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Perché l’Ue ha escluso il porto (cinese) del Pireo dall’alleanza antidroga

L’autorità dello scalo greco, la cui proprietà è per due terzi del colosso Cosco Shipping, fuori dalla lista degli invitati del lancio della European Ports Alliance. Nonostante sia il 14° nel Continente

L’autorità portuale del Pireo, in Grecia, la cui proprietà è per due terzi del colosso pubblico cinese Cosco Shipping, non era tra gli invitati al lancio della European Ports Alliance, pensata per contrastare il narcotraffico, la scorsa settimana. Lo rivela Politico raccontando che nella lista degli eventi si legge quanto segue: “I porti di proprietà e controllati (a maggioranza) da Stati non membri dell’Unione europea sono stati esclusi”.

L’iniziativa pubblico-privata rientra nella tabella di marcia contro il traffico di droga e la criminalità organizzata lanciata a ottobre dalla Commissione e l’evento inaugurale è stato organizzato assieme al governo del Belgio, Paese che nell’ultimo anno ha registrato numeri record sullo spaccio di cocaina e che attualmente detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea. Per rafforzare la sicurezza dei porti, combattere la corruzione e impedire l’ingresso di droghe illegali nel continente l’intento della partnership è quello di mettere in contatto governi, funzionari dell’Unione europea, forze dell’ordine, autorità portuali, compagnie di navigazione e operatori di terminal per condividere le migliori pratiche di contrasto ai gruppi di criminalità organizzata e al traffico di droga.

Quello del Pireo è il 14° porto più grande d’Europa, specializzato nella movimentazione di grandi container, e il più grande hub di trasbordo del Mediterraneo orientale. Altre ventisei autorità portuali fanno parte dell’elenco degli invitati, che è stato compilato in base alle loro dimensioni e alla loro esposizione al traffico di droga, oltre che per osservare un equilibrio geografico all’interno dell’Unione europea. Nota Politico che, sebbene il Pireo non sia il principale punto di ingresso della droga in Europa, la decisione di escluderlo dalla nuova alleanza portuale solleva interrogativi sulla capacità dell’Unione europea di garantire la sicurezza delle infrastrutture critiche di proprietà straniera.

La scorsa settimana la Commissione europea ha presentato nuove misure e strategie per rafforzare la sicurezza economica, tra cui la revisione del monitoraggio degli investimenti esteri diretti nei settori critici.



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