Nei momenti di difficoltà, meglio contare sulle certezze. Peccato però che nel caos post-sentenza che pesa su Silvio Berlusconi e sul futuro del Paese, ce ne siano poche che giocano a favore del leader del Pdl. L’unica che si avvicina inesorabilmente è infatti la data del 15 ottobre. E’ quello il limite entro cui il Cavaliere potrà decidere come scontare la sua pena: arresti domiciliari o affidamento ai servizi sociali.
Qualsiasi sia la decisione che prenderà la Giunta stasera, come descrive Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera, “due carabinieri lo porteranno nella stazione più vicina. Gli faranno le foto segnaletiche di faccio e di profilo, prenderanno le sue impronte digitali e poi lo accompagneranno di nuovo a casa, nella veste di detenuto agli arresti domiciliari”.
L’unica variante è il quando. In caso la Giunta votasse la decadenza di Berlusconi, ciò avverrebbe in automatico il 16 ottobre. Qualora invece il leader Pdl fosse ancora senatore, ci vorrebbe prima un voto di ratifica al Senato che però, siccome si tratta solo di un’applicazione della sentenza, sarebbe difficile da fermare. Altra tappa inesorabile è il ricalcolo della pena accessoria, l’interdizione dai pubblici uffici, che la Corte d’appello di Milano inizierà a fare in udienza il 19 ottobre.
Così appaiono inutili i continui avvertimenti sull’”ultima spiaggia” del governo Letta da parte del Pdl. Perché la verità è che, nonostante il tanto vociare dei suoi componenti pidiellini, il governo in questa partita può fare ben poco per salvare Berlusconi dal suo destino giudiziario.