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Caccia ai terroristi come dopo Monaco ’72, ma poi? Le carte del Mossad

Il direttore Barnea ribadisce che l’agenzia darà la caccia a Hamas per l’attacco del 7 ottobre. Serve a ripristinare la deterrenza. Per il post, però, serve una strategia

David Barnea ha scelto il funerale di Zvi Zamir, uno di quelli che l’hanno preceduto alla guida del Mossad, per ribadire che Israele cercherà ed eliminerà qualsiasi dirigente o operativo di Hamas che ha preso parte all’attacco del 7 ottobre. Non sembra casuale il fatto che il direttore dell’agenzia di intelligence israeliana abbia deciso di pronunciare queste parole a margine della cerimonia di addio a Zamir, che è stato a capo del servizio dal 1968 al 1974, coordinando sia le prime fasi dell’operazione Ira di Dio in risposta al massacro di Monaco di Baviera del 1972 perpetrato da Settembre Nero che uccise undici atleti israeliani, sia le attività precedenti e immediatamente successive alla guerra del Kippur del 1973 grazie a un informatore dal nome in codice “l’angelo”, ovvero l’uomo d’affari egiziano Ashraf Marwan, che operava nella cerchia del presidente Anwar Sadat.

“Ogni madre araba sappia che se suo figlio ha preso parte al massacro” del 7 ottobre, “ha firmato la propria condanna a morte”, ha detto Barnea all’indomani dell’uccisione a Beirut, in Libano, di Saleh al Arouri, vice capo politico di Hamas, attribuita – ma non rivendicata – a Israele. La citazione, ha evidenziato la stampa locale, è una parafrasi di una famosa frase del primo primo ministro israeliano David Ben Gurion, che disse in un discorso del 1963: “Ogni madre ebrea sappia che ha affidato il destino dei suoi figli a comandanti degni di ciò”.

Anche il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ricordato l’ex direttore, morto a 98 anni, lanciando messaggi nella stessa direzione. Infatti, ricordato come sotto la sua guida “il Mossad ha svolto operazioni ardite per raccogliere informazioni di intelligence e per sventare attentati”. Fra queste, si legge nella nota, “operazioni intraprese in tutto il mondo contro l’organizzazione palestinese Settembre Nero, responsabile della uccisione degli atleti israeliani a Monaco” nel corso delle Olimpiadi del 1972.

La differenza tattica tra quel che accade oggi e l’operazione Monaco, iniziata a Roma con l’uccisione di Wael Zwaiter, “sta nel fatto che allora furono tutte operazioni segrete del Mossad tranne un raid congiunto di esercito e Mossad a Beirut”; ha spiegato al Tg5, sotto anonimato, uno dei componenti dell’unità del servizio segreto israeliano che prese parte all’operazione. “L’ultima operazione segreta fu contro il capo di Settembre Nero, Ali Hassan Salame, uno dei capi del massacro di Monaco. Oggi è una guerra dichiarata come tempi e obiettivi, in cui sono impegnati tutte le nostre forze speciali dall’esercito al Mossad”.

In realtà, i capi dell’intelligence e dell’esercito israeliano cercando una strategia che includa gli assassinii senza dipendere da essi. “Non sono una strategia per una vittoria globale, ma un passo tattico che risolve alcuni problemi nel breve termine”, hanno scritto Yossi Melman e Dan Raviv sul Time citando i dubbi dei veterani. Servono “se non altro a ripristinare la deterrenza dopo il disastro di ottobre”.


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