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Emergenza natalità, Schillaci e Roccella spiegano come uscire dall’inverno demografico

“La Natalità: una questione di coppia”: la settima edizione del convegno di Farmindustria alla presenza dei ministri Schillaci e Roccella e dello psichiatra Paolo Crepet

“Uscire dall’inverno demografico è una grande sfida per cui serve il contributo di tutti – della politica, delle istituzioni, dei medici, della ricerca, della farmaceutica, delle scuole – ma soprattutto di un dibattito vivo e positivo”. Queste le parole del ministro della Salute Orazio Schillaci al convegno “La Natalità: una questione di coppia”, giunto alla settimana edizione – di cui le ultime tre sulla natalità – organizzato da Farmindustria con il patrocinio del ministero alla Natalità e pari opportunità. Welfare familiare, educazione scolastica, prevenzione alla fertilità, sono queste le coordinate del dibattito con un focus rivolto all’universo maschile ma sempre in una logica di coppia.

EMERGENZA NATALITÀ

“La denatalità e l’invecchiamento demografico sono ormai un’emergenza che richiede interventi concreti”, ha dichiarato Schillaci. “Dopo il picco negativo raggiunto nel 2022 – ha aggiunto il ministro – quando per la prima volta dall’Unità d’Italia si è scesi a meno di 400mila nati, i dati del primo semestre 2023 hanno mostrato un calo ulteriore di 3.500 nascite a livello nazionale. È un fenomeno estremamente complesso che ha alla base fattori economici, sociali e culturali e soprattutto l’assenza di investimento su un welfare a sostegno della genitorialità”. E il risultato è “un tasso di fertilità tra i più bassi d’Europa, seguito solo da quelli di Spagna e Malta. Per invertire la rotta ci vorrà del tempo – ha concluso Schillaci – ma il tavolo tecnico sugli stili di vita per favorire la fertilità, insediatosi lo scorso luglio, sta già lavorando a numerose iniziative”.

“QUESTIONE DI COPPIA”

“La natalità e la salute riproduttiva riguarda tanto la donna quanto l’uomo”, ha osservato Schillaci. E dunque coinvolge il “sistema coppia”, gli ha fatto eco Pier Francesco Bassi, professore di Urologia dell’Università Cattolica del sacro cuore di Roma. Che ha aggiunto: “È cambiato il senso della famiglia: avere figli non fa parte delle coppie moderne” ma soprattutto “negli ultimi cinquant’anni è cambiato il potere di fertilità del maschio ed è previsto che entro il 2070 i maschi saranno il 50% meno fertili rispetto al 2000”. Da un lato gli uomini “tendono a finire gli studi e ad uscire dal nucleo familiare in ritardo rispetto alle donne”, dall’altro “sono meno attenti alla prevenzione e incrociano gli specialisti solo quando si manifestano sintomatologie evidenti” ha sottolineato la direttrice generale di Farmindustria, Enrica Giorgetti.

QUALI STRUMENTI?

“Aiutare chi vuole diventare genitore – ha scandito Marcello Cattani, presidente di Farmindustria – attraverso strumenti concreti di welfare, prevenzione e formazione”. Misure, queste, che hanno contribuito, secondo Cattani, a far registrare nelle aziende pharma un numero di figli superiore del 45% rispetto alla media nazionale. Smart working, genitorialità, assistenza sanitaria integrativa, politiche di inclusion e diversity e pari opportunità. A cui si aggiungono anche altri servizi cosiddetti save time quali lavanderie, take away, calzolerie. È questa la ricetta del pharma per garantire una migliore conciliazione tra la vita privata e quella professionale. Per questo è necessario “adottare un approccio olistico e lavorare di sistema”, secondo Stefano Golinelli, componente del consiglio di amministrazione di AlfaSigma. A fargli eco, Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di Msd Italia, che ha ricordato quanto è importante “che ognuno si faccia attore e attrice del cambiamento”. E che ha colto l’occasione per riflettere sul possibile contributo dell’industria a supporto della natalità, presentando una serie di best practice già adottate da Msd Italia e di misure auspicabili per il futuro.

IL RUOLO DELL’INFORMAZIONE

“Abbiamo un grande vulnus” è intervenuta Maria Rosaria Campitiello, capo della segreteria tecnica del ministro della Salute che ha ricordato quanto “per investire sulla natalità sia fondamentale l’informazione e la comunicazione”. E che propone, fra le misure utili, screening gratuiti per la fertilità sia per gli uomini che per le donne. 

PREVENIRE ED EDUCARE

Ma la sfida è anche quella della cultura e della prevenzione. “Siamo concentrati sugli stili di vita delle nuove generazioni che devono essere informate sulla base di dati scientifici – è la riflessione del ministro della Salute, che ha ricordato anche – l’impegno attivo nella prevenzione che passa per le campagne vaccinali gratuite, per gli screening oncologici e per l’inserimento nei nuovi Livelli essenziali d’assistenza (Lea) delle prestazioni di procreazione medicalmente assistita, che dovranno essere fornite su tutto il territorio nazionale”. Tra le proposte, vi è anche la realizzazione di un cortometraggio rivolto a ragazze e ragazzi fra i 15 e 25 anni per mostrare le abitudini comuni che proteggono o mettono a rischio la salute riproduttiva. “Servono piani, strategie concrete, tempi per lavorare sulla dimensione culturale e sulla consapevolezza sociale – ha aggiunto Cattani – perché oggi le variabili sono numerose e abbracciano anche l’universo maschile”.

LIBERTÀ FEMMINILE

“Non è solo un problema demografico ma anche di libertà femminile”, ha osservato Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, secondo cui “le donne devono poter scegliere di fare progressioni di carriera e avere la vita privata che desiderano”. “La sicurezza economica e l’occupabilità consentono di dare vita a un progetto genitoriale – ha aggiunto – ma bisogna tornare a dare valore e pari opportunità alle donne che non devono rinunciare a qualcosa per poter essere madri”. Per questo “è fondamentale una grande collaborazione e unità di intenti anche con la società civile, il mondo economico e il mondo delle imprese”, ha concluso Roccella.

LA FELICITÀ

“I figli li fanno quelli che hanno un futuro – ha osservato Paolo Crepet, psichiatra e scrittore – è un fenomeno naturale aver fatto molti figli in passato”.  Secondo cui è fondamentale investire nella scuola, garantendo asili nido, pullmini gialli e scuole a tempo pieno per tutti – sul modello di Danimarca e Olanda – e considerare come il problema della denatalità sia legato anche ad una fragilità educativa, complice l’abuso di social network sin dalla tenera età. Una provocazione conclusiva: “Il problema è la felicità. Quelle che viviamo sono le conseguenze di ciò che abbiamo voluto nel corso degli ultimi anni”.



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