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Russia e Cina, minacce all’Occidente. Cosa dicono gli 007 estoni

Mosca si prepara al confronto militare con l’Occidente entro il prossimo decennio. L’avvertimento dell’intelligence di Tallin nel giorno in cui il Cremlino comunica di aver emesso un mandato di arresto nei confronti della premier Kallas

La Russia si prepara al confronto militare con l’Occidente entro il prossimo decennio. A lanciare un nuovo allarme sui propositi di Mosca è l’intelligence estone, nel giorno in cui la Russia ha comunicato di aver emesso un mandato di arresto nei confronti della premier Kaja Kallas. Parlando con i giornalisti, Kaupo Rosin, capo del Välisluureamet, l’agenzia di intelligence estera di Tallinn, ha avvertito: “La Russia ha scelto un percorso di confronto a lungo termine” e “il Cremlino probabilmente anticiperà un conflitto con la Nato entro il prossimo decennio”. Secondo Rosin, un attacco russo “è altamente improbabile” nel breve periodo, in parte perché Mosca ha le truppe impegnate in Ucraina e in parte per la mobilitazione delle forze europee. Ma, ha ammonito, “se non saremo preparati, le probabilità di un attacco militare russo saranno maggiori”.

Nel rapporto vengono messe in luce le riforme dell’esercito avviate da Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo, che aumenterebbero significativamente il numero delle truppe di stanza vicino all’Estonia e renderebbero il comando delle truppe più adatto ad agire con successo in caso di conflitto con l’Occidente. “Per l’Estonia, l’attuazione della riforma significherà un aumento significativo delle truppe russe ai propri confini nei prossimi anni”, si legge.

Il documento si sofferma anche sulle dinamiche delle relazioni Cina-Russia durante la guerra in Ucraina: “la Cina persegue principalmente interessi strategici, mentre la Russia si concentra su interessi tattici”, si legge. “È probabile che la cooperazione mediatica e ideologica tra Cina e Russia allinei ulteriormente le politiche estere di entrambi i Paesi”, prosegue il rapporto. Il documento in 12 punti “Posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina”, comunemente chiamato piano di pace cinese, e gli sforzi della Cina per indirizzare l’Ucraina verso i negoziati “sono in linea con gli interessi russi, ma riflettono principalmente l’ambizione della Cina di ridefinire le norme di sicurezza globale attraverso la sua Iniziativa di sicurezza globale”, spiega l’intelligence di Tallinn. “Questa iniziativa è una mossa strategica della Cina volta a indebolire la solidarietà tra le nazioni occidentali per diminuire l’influenza degli Stati Uniti nell’Asia-Pacifico e ridurre la potenziale interferenza degli Stati Uniti in caso di futuri sforzi per unificare Taiwan con la terraferma”, aggiunge.

La relazione poi si sofferma su un particolare del rapporto Russia-Cina: la dichiarazione congiunta dei leader, Xi Jinping e Vladimir Putin, che a marzo 2023 si sono impegnati ad approfondire la cooperazione per garantire la sicurezza dei rispettivi cittadini, istituzioni e progetti all’estera. Un tema che comporta alcuni rischi, avverte l’intelligence estone. In particolare, il testo descrive il gruppo da proteggere come “persone situate all’estero”, il che potrebbe essere interpretato come un’espressione che include individui di etnia russa, indipendentemente dalla loro cittadinanza. Nella versione cinese, viene utilizzata l’espressione “diritti e interessi” (in mandarino quanyi), “un termine che i media cinesi hanno utilizzato per criticare il trattamento delle minoranze etniche da parte di altre nazioni”, afferma l’agenzia. “Questo linguaggio potrebbe consentire alla Russia di cercare il sostegno della Cina per la sua politica di protezione dei ‘compatrioti’ all’estero. Sebbene la dichiarazione non imponga azioni specifiche, potenzialmente aumenta i rischi futuri per la sicurezza di Paesi come l’Estonia”, si legge ancora.

Quanto alle minacce poste dalla Cina, la relazione si sofferma sulla tecnologia e l’esportazione da parte cinese di strumenti (come TikTok), standard e dipendenze strategiche (nel 5G ma anche nel green-tech) per “rafforzare la propria influenza politica”, si legge. “La Cina mira a raggiungere un punto in cui le soluzioni tecnologiche integrate non possano essere sostituite da quelle occidentali, sia per incompatibilità che per profonda interconnessione”.  In Occidente ancora oggi non si riesce a “riconoscere il suo potenziale di minaccia”, avverte l’intelligence estone.

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