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I privati alla conquista della Luna. Ecco la missione del Vulcan

Il lancio del nuovo razzo Vulcan di United launch alliance, joint venture tra Lockheed Martin e Boeing, con a bordo il primo lander lunare commerciale della storia, segna un nuovo passo nella presenza dei privati quali attori protagonisti della competizione spaziale

Nella gara ai lanciatori commerciali, un nuovo razzo riutilizzabile ha fatto il suo debutto con successo, diventando un potenziale competitor anche degli ormai rodati Falcon 9 di SpaceX. È il caso del Vulcan, lanciatore riutilizzabile realizzato dalla United launch alliance, joint venture costituita nel dicembre 2006 da Lockheed Martin e Boeing, che ha effettuato con successo il suo lancio inaugurale decollando da Cape Canaveral, in Florida, diretto verso la Luna come parte della missione Cert-1, il cui obiettivo è portare per la prima volta sul suolo lunare un veicolo costruito da un’azienda privata. Si tratta del lander Peregrine, costruito da Astrobotic, a bordo del quale ci sono esperimenti della Nasa, nell’ambito del programma Artemis per il ritorno del prossimo uomo e la prima donna sulla Luna. Se Peregrine dovesse effettuare il soft landing con successo, significherebbe il ritorno statunitense sulla Luna dall’ultima missione Apollo, nel 1972. Inoltre, sarebbe il primo veicolo costruito da un’azienda privata ad essere portato sulla Luna. Il rover dovrebbe raccogliere dati utili alla futura esplorazione umana del satellite.

Un lander privato

Alto quasi due metri e largo due metri e mezzo, il lander Peregrine può trasportare carichi per novanta chili in quella che, oltre a essere un’impresa scientifica, è una missione carica di simboli. L’arrivo di un privato sulla Luna segna infatti un passo importante per la Space economy e la missione Cert-1 è condotta nell’ambito del programma commerciale promosso dalla Nasa, Commercial lunar payload services. Gli oltre venti carichi a bordo appartengono ai sette Paesi che partecipano alla missione: sei sono della Nasa, uno dell’agenzia spaziale messicana Aem, uno del Regno Unito, uno dell’Ungheria, due della Germania uno del Giappone, uno delle Seychelles e gli altri otto di università e aziende degli Stati Uniti.

Il razzo Vulcan

Alto quasi 62 metri e dal diametro di 5,4 metri, il razzo ha due motori, chiamati Be-4 e costruiti dalla Blue Origin, ed è alimentato a metano liquido. Il nuovo vettore, riutilizzabile, rappresenta una vera e propria sfida lanciata ai giganti della Space economy, a partire da SpaceX di Elon Musk, che ormai ha quasi monopolizzato il segmento dei lanciatori a stelle e strisce. Dei 109 lanci condotti da Washington nel 2023 (cifra che pone gli Usa ancora saldamente in cima alla lista dei Paesi spaziali, superando di gran lunga i 67 lanci di Pechino, i 19 di Mosca e i tre europei), ben 98 sono stati effettuati da SpaceX, di cui 91 con il Falcon 9. Facendo i conti, ciò significa che senza SpaceX gli Stati Uniti avrebbero lanciato solo 11 razzi anziché 109. Il lancio del Vulcan è stato osservato con interesse anche dalla Us Space Force, che ha commissionato ben undici future missioni a United launch alliance, a patto che i primi due lanci del Vulcan vadano a buon fine. Attualmente l’azienda ha già venduto settanta commissioni con il nuovo lanciatore, e anche Amazon prevede di mettere in orbita i satelliti del progetto Kuiper, il cui obiettivo è garantire la connessione Internet a banda larga nelle zone remote del mondo, attraverso il nuovo vettore.

Quale futuro per Ula (e il mercato dei lanciatori)

A fine dicembre 2023, il Wall Street Journal aveva riportato alcune indiscrezioni secondo le quali la United launch alliance avrebbe ricevuto delle offerte di acquisizione da parte di Blue Origin di Jeff Bezos, Cerberus, gigante del private equity guidato dal miliardario Stephen Feinberg, e da Textron, produttore di aviazione e difesa. Boeing e Lockheed Martin crearono la United launch alliance nel 2006, supportati dal Pentagono, con l’obiettivo di garantire la messa in orbita dei satelliti per la Difesa e l’Intelligence tramite i lanciatori Delta IV di Boeing e l’Atlas 5 di Lockheed Martin. Con l’abbattimento dei costi dei voli orbitali di SpaceX, connesso all’uso di lanciatori riutilizzabili, i servizi offerti da United launch alliance non furono più competitivi sul mercato. Il lancio del Vulcan riporta, dunque, i due giganti della Difesa nel cuore della competizione commerciale spaziale.

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