L’intervento del premier inglese è stato il più importante e non solo perché il Regno Unito, Ue o non Ue, resta ancora un riferimento fondamentale della politica internazionale, ma perché Sunak ha offerto alla premier italiana un pedigree, paragonandola a Thatcher, la lady di ferro che fu primo ministro nel Regno Unito dal 1979 al 1990. La rubrica di Pino Pisicchio
Chissà se gli illustri ospiti della ribalta di Castel Sant’Angelo, introdotti dalla padrona di casa Meloni, sono stati edotti sulla semantica fantasy evocata dal misterioso Atreju che fa da brand alla kermesse, oppure sono arrivati sul palco ignari della favoletta di Michael Ende, Die unendliche Geschichte, in italiano La storia infinita, da cui è tratto il prestito. Forse erano lì soltanto per compiacere la premier italiana e fare un piacere a sé stessi negli interessi – finanziari e politici – coltivati nel proprio spazio vitale. E poi, a dirla tutta, non è che ci sta poi tanto male Elon Musk con il fantasy, con quella faccia di bambino insoddisfatto e incline al dispetto, e quella predilezione ludica che va dalla terra alla luna andata e ritorno. Non avendo potuto esibirsi quest’estate nei ludi vigorosi con il compagno di giochi Zuckerberg al Colosseo, almeno, avrà pensato, facciamo qualcosa al Castello, che ha visto Tosca, Cavaradossi e Scarpia passeggiargli sopra col loro drammone di Victorien Sardou benedetto da Giacomo Puccini. Per il resto il ragazzaccio che gioca con le navicelle spaziali si è tenuto sulla linea pro-infanzia che meglio si attaglia alle sue fattezze ed è giunto sul palco col pargolo per convincere il popolo del Belpaese a fare più figli per evitare la cancellazione della cultura italiana, in perfetta linea con lo skill del perfetto fratello d’Italia. Quando si dice la cancel culture…
Ma anche Edi Rama, il premier albanese, un po’ di fantasy ce l’ha dovuta mettere per venire a raccontare che l’incaglio dell’ asse “Roma-Tirana” sulla gestione dei migranti intercettati nelle acque italiane e poi spediti nei centri battenti il tricolore in suolo albanese, non è uno stop della Corte Costituzionale locale ma solo una trascurabile formalità. Dopo la grancassa suonata in Italia sullo “storico accordo”, la conferma del primo ministro della nazione delle Aquile, diventava necessaria.
Ma la presenza politicamente più densa è stata quella di Rishi Sunak, il premier britannico che inventò la formula “impacchetto il migrante e lo spedisco in Ruanda”, senza peraltro riuscire a farla partire, che è giunto a Castel Sant’Angelo per rivendicare il copyright sulla sua creatura replicata dal patto Meloni-Rama. Sunak ha parlato con enfasi dell’amicizia e della colleganza ideologica che lo lega a Meloni e della comune visione sulla necessità di una difesa dell’identità nazionale, componendo così il mosaico programmatico-valoriale della nuova destra italiana: dalla difesa della “nazione” attraverso l’incremento delle nascite (Musk), alla sorveglianza occhiuta dei suoi confini via mare per evitare indesiderate contaminazioni (Rama), all’ identità nazionale da tutelare (Sunak).
Ma l’intervento del premier inglese è stato il più importante e non solo perché il Regno Unito, Ue o non Ue, resta ancora un riferimento fondamentale della politica internazionale e, in un contesto europeo in cui Germania e Francia non appaiono particolarmente entusiasti di fare aperture di credito nei confronti di Giorgia Meloni, a cui era rimasta solo l’amicizia di Orban e di qualche altro ultrà della destra europea, rappresenta un bel sospiro di sollievo. Anche se viene regalato da un Brexit.
Ma c’ è un di più: Sunak ha offerto alla premier italiana un pedigree, paragonandola a Thatcher, la lady di ferro che fu primo ministro nel Regno Unito dal 1979 al 1990. Leader dei conservatori inglesi dal 1975, e prima donna a ricoprire la carica di capo del governo, caratterizzò col suo carattere deciso un’ intera stagione politica legando il suo nome al thatcherismo, sintesi del conservatorismo con le teorie neoliberiste e monetariste di Friedman. Ecco: un’ icona per Meloni alla ricerca di una nobiltà politica che forse nel suo pantheon non riesce a trovare. Quanto a nobiltà non si discute: Margaret venne insignita dalla Regina del titolo nobiliare di Baronessa di Kesteven nella contea di Lincolnshire. Mica pizza e fichi..