cantieri per il futuro”. “Il PNRR rappresenta una grande opportunità di trasformazione del Paese. IBM Italia è orgogliosa di contribuire a questo percorso insieme con le amministrazioni e le aziende con cui quotidianamente collabora. Gli obiettivi sono ambiziosi, lo riconosco, ma possiamo raggiungerli lavorando tutti insieme”, è l’auspicio lanciato da Daniela Scaramuccia, Managing Partner Settore Pubblico IBM Italia, nel corso del suo intervento di apertura.

L’incontro ha visto la partecipazione del ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, che in questi giorni sta lavorando fianco a fianco con la Commissione europea per il perseguimento degli obiettivi prefissati. “Il rapporto pubblico-privato è una grande opportunità – ha detto in un videomessaggio – Stiamo lavorando positivamente con Bruxelles e dopo aver definito al meglio gli obiettivi per il rilascio della terza rata del Pnrr, abbiamo apportato delle modifiche alla quarta, auspicando di poter ricevere i fondi entro la fine dell’anno. È un lavoro faticoso e impegnativo, ma anche un esempio positivo di sinergie tra le varie componenti del nostro Paese”.

Sostenibilità, efficienza energetica, cybersecurity, ottimizzazione della supply chain, migrazione al cloud, Quantum computing, nuove competenze, ma anche cantieri su sanità, cultura, sicurezza delle infrastrutture e mobilità sostenibile: questi alcuni dei punti cardine del paper presentato da Ibm. Un lavoro ambizioso, ma volto a offrire una chiave operativa e una visione per far compiere un passo in avanti all’Italia. “Il Pnrr richiedeva una spinta progettuale – sottolinea Alessandra Santacroce, direttore delle relazioni istituzionali di Ibm – Seguendo questa ispirazione, siamo arrivati alla redazione del documento. Abbiamo lavorato sul pragmatismo, per cercare di preparare la strada al raggiungimento degli obiettivi”.

Al centro del dibattito, la relazione tra pubblico e privato che rappresenta un punto cardine del lavoro dell’esecutivo, come sottolinea la sottosegretaria all’economia Lucia Albano. “Un partenariato tra pubblico e privato è la chiave per avviare il processo di modernizzazione. Il Pnrr è un’opportunità che non possiamo permetterci di sprecare e il Governo sta lavorando per perseguire questo obiettivo”.

Tra i presenti anche Guido Castelli, commissario per la ricostruzione post-terremoto del centro Italia. Anche dal suo canto è arrivato l’appello ad accelerare nel lavoro di coordinamento tra le due anime, pubbliche e private, del Paese. “La collaborazione tra pubblico e privato è necessaria per la modernizzazione del Paese, quindi questa partnership deve diventare protagonista – ha spiegato -. Serve uno sforzo da entrambe le parti, a livello giuridico, nonché da parte del privato. Bisogna tener lontani comportamenti opportunistici”.

Cultura, mobilità, infrastrutture e sanità. Nel corso della tavola rotonda, moderata da Giorgio Rutelli, si sono alternate opinioni con le voci di esponenti del settore, rappresentanti di politiche e aziende. Il deputato Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, ha rilanciato l’importanza dell’interazione tra tecnologia e beni culturali, richiamando alla necessità di “regolamentare l’intelligenza artificiale, che è una grande risorsa per quei mondi paralleli che entrano nel sistema culturale”. Sulla stessa linea Antonella Negri, funzionario dell’istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale del ministero della Cultura. “Con la digitalizzazione dobbiamo creare valore per il nostro patrimonio culturale – ha detto – si tratta di un lavoro complesso, anche perché abbiamo a disposizione tanta tecnologia. Serve avere una visione: senza di essa non si possono raggiungere gli obiettivi”. Visione che, secondo Umberto Croppi di Federculture, ancora sembra mancare: “Siamo indietro, specialmente sulla digitalizzazione dei processi. Non si capisce dove si voglia andare. Ma abbiamo un’occasione irripetibile, anche per i fondi. Bisogna capire che gli investimenti da fare devono essere strutturali, non solo per il presente, ma anche per il futuro”.

Sul tavolo anche le questioni legate al mondo della sanità. Andrea Costa, esperto del ministero della Salute per l’attuazione del Pnrr, ha rilanciato sulla necessità di trovare nuove sinergie. “L’esperienza del Covid ci ha insegnato quanto siano importanti percorsi condivisi tra pubblico e privato – ha spiegato – Non servono approcci ideologici anzi, nel mondo della sanità abbiamo esempi virtuosi di come questo possa funzionare attraverso le strutture convenzionate”.

Un problema, emerso nel corso del dibattito, è legato ai ritardi nella digitalizzazione della sanità. Ottavio Di Cillo, direttore dell’area E-Health dell’A.Re.S.S. Puglia, ha messo l’accento su una difficoltà di reperimento dei fondi per la formazione del personale pubblico, al fine di favorire un’accelerazione in campo tecnologico. “C’è lo spazio per intervenire, ma serve un intervento politico”. Un richiamo che arriva anche da Roberto Triola, il capo dell’area di trasformazione digitale di Farmindustria. “Manca una strategia complessiva di digitalizzazione della sanità. Ci sono dei limiti, ma il vero tema è legato alla governance. Si tratta di avviare dei processi culturali”.

Un grande lavoro dovrà essere svolto nel campo delle infrastrutture e dei trasporti. Massimiliano Atelli, il presidente della commissione Via e Vas del Mase, richiama alla necessità di una “ingegnerizzazione della digitalizzazione”, per trovare “un miglior equilibrio e velocizzare i processi”. La mobilità sostenibile è cruciale nell’attuazione del Pnrr e il raggiungimento degli obiettivi richiesti dall’Europa. “L’Italia deve far la propria parte”, è l’appello lanciato da Silvia Compagnucci, vicepresidente di I-Com. “Il raggiungimento degli obiettivi, deve passare anche da questo lavoro sulla mobilità sostenibile”. C’è tuttavia un ritardo a livello di gestione delle infrastrutture. A livello autostradale, Fernando De Maria, Director Businnes Operation di Autostrade per l’Italia, ha evidenziato un dato che, dalla tragedia del Ponte Morandi, sembra essere sotto gli occhi di tutti. “Molte infrastrutture sono vecchie. Possiamo sì ammodernare, ma non sempre basta. Per questo abbiamo chiesto un tavolo al Mit, per far inglobare alcuni interventi indispensabili al Pnrr”. Un contributo alla digitalizzazione si è offerto di darlo Ferrovie dello Stato. Germano Guglielmi ha affermato che si sta lavorando per mettere “la fibra riservata alle ferrovie a disposizione anche di soggetti terzi”. Un obiettivo ambizioso, che richiederà una serie di interventi per la messa a terra del piano.

La strada è tracciata. Le sfide all’orizzonte sono molteplici, ma dalla conclusione della tavola rotonda emerge la volontà di effettuare un cambio di passo. “Il gioco di squadra è fondamentale”, ha concluso Alessandra Santacroce. “Ciascuno, nell’ambito del proprio ruolo, può mettere a disposizione una visione per la ripresa e la resilienza. Noi di Ibm abbiamo voluto avviare questo percorso di analisi e spunti, per fornire la nostra prospettiva al servizio di queste priorità”.

 

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