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La tecnologia è sicurezza nazionale. La linea Raimondo (che oggi vede Meloni)

La segretaria americana al Commercio stamattina a Palazzo Chigi. Al centro dell’incontro gli sforzi per ridurre le dipendenze strategiche (in particolare dalla Cina) favorendo gli investimenti “amici”

“Se si pensa alla sicurezza nazionale oggi nel 2024, non si tratta solo di carri armati e missili, ma anche di tecnologia, semiconduttori, intelligenza artificiale, droni”. Gina Raimondo ha raccontato così, domenica all’emittente Cbs, la centralità del dipartimento che guida, quello del Commercio degli Stati Uniti. Oggi l’ex governatrice del Rhode Island, 53 anni tra pochi giorni, con origini italiane, ha in agenda un incontro a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, per parlare di sicurezza nazionale e tecnologia.

Il filo rosso che unisce tutti i dossier è rappresentato delle dipendenze strategiche, che il G7, quest’anno sotto presidenza italiana, sta lavorando per ridurre coordinando le politiche tra i Sette (e l’Unione europea, ove possibile) e favorendo gli investimenti tra Paesi alleati e like-minded in nome del friend-shoring. Dipendenze strategiche dalla Russia ma anche e soprattutto dalla Cina.

Basti pensare a 5G, auto e pannelli solari. Da parte italiana c’è la richiesta di supporto sui semiconduttori (ancora aperta, o quantomeno non chiusa, la questione Intel) così come sugli altri temi. Anche se il Paese è da tempo non troppo aperto agli investimenti statunitensi. Un altro elemento al centro dell’agenda è la connettività, inclusa quella sottomarina, che vede nell’Italia (anche con Sparkle, del gruppo Tim) un attore cruciale per il Mediterraneo e per l’Africa, che ha fatto di questo tema un elemento portante del Piano Mattei. Infine, l’intelligenza artificiale, per la quale l’amministrazione statunitense presieduta da Joe Biden chiede un approccio non eccessivamente dirigista da Stato etico per non ostacolare l’innovazione.

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