I difetti ci sono tutti. E sono decisamente troppi. In un paper sull’Unione bancaria la tedesca Deutsche Bank evidenzia i passaggi tecnici e burocratici che penalizzano e rendono zoppa la sorveglianza sulle banche dell’eurozona. Oltre ai quali, si aggiunge naturalmente un’opposizione più difficile da neutralizzare e che riguarda la sovranità nazionale e i vincoli finanziari. Un atteggiamento generalizzato, secondo l’istituto tedesco, e che potrebbe essere la causa principale del fallimento del meccanismo. Buona idea, in sostanza, ma modalità di attuazione criticabilissime.
Le difficoltà in aumento
“L’Unione bancaria europea – si legge nel report – sta procedendo dalla sua creazione alla sua realizzazione, ma le difficoltà aumentano. E’ molto probabile che gli accordi istituzionali soccombano di fronte alle caratteristiche necessarie per attuare l’Unione bancaria”.
La scelta sbagliata della Bce
La supervisione unica, secondo l’autore dello studio Berhnard Speyer, “è la componente più innovativa. Spostare la vigilanza bancaria alla Bce, e quindi ad un’istituzione con una prospettiva europea, potrebbe rappresentare un aiuto per superare la pericolosa tendenza alla frammentazione dei mercati bancari della regione e potrebbe dissipare alcuni dei dubbi sulla qualità delle banche europee. Tuttavia, la scelta della Bce come supervisore bancario pan-europeo resta problematica. E’ finita per essere una decisione difficile da attuare, con delle competenze che si sovrappongono”.
Il nodo capitalizzazione banche
Il Balance Sheet Assessment (Bsa), il programma di stress test bancari da attuare prima dell’avvio della supervisione unica, “potrebbe essere un momento di fondamentale importanza per i mercati. Prima del Bsa infatti deve essere chiaro come ricapitalizzare le banche se necessario”.
La discrezionalità eccessiva degli Stati
Nella bozza della direttiva di risoluzione bancaria, prosegue il paper, “è stato presentato un gruppo di regole chiave, con molti elementi sensibili che rimuovono incertezze e rafforzano la disciplina di mercato. Tuttavia, lascia troppa discrezionalità agli Stati membri, rendendo possibili le distorsioni di mercato”.
L’attuazione problematica e i vizi di fondo
La proposta della Commissione sul meccanismo unico di risoluzione (Commission’s Single Resolution – Srm) “è logica, ma problematica. La supervisione singola non può funzionare senza un’autorità di risoluzione effettiva e senza un meccanismo finanziario di base credibile. La reazione indifferente degli Stati membri alla proposta Srm è più che spiacevole, perché rivela un’opposizione di base anziché una preoccupazione meramente tecnica. Ed evidenzia inoltre che gli Stati membri non hanno intenzione di affrontare le conseguenze logiche di un’unione bancaria per questioni di sovranità nazionale e per le sue conseguenze finanziarie. E finché a cambiare non sarà questo, l’Unione bancaria non potrà che fallire”.