Le amministrative appena concluse si portano dietro le solite considerazioni su chi ha vinto e chi ha perso. Ma al di là della politica si sono evidenziati interessanti fenomeni riguardo alla satira.
Questa campagna passa alla storia anche per i tormentoni satirici come “è tutta colpa di Pisapia”, modulo usato da migliaia di persone per sbeffeggiare un’improvvida uscita di Red Ronnie riguardo alla cancellazione di un evento musicale dovuta a un presunto “effetto Pisapia”. La pagina Facebook di Red Ronnie, paradossalmente esperto di “immagine” della Moratti, è stata assaltata per giorni da oltre 15mila utenti che, al ritmo di un post ogni pochi secondi, attribuivano a Pisapia ogni tipo di malefatta: dall’essere il traditore di Bin Laden, a bere la birra sgasata.
Da tempo in Italia si parla di una crisi della satira: la fine di un settimanale come Cuore e più tardi il lento spegnersi di trasmissioni specificatamente dedicate alla satira, ormai ridotta a siparietto interno di trasmissioni di approfondimento, ma anche le feroci lotte intestine all’interno dell’inserto satirico Il Misfatto.
In realtà il genere, uscendo da vecchi spazi ufficiali, si è diffuso sui nuovi media. Un caso notevole è quello di Spinoza, sito di satira collettiva a cura dei blogger Andreoli e Bonino. Non è semplicemente una rivista su web: la fornitura della satira non è opera “verticale” di selezionati battutisti, ma dell’utenza stessa di Spinoza. Il pubblico del sito si fa autore dei contenuti, fino a riconfigurarne lo stile.
Il tormentone su Pisapia è un’evoluzione di questo processo di proliferazione autoriale che si manifesta su un social network. Ben lontano da essere un’esposizione “realistica” della propria vita on-line, Facebook è una rappresentazione delle proprie biografie esemplari, un processo nel quale l’individuo si rende autore di se stesso e della propria immagine.
La scrittura degli status da questo punto di vista intercetta strategie retoriche che riguardano i più svariati generi letterari, la satira è solo uno di questi.
Le battute su Pisapia non sono il segno di una collettività cieca e anonima, una specie di linciaggio via web, come l’ha erroneamente definito Red Ronnie. Gli occupanti della pagina dello showman si sono uniti in una jam-session satirica, il cui tema di fondo, l’iterazione del tormentone “è colpa di Pisapia” diventava una scusa per una gara al calembour più graffiante. Il singolo, che d’altronde si firmava tramite il profilo, non solo non era anonimo, ma anzi esaltava la sua personale bravura.
Una dimostrazione pratica di questo fenomeno l’ha data l’inconsapevole Red Ronnie che, credendo di smontare gli assalitori, ha annunciato: «Continuate pure, tanto non vi leggo», solo per sentirsi rispondere da qualcuno: «Ma tanto noi ci divertiamo lo stesso…».
Appare sempre più chiaro che Facebook, se non l’intero web, diffonde pratiche estetiche e stilistiche, soprattutto volte all’autocostruzione del proprio personaggio, che fino a non molti anni fa erano esclusive della pratica artistica o dandistica. “L’effetto Pisapia”, più che come momento di aggregazione politica, diventa importante come segno della nascita di un’autorialità di massa.
Indice delle cose notevoli
* Il blog satirico collettivo Spinoza, riuscito esperimento di satira on-line a cura di Stefano Andreoli e Alessandro Bonino: www.spinoza.it
* La pagina Fb di Red Ronnie, passata da 2mila a oltre 20mila fan nel giro di pochi giorni;
* Un’interessante analisi del controverso rapporto fra social network e politica: C. Formenti, Mele P. a cura di, I politici ci mettono la faccia. Facebook e le elezioni amministrative del 2009 in Puglia, Lecce, Manni, 2010
* Il gruppo Fb “È tutta colpa di Pisapia” che attualmente comprende più di una sessantina di iscritti.