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Dopo Sunak ad Atreju, Cameron a Roma. Incontri e telefonate sull’asse Italia-Uk

Dopo Sunak ad Atreju e a Palazzo Chigi, il ministro Piantedosi ha sentito l’omologo Cleverly e Tajani accoglie Cameron alla Farnesina per un incontro sul G7. Per l’ex premier britannico le sfide attuali richiedono uno stretto coordinamento con gli alleati europei

Di rientro dal funerale di Nawaf Al-Ahmad Al-Jaber Al Sabah, emiro del Kuwait, David Cameron, segretario agli Esteri britannico, ha deciso di fare tappa in Francia e in Italia. In agenda incontri con Emmanuel Macron e Catherine Colonna, rispettivamente presidente francese e ministra degli Esteri, e con Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano. Cancellato l’incontro con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, che ha annullato tutti gli impegni odierni “a causa di uno stato influenzale”, come comunicato da Palazzo Chigi.

L’agenda di Cameron

Un cessate il fuoco “sostenibile” a Gaza, l’impegno verso l’Ucraina e il contrasto all’immigrazione sono i temi sull’agenda di Cameron. “Nel momento in cui ci troviamo ad affrontare alcune delle più grandi sfide alla sicurezza internazionale da una vita a questa parte, la nostra risposta deve essere una risposta di forza e resilienza con i nostri alleati europei”, ha dichiarato prima di raggiungere Parigi. Accolto dall’amico Ed Llewellyn, suo ex capo di gabinetto a Downing Street e oggi ambasciatore britannico a Roma, Cameron ha preso parte alla Farnesina alla Conferenza degli ambasciatori sul G7.

La tappa romana

La tappa romana di Lord Cameron, tornato a sorpresa nelle scorse settimane a far parte del gabinetto britannico dopo le dimissioni di metà 2016 dopo la vittoria del Leave al referendum sulla Brexit, conferma il momento positivo per le relazioni bilaterali. A fine aprile i due governi hanno firmato un memorandum d’intesa sulla cooperazione bilaterale rafforzata mettendo a sistema iniziative congiunte in ambiti di collaborazione prioritari (sicurezza e difesa, energia, clima e ambiente, migrazione, economia, scienza e innovazione). La scorsa settimana, assieme al Giappone, hanno firmato il trattato per la nuova organizzazione governativa per il Global Combat Air Programme, progetto per il caccia di sesta generazione.

Sunak a Palazzo Chigi e ad Atreju

Sabato il primo ministro Rishi Sunak è stato ospite ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia, dopo aver incontrato Meloni, leader di quel partito. “Con Giorgia abbiamo un’amicizia molto solida, forte”, ha dichiarato alla platea. “Condividiamo interessi e valori, siamo atlantisti, conservatori, sosteniamo la Nato, contro l’aggressione della Russia all’Ucraina”. Così, invece, sul tema priorità per entrambi anche nel rapporto bilaterale, l’immigrazione: “Oggi dobbiamo applicare il radicalismo di [Margaret] Thatcher all’immigrazione illegale, gli oppositori vogliono mettere testa sotto la sabbia ma non si può fare. La situazione non è più sostenibile, non è corretto e non è morale”, ha affermato Sunak affrontando il tema della crisi migratoria, “Decidiamo noi chi deve entrare, non le bande criminali”, ha detto ancora. E sottolineando che “Giorgia ha firmato un accordo con l’Albania e io con il Ruanda” sui migranti, “noi vogliamo scardinare il modello criminale” dell’immigrazione illegale.

La telefonata tra Piantedosi e Cleverly

Lunedì pomeriggio Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo britannico, James Cleverly, segretario per gli Affari interni. “Il rapporto tra i nostri due Paesi vive un momento di grande sintonia e pragmatica collaborazione”, ha dichiarato. “I continui contatti e il recente incontro a Roma tra i nostri premier testimoniano ancora una volta lo stretto rapporto tra i nostri Paesi e la concordanza di prospettive su vari temi, in particolare quello migratorio”, ha aggiunto. Nel corso del colloquio, definito proficuo dal Viminale, i due ministri hanno condiviso la convinzione che bisogna lavorare insieme per una sempre più efficace azione nei principali Paesi terzi di transito dei flussi migratori. È ciò che a Londra definiscono approccio upstream e che a Roma dovrebbe essere alla base dell’annunciato Piano Mattei per l’Africa. “Per quanto riguarda il flusso delle partenze via mare bisogna continuare l’azione di contrasto al traffico dei migranti, prevenire le partenze irregolari e potenziare i rimpatri volontari assistiti verso i Paesi di origine”, ha concluso Piantedosi.


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