Di fronte alla crescente centralità dell’Indo-Pacifico, il governo presenta la sua strategia per il quadrante, basata sulle collaborazioni e le partnership internazionali con i Paesi della regione e con gli attori coinvolti nella sua sicurezza. Pubblichiamo l’audizione del sottosegretario agli Esteri, Maria Tripodi, alla Commissione Esteri della Camera, nell’ambito delle attività del Comitato permanente sulla politica estera nell’Indo Pacifico
L’Indo-Pacifico è una regione sempre più cruciale per i futuri equilibri globali. I dati parlano chiaro: l’area contribuisce per i 2/3 alla crescita economica mondiale; vi transita il 90% del traffico commerciale marittimo del pianeta.
Nella regione sono in moto processi di enorme rilevanza geo-strategica ed economica: le crescenti tensioni geo-politiche tra i suoi attori chiave; le sfide legate alla libertà e alla sicurezza dei mari e alle catene di approvvigionamento; gli effetti estremi del cambiamento climatico; le conseguenze della guerra in Ucraina e i riverberi della crisi in Medio Oriente.
Il Governo è pienamente consapevole della crescente importanza dell’Indo-Pacifico e ha da subito intensificato gli sforzi per rafforzare la nostra presenza nella regione.
Il nostro è un approccio inclusivo, che mira alla collaborazione con tutti i partner dell’area, comprese le Organizzazioni regionali, e ad assicurare la libertà e la sicurezza delle vie di comunicazioni marittime ed aeree, nel pieno rispetto di quanto previsto dal diritto internazionale del mare, ed in particolare dalla Convenzione di Montego Bay del 1982.
Abbiamo sostenuto l’adozione della Strategia UE per la cooperazione nell’Indo-Pacifico del 2021 e siamo impegnati per la sua piena attuazione in tutti ambiti prioritari: prosperità sostenibile e inclusiva, transizione verde, governance degli oceani, partenariati digitali e tecnologici, connettività, sicurezza e difesa, sicurezza umana. L’ho ribadito, da ultimo, al II Forum Ministeriale sull’Indo-Pacifico lo scorso maggio a Stoccolma.
Siamo lavorando per rafforzare la cooperazione con le Organizzazioni Regionali, che rappresentano un importante strumento per la promozione di pace, stabilità, integrazione e, dunque, crescita economica.
Questo vale per l’ASEAN (l’Associazione dei Paesi del Sud Est asiatico), con cui abbiamo un partenariato consolidato, per il PIF (Forum delle Isole del Pacifico), cui l’Italia è associata con lo status di Partner di Dialogo sin dal 2007 e per la IORA (l’Associazione dei Paesi che si affacciano sull’Oceano Indiano), di cui siamo partner dal 2019.
L’ASEAN, in particolare, costituisce l’Organizzazione con il più elevato tasso di integrazione in Asia.
Numerose iniziative di capacity building a favore dei partner ASEAN sono già state organizzate in svariati ambiti, quali l’anti-terrorismo, la sicurezza cibernetica, la protezione dei civili nelle missioni di mantenimento della pace, la tutela del patrimonio culturale, l’anti-pirateria e il diritto del mare.
A queste seguiranno nuove attività di formazione in materia di contrasto al crimine organizzato, gestione delle coste e pesca sostenibile, protezione ambientale, formazione di magistrati, meccanizzazione agricola.
Crescente è l’attenzione verso il PIF e le piccole isole del Pacifico (dalle Cook alla Micronesia, da Nauru e Palau alle Marshall o Papua Nuova Guinea, solo per citarne alcune). Per le loro ridotte dimensioni presentano problematiche di sviluppo e una notevole vulnerabilità ai cambiamenti climatici.
Abbiamo di recente finanziato diverse iniziative a favore delle Isole del Pacifico, per accrescerne le competenze in materia di protezione civile, sviluppo sostenibile e gestione delle coste. Senza dimenticare il contributo di 250.000 euro assicurato ad UNOPS – l’ufficio delle Nazioni Unite che supervisiona progetti e servizi forniti dalle Agenzie ONU – per la realizzazione della “Rising Nations Initiative” per proteggere gli atolli del Pacifico dalle conseguenze del cambiamento climatico. Abbiamo anche destinato 80mila euro a UNWOMEN – Entità delle Nazioni Unite per l’eguaglianza di genere e l’empowerment femminile – a sostegno della nascente “Rete delle donne mediatrici del Pacifico”.
Per ribadire la nostra attenzione agli Stati del Pacifico, anche in qualità di Partner di Dialogo del PIF, il 7 novembre scorso il collega Silli ha preso parte al 52esimo Vertice del Forum ospitato dalle Isole Cook.
Intendiamo inoltre estendere la collaborazione, sinora circoscritta ai settori della blue economy, con lo IORA, l’Associazione degli Stati rivieraschi dell’Oceano Indiano, di cui l’Italia è Dialogue Partner dal 2019. Gli ambiti prioritari sono la protezione e sicurezza marittima.
Oltre ai rapporti con le Organizzazioni regionali, l’Italia è impegnata nel rafforzamento dei rapporti bilaterali con i principali attori dell’Indo-Pacifico.
A partire dalla Cina.
È innegabile che Pechino, nonostante le divergenze anche profonde su alcune questioni chiave, rappresenti un interlocutore cruciale e ineludibile, sia per affrontare le sfide globali – penso al cambiamento climatico, all’insicurezza alimentare ed energetica – sia per gestire responsabilmente scenari di crisi, a partire dall’aggressione russa all’Ucraina.
Insieme ai partner UE e G7 condividiamo l’obiettivo di mantenere con la Cina un dialogo costruttivo, particolarmente necessario in una fase così delicata del contesto internazionale.
Abbiamo quindi ripreso il dialogo politico bilaterale, culminato nell’incontro tra il Presidente del Consiglio Meloni e il Primo Ministro cinese Li Qiang a margine del Vertice G20 di Delhi, preceduto di qualche giorno dalla missione a Pechino del Vice Presidente Tajani, che ha presieduto con il Ministro degli Esteri Wang Yi l’undicesima sessione del Comitato Governativo Italia-Cina.
Dai lavori del Comitato Governativo è emersa un’agenda aggiornata di iniziative congiunte, in particolare negli ambiti economico-commerciale, scientifico, sanitario, ambientale, culturale e dei rapporti tra le rispettive società civili.
Il Vice Presidente Tajani ha voluto convogliare alla parte cinese la volontà – ribadita poi dal Presidente Meloni al Primo Ministro Li – di avviare una nuova fase della cooperazione con la Cina, più adeguata al mutato contesto internazionale e alle nuove sfide planetarie.
Occorre aggiornare e approfondire il Partenariato Strategico Globale Italia-Cina che dal 2004 rappresenta la cornice di riferimento delle relazioni bilaterali.
La Cina rappresenta, un partner economico-commerciale strategico per il nostro Paese, come testimonia il volume dell’interscambio bilaterale (quasi 74 miliardi di euro nel 2022) e l’interesse delle nostre aziende nei confronti del mercato cinese.
Per poter sfruttare a pieno tali opportunità, è necessario correggere il crescente disavanzo, lavorando per il riequilibrio della bilancia commerciale e per il miglioramento delle condizioni di accesso degli operatori economici italiani al mercato cinese. L’Italia è fermamente impegnata, assieme all’Unione Europea, nel raggiungimento di questi obiettivi.
Cruziali sono le relazioni con il Giappone, che oggi attraversano un’eccellente congiuntura. Lo testimonia il rafforzamento del dialogo politico e della collaborazione economico-industriale a seguito dell’avvio – lo scorso gennaio – del Partenariato Strategico bilaterale.
Il partenariato con Tokyo si fonda su radici profonde, a partire dalla comune identità di democrazie liberali e di economie di mercato avanzate.
Su tali premesse, Italia e Giappone operano in sinergia nei maggiori consessi multilaterali, dalle Nazioni Unite al G7 al G20.
Pieno è stato il nostro sostegno alla Presidenza giapponese del G7, da cui raccoglieremo presto il testimone.
La comune partecipazione, insieme al Regno Unito, al programma “Global Combat Air Programme” per lo sviluppo del caccia multiruolo di sesta generazione, è un’evidente dimostrazione di questa unità di intenti e dell’ormai chiara consapevolezza che la sicurezza dell’Europa, del Mediterraneo e dell’Indo-Pacifico sono profondamente interconnesse.
Il Giappone è per noi un partner strategico anche sotto il profilo economico-commerciale, come dimostrato dalla progressiva crescita del nostro volume di interscambio, che ha raggiunto nel 2022 oltre 13 miliardi di euro.
Le nostre imprese dialogano proficuamente e con fiducia con quelle giapponesi, in un ambiente giuridico sicuro e affidabile. Il nostro export ha inoltre potuto beneficiare dei frutti dell’Accordo di Partenariato Economico tra UE e Giappone.
Altro partner strategico per l’Italia – anche per la sua cruciale posizione geografica – è la Corea del Sud, cui ci legano una forte comunanza di valori, consolidati interessi economici e affinità nelle visioni geopolitiche e nelle alleanze.
Si è da poco conclusa la visita di Stato del Presidente della Repubblica, svoltasi alla vigilia delle celebrazioni del 140° anniversario delle relazioni diplomatiche, che cadrà nel 2024.
La visita ha dato prova della comune volontà di collaborare per garantire pace, stabilità e sicurezza – anche economica – all’Indo-Pacifico, anche alla luce delle condivise preoccupazioni per le sfide di sicurezza poste dal regime nordcoreano.
In occasione della missione sono stati firmati alcuni importanti Protocolli d’intesa, in materia di ricerca di base, collaborazione spaziale e nel settore delle alte tecnologie, con un focus specifico sui semiconduttori, ambito che vede la Corea del Sud tra i leader mondiali assieme a Taiwan, USA e Giappone.
Con l’India, nell’anno in cui celebriamo il 75mo anniversario delle relazioni diplomatiche, i nostri rapporti bilaterali hanno fatto registrare un vero e proprio salto di qualità.
Al lancio del Partenariato Strategico il 2 marzo scorso hanno fatto seguito la firma dell’accordo di Difesa il 9 ottobre e dell’accordo su Migrazione e Mobilità il 2 novembre.
Il dialogo politico si è fortemente intensificato, come ha dimostrato la recente visita del Ministro degli Esteri indiano Jaishankar, che ha incontrato oltre al Vice Presidente e Ministro Tajani, il Presidente Mattarella, e i Ministri Crosetto e Urso, a dimostrazione della vastità degli ambiti di partenariato.
Come sapete, il Ministro Jaishankar è stato anche audito in seduta congiunta dalle Commissioni Esteri/Difesa e Politiche dell’Unione Europea di Senato e Camera. In quell’occasione, egli stesso ha ribadito la propria fiducia nelle enormi potenzialità del partenariato strategico Italia-India, l’interesse indiano per il Mediterraneo e l’apprezzamento per l’attenzione che l’Italia dedica concretamente all’Indo-Pacifico.
Anche la cooperazione economica bilaterale non è mai stata così promettente: in soli due anni, il volume degli scambi è raddoppiato, raggiungendo un valore record di quasi 15 miliardi di euro nel 2022.
Ricordo che il cavo dati BlueMed&Raman di Telecom Italia Sparkle, che collegherà Genova a Mumbai, ha un enorme valore strategico, come anche la crescente collaborazione nel settore dello spazio e della transizione energetica, tra gli altri.
La nostra rete di amicizia e partenariati nell’area non si ferma qui. Abbiamo rilanciato le nostre relazioni anche con altri paesi emergenti, come dimostra l’intensificazione degli scambi di visite con il Vietnam, nostro primo partner commerciale in ASEAN.
Quest’anno, in cui ricorrono i 50 anni delle relazioni diplomatiche e il decimo anniversario del Partenariato Strategico, abbiamo accolto – nel luglio scorso – il Presidente Thuong in visita di Stato.
La visita è stata preceduta dalla mia missione ad Hanoi del febbraio 2023, dalle consultazioni politiche da me tenute con la Vice Ministra Hang a Roma a marzo e dall’ottava Commissione Economica Mista, che ho avuto il piacere di presiedere con il Vice Ministro dell’Industria e del Commercio An.
Contatti politici davvero intensi, che non hanno mancato di produrre risultati concreti: dalla firma di tre Accordi in materia giudiziaria, al Protocollo Esecutivo Culturale 2023-2026, al sostegno all’ambizioso processo di transizione energetica vietnamita, con un nostro contributo di 500 milioni di euro nell’ambito della Just Energy Transition Partnership, iniziativa assunta nel quadro delle Programma della Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), volta a favorire la decarbonizzazione delle economie in via di sviluppo.
Altro partner ASEAN di primario interesse è Singapore, non solo per il suo ruolo di hub finanziario e logistico, ma per la sua grande capacità di “intermediazione culturale”, politica ed economica tra l’Occidente e i Paesi asiatici.
I flussi commerciali bilaterali sono in costante crescita (+25% nei primi sette mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno).
Trecento aziende sono presenti in settori cruciali (energia, automotive, manifatturiero, bancario, industria medica, green economy e agroindustria).
Ottima è la collaborazione scientifica, tecnologica e accademica grazie alla presenza di numerosi ricercatori italiani che spesso occupano posizioni di alto livello negli atenei locali, come ho potuto constatare nel corso della mia visita lo scorso febbraio.
Con eguale determinazione perseguiamo il rafforzamento delle relazioni con l’Indonesia: sede del Segretariato ASEAN, unico membro dell’Organizzazione ad essere parte del G20, paese musulmano moderato, con cui l’Italia è impegnata anche in un importante dialogo inter-religioso.
L’attenzione nei confronti del Paese è stata ribadita in occasione del colloquio fra il Presidente del Consiglio Meloni e il Presidente indonesiano Jokowi a margine del Vertice G20 a New Delhi lo scorso settembre.
Anche Jakarta gode del sostegno italiano in materia di transizione verde mediante un contributo finanziario di 250 milioni di euro alla Just Energy Transition Partnership.
Tra i partner ASEAN cui riserviamo particolare attenzione figura anche la Malesia, Paese in crescita economica, dotato come l’Indonesia di importanti riserve petrolifere e di gas naturale, fondato su una visione multi-confessionale e multi-etnica (vi convivono infatti la maggioranza malay con minoranze cinesi e indiane).
Il 23 novembre il Sottosegretario Silli – primo esponente di Governo dal 2017 – sarà in visita in Australia, con tappe a Canberra, Melbourne e Sidney. L’Australia è membro del Quad e di Aukus e va acquisendo un ruolo crescente negli equilibri securitari della regione.
Ricordo anche il colloquio tra il Presidente Meloni e il Primo Ministro Anthony Albanese, a margine del Vertice G20 di Bali nel novembre 2022, e il ruolo positivo e dinamico dell’ampia comunità di origine italiana, costituita da oltre un milione di italo-discendenti (come lo stesso premier australiano).
Il nostro impegno nell’Indo-Pacifico è rivolto anche alla grave crisi che da quasi tre anni sta interessando il Myanmar, dopo il colpo di Stato del primo febbraio 2021.
L’Italia continua ad essere in prima linea, in ambito UE, ONU e con i partner dell’area (inclusa l’ASEAN), per:
Porre fine alla repressione del regime militare birmano, che finora ha provocato circa 4.200 vittime civili e portato a quasi 25.400 arresti;
Accrescere la pressione sulla Giunta (mediante gli strumenti sanzionatori UE);
Promuovere un dialogo inclusivo con l’opposizione democratica, come condizione necessaria per il ripristino del processo di transizione democratica bruscamente interrotto dal golpe.
Guardando agli scenari futuri, vi è un concreto rischio che le tensioni regionali nell’Indo-Pacifico, ove dovessero degenerare in crisi vere e proprie, possano produrre effetti negativi su scala globale.
Mi riferisco in particolare alle contese territoriali nei Mari Cinesi Meridionale e Orientale e all’innalzamento della tensione nello Stretto di Taiwan.
In stretta sintonia con i partner G7 e UE, riteniamo essenziale preservare la stabilità e la sicurezza della regione, in particolare lo status quo nello Stretto di Taiwan. Ci opponiamo quindi ad ogni tentativo unilaterale di alterarlo con la minaccia o con l’uso della forza.
Le tensioni nell’Indo-Pacifico si intrecciano alla crescente competizione strategica tra Stati Uniti e Cina.
Guardiamo pertanto con grande favore all’attuale impegno di Washington e Pechino nel ricercare un pragmatico e costruttivo dialogo, che consenta di chiarire il perimetro e gli obiettivi delle rispettive iniziative, diminuendo la probabilità di eventuali “errori di calcolo”.
È quindi senz’altro positiva la ripresa di alcuni formati di dialogo settoriale sino-americano che erano sospesi da tempo, a cominciare da quelli sulle questioni marittime e sul controllo degli armamenti e non proliferazione.
Si tratta di settori in cui il rafforzamento del dialogo è quanto mai necessario al fine di una gestione responsabile della competizione strategica e conseguente stabilizzazione del rapporto bilaterale USA-Cina. Auspichiamo che possano presto riprendere anche i meccanismi di contatto in ambito militare.
Il colloquio di ieri tra i Presidenti Biden e Xi a margine del Summit APEC di San Francisco rappresenta il culmine di tali sforzi.
Coerentemente con il nostro approccio aperto e costruttivo, accogliamo con favore questo processo di riavvicinamento tra le due grandi potenze mondiali, tanto più importante alla luce del delicato contesto internazionale.
Signor Presidente, Onorevoli colleghi,
Dopo anni di assenza, l’Italia è tornata a svolgere un ruolo da protagonista nell’Indo-Pacifico.
Vorrei ricordare la missione svolta nelle acque dell’Indo-Pacifico dal pattugliatore della Marina militare “Francesco Morosini”, la cui campagna ha toccato ben 14 Paesi della regione.
La nostra presenza sarà arricchita dalla campagna addestrativa di Nave Vespucci, che l’anno prossimo giungerà nell’area, nel contesto del giro del mondo avviato lo scorso luglio.
Rimane indispensabile continuare a lavorare insieme con il Parlamento, nel rispetto dei propri ruoli, per consolidare la nostra presenza in una regione così cruciale per i futuri scenari globali.
Il contributo di questo Comitato sarà in questo senso significativo. E mi congratulo per il lavoro che avete iniziato a svolgere.
L’Indopacifico sarà tra le priorità della Presidenza italiana del G7. L’Italia opererà con impegno e con la forza che le deriva dall’essere percepita come interlocutore credibile ed equilibrato da tutti gli attori della regione.