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Golden Power, il governo dice sì (con prescrizioni) a Tim e Kkr

Prima dell’apertura dei mercati la società ha comunicato con una nota il via libera del Consiglio dei ministri all’operazione che porterà la rete al fondo americano, che avrà il Tesoro al suo fianco. Tutti i dettagli

Durante la seduta di ieri, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera, con prescrizioni, all’operazione di Tim che porta alla cessione della rete a Kkr in cui il Tesoro sarà al fianco del fondo americano. Lo ha annunciato la società stamattina prima dell’apertura dei mercati.

LA NOTA DI TIM

“Il provvedimento autorizzativo, con il quale il Consiglio dei ministri ha esercitato i poteri speciali nella sola forma delle prescrizioni, ha fatto propri gli impegni presentati nel corso del procedimento”, si legge nella nota di Tim. “Si tratta di impegni ritenuti dal governo pienamente idonei a garantire la tutela degli interessi strategici connessi agli asset oggetto dell’operazione”, continua.

COSA DICE PALAZZO CHIGI

Il via libera con prescrizioni “rappresenta un ulteriore e fondamentale step nell’operazione” che riguarda NetCo (società che detiene sostanzialmente tutte le infrastrutture di rete fissa di Tim), “a tutela dell’interesse nazionale e a garanzia del controllo statale sugli asset strategici della rete primaria di telecomunicazione”, spiega una nota di Palazzo Chigi. “Si prevede un ruolo del governo nella definizione delle scelte strategiche, vengono assicurati tutti i presidi essenziali e garantita la supervisione allo Stato di tutti gli aspetti inerenti la sicurezza, la difesa e la strategicità della rete e dei relativi asset”, continua. “La delibera del Consiglio dei ministri recepisce nelle prescrizioni gli impegni che le parti hanno assunto a cominciare dalla creazione dell’organizzazione di sicurezza, dalla nomina del preposto di cittadinanza italiana, dalla competenza esclusiva su tutte le questioni incidenti sugli asset strategici, dal mantenimento in Italia delle attività di ricerca e manutenzione, e dal monitoraggio”, si legge ancora. “Si delinea quindi un quadro certo di supervisione strategica affidata allo Stato. Un passo avanti importante nella definizione complessiva dell’operazione, che procede secondo le tempistiche annunciate”, conclude la nota.

GENNAIO, MESE DI SPARKLE

Quello in mese è il mese decisivo per Sparkle, operatore globale e tra i leader al mondo nei cavi sottomarini. A fine gennaio, infatti, scade la richiesta per un’offerta vincolante migliorativa. Come sottolinea Equita, si starebbe cercando di colmare il gap valutativo con le aspettative di Tim indicato in 200 milioni (a novembre l’offerta prevedeva un valore di Sparkle di 600 milioni +150 milioni di earn-out). “Se arrivasse l’offerta vincolante per fine gennaio, questa potrebbe essere esaminata nel cda del 14 febbraio previsto per l’esame del preconsuntivo 2023”, scrivevano gli esperti della sim milanese a inizio mese.

E I SERVIZI?

Nelle scorse settimane l’amministratore delegato Pietro Labriola aveva spiegato i recenti sviluppi così: “Quello che stiamo facendo al di là della separazione della rete è di mantenere l’intelligenza dei servizi in quella che è ServiceCo”, vale a dire la nuova Tim, intesa come società dei servizi (Telsy, Noovle e Olivetti). Alla presentazione del primo microchip italiano per la cybersicurezza al ministero delle Imprese e del made in Italy aveva poi aggiunto: “Spesso si sente dire che stiamo dando via l’intelligenza e il futuro”, ma “non è assolutamente così”, “stiamo vendendo un asset passivo ma tutto quello che porterà lo sviluppo dei servizi rimane in Tim e continueremo a investire per avere servizi all’avanguardia”.

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