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Chi risica e chi rosica. Il centrodestra e la grana delle regionali

Sardegna, Basilicata, Trentino, il centrodestra si muove sulle regionali e non tutto fila liscio, anzi. Ecco cosa sta succedendo nel risiko delle candidature

Nel centrodestra è ufficialmente scoppiata la grana regionali. A dar fuoco alle polveri, venerdì scorso, la mossa del vecchio-nuovo governatore del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, che a sorpresa ha deciso di escludere la sorella d’Italia Francesca Gerosa dalla vicepresidenza della giunta provinciale contravvenendo agli accordi preelettorali. Per tutta risposta FdI ha ritirato i suoi (oltre a Gerosa c’è Claudio Cia, indicato come assessore alla Casa e ai Trasporti) minacciandone le dimissioni e ventilando un salomonico appoggio esterno: “Daremo il nostro contributo alla giunta anche senza farne parte”, ha dichiarato con toni sibillini il commissario regionale Alessandro Urzì. Oggi, forse, si capirà qualcosa di più.

Nel frattempo, l’incendio innescato dalla Fiamma tricolore si è allargato anche alla Sardegna dove, a quanto pare, ad avere problemi non è solo il centrosinistra. In pochi sull’Isola sembrano infatti gradire l’idea di un bis per il segretario sardista Christian Solinas, fedele proconsole di Salvini sull’altra sponda del Tirreno: dopo giorni di mugugni sussurrati off the records, Fratelli d’Italia ha ufficializzato attraverso la coordinatrice regionale Antonella Zedda la propria indisponibilità a sostenere un secondo mandato del leader Psd’Az, la cui ricandidatura è stata nel frattempo rilanciata dal consiglio nazionale del partito riunito tre settimane fa a Bonarcado (Oristano). Sarà pure una coincidenza ma nei corridoi di Palazzo Bacaredda – sede del Comune di Cagliari – continuano intanto a rincorrersi con sempre maggiore insistenza le voci di una possibile “promozione” alla Regione dell’attuale sindaco, il meloniano Paolo Truzzu, la cui investitura potrebbe però essere insidiata da quella del deputato forzista Pietro Pittalis, sul quale Antonio Tajani non si è però ancora sbilanciato.

Dove Forza Italia tiene il punto è invece la Basilicata, altra regione coinvolta nel risiko delle poltrone. Qui i rumors su una possibile candidatura del salviniano di ferro Pasquale Pepe in cambio della rinuncia da parte del Carroccio alla poltrona di governatore sardo hanno mandato su tutte le furie il leader azzurro. Intervistato da Affaritaliani.it, Tajani ribadisce che il generale Vito Bardi, governatore uscente di stretta osservanza forzista, non si tocca: “La sua candidatura non è in discussione”.

Chi davvero non sembra (per ora) in discussione sono il governatore abruzzese di Fratelli d’Italia Marco Marsilio e quello forzista del Piemonte, Alberto Cirio. Mentre per litigare sul futuro dell’Umbria – guidata dalla leghista Donatella Tesei, già blindata da Matteo Salvini – ci sarà tempo fino al prossimo autunno. Parafrasando un celebre adagio di Blaise Pascal, si potrebbe chiosare affermando: “Il cuore ha le sue regioni che la regione non conosce affatto”. Che dire: ne vedremo delle belle.

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