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Usa2024, dopo la Russia anche la Cina tifa Trump (almeno online)

Il New York Times rivela: Pechino sta ricorrendo ad alcune delle stesse tattiche online usate da Mosca prima delle elezioni del 2016. Biden nel mirino di account fake che tifano “Maga”

Che Vladimir Putin tifi per Donald Trump appare piuttosto chiaro. È secondario ciò che spinge il leader russo a questa posizione e a certe tattiche di guerra ibrida, che si tratti di una preferenza autentica per l’ex presidente statunitense e candidato repubblicano contro l’uscente Joe Biden o di una scelta di campo dettata dalla volontà di alimentare la polarizzazione della società americana. Ora, però, sembra che anche Xi Jinping possa muoversi in questa direzione, probabilmente auspicando che una nuova amministrazione Trump riduca la presenza internazionale degli Stati Uniti e alimenti ulteriori tensioni interne.

Il New York Times ha rivelato che la Cina starebbe seguendo le orme della Russia per influenzare le elezioni negli Stati Uniti. Infatti, Pechino sta ricorrendo ad alcune delle stesse tattiche online usate da Mosca prima delle elezioni del 2016, ovvero cercare di aumentare ancora di più le divisioni già esistenti e attaccare le politiche del presidente uscente. Tra i bot pro Trump messi in piedi dalla Cina e analizzati dal giornale, alcuni promuovono teorie cospirative, altri fomentano le divisioni interne, altri ancora attaccano il presidente Biden in vista del voto (alcuni post hanno immagini false di lui con una tuta da carcerato, altri lo descrivono come un pedofilo satanista promuovendo al contempo lo slogan trumpiano “Make America Great Again”).

Secondo le analisi di alcuni ricercatori citati dal quotidiano americano, anche se gli obiettivi della campagna cinese non sono chiari c’è la possibilità che il governo cinese di ritenga un secondo mandato di Trump preferibile a quello del rivale Biden.

Nelle scorse settimane, l’intelligence ha messo in evidenza la crescente influenza della campagna cinese per instillare dubbi nella leadership americana, mettere a rischio la democrazia. La Cina, aggiunge il New York Times, sta costruendo una rete di account su varie piattaforme da usare in novembre. “Questo ricorda lo stile delle operazioni russe, ma la differenza è l’intensità” dell’operazione cinese, ha dichiarato Margot Fulde-Hardy, ex analista di Viginum, l’agenzia governativa che in Francia combatte la disinformazione online.

Finora lo sforzo è stato modesto e non è chiaro se crescerà o se gli account legati a Pechino cercheranno in seguito di bilanciare il loro approccio con post anti Trump. Intanto, però, sembra che almeno alcuni pezzi del governo cinese abbiano scelto da che parte stare nelle elezioni del 2024.

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