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Per una rinnovata sinistra sociale di ispirazione cristiana. Scrive Merlo

Una sinistra sociale di ispirazione cristiana, importante ieri e necessaria oggi, non può continuare ad essere assente nella politica italiana. Certo, deve essere parte di uno strumento politico, cioè di un partito, che non sia culturalmente e politicamente distinto, distante se non addirittura alternativo rispetto alla sua matrice ideale originaria. Pubblichiamo un estratto del volume “La sinistra sociale”, con la prefazione di mons. Vincenzo Paglia, firmato da Giorgio Merlo ed edito da Marcianum Press

La sinistra sociale di ispirazione cristiana continua ad essere una esperienza di straordinaria attualità nella cittadella politica contemporanea. Una esperienza che è maturata e si è consolidata storicamente all’interno della Democrazia Cristiana attraverso la corrente prima di Forze Sociali, poi di Rinnovamento e, infine, con Forze Nuove, la qualificata ed importante corrente di Carlo Donat-Cattin.

Un’area politica che ha tratto la sua linfa vitale dalla storia e dalla cultura del cattolicesimo sociale italiano e che ha rappresentato, da sempre, un elemento costitutivo e qualificante della intera esperienza del cattolicesimo politico. E, soprattutto, un’area politica che ha rappresentato un pezzo della società italiana all’interno del “partito italiano” per eccellenza, ovvero la DC.

Ma la sinistra sociale di ispirazione cristiana continua a conservare una straordinaria attualità, e modernità, anche nell’attuale contesto politico italiano. E questo non solo perché persiste una difficile se non addirittura drammatica “questione sociale” nel nostro Paese ma anche per la semplice ragione che la concreta rappresentanza dei ceti popolari non può che appartenere ad un’area politica che maggiormente è sensibile a quella dimensione.

E una sinistra sociale di ispirazione cristiana, importante ieri e necessaria oggi, non può continuare ad essere assente nella politica italiana. Certo, deve essere parte di uno strumento politico, cioè di un partito, che non sia culturalmente e politicamente distinto, distante se non addirittura alternativo rispetto alla sua matrice ideale originaria.

E quindi non in una sinistra radicale e massimalista o in una destra anti europea e sovranista o, peggio ancora, in un populismo anti politico, qualunquista e demagogico.

Ecco perché, all’interno di uno spazio politico centrista, plurale e riformista, può ancora una volta avere un ruolo decisivo e determinante una cultura politica come quella di una sinistra sociale di ispirazione cristiana.

Non per nostalgia ma per coerenza con il magistero e la concreta testimonianza politica, culturale, sociale ed istituzionale dei nostri storici maestri: da Carlo Donat-Cattin a Franco Marini, da Sandro Fontana a Guido Bodrato.



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