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Difesa aerea, passi avanti per le capacità anti-ipersoniche europee (e non solo)

Di Nicola V. Stellini

Occar e il consorzio Hydis2, guidato da MBDA, firmano un nuovo accordo triennale da 140 milioni per ricerca e definizione concettuale di capacità anti-ipersoniche. L’Italia c’è, l’Ue pure. Intanto, anche dall’altra parte del mondo, Usa e Giappone si muovono

Di fronte alla crescente sfida ipersonica, l’Europa ai prepara a sviluppare delle contromisure adeguate. In questo contesto si inserisce l’accordo siglato da MBDA con l’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (Occar) per un un grant agreement del Fondo europeo per la Difesa (Edf) per il lancio della concept phase di Hydis2, lo studio per un intercettore per la difesa da minacce ipersoniche, e il relativo contratto di procurement. Hydis2 mira alla ricerca e alla definizione concettuale di un intercettore endo-atmosferico capace di contrastare minacce complesse, come missili balistici a traiettorie irregolari e missili e vettori ipersonici.

A luglio 2023, la Commissione europea aveva selezionato il progetto per un finanziamento e i governi di Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi decisero di co-finanziarlo. Il programma ammonta a 140 milioni di euro, di cui ottanta provenienti dall’Edf. MBDA coordina il consorzio Hydis2, il quale riunisce 19 partner (provenienti da Italia, Francia, Germania, Spagna e Paesi Bassi) e oltre venti subfornitori in quattordici Paesi europei. Insieme a MBDA in Francia, Germania, Italia e Spagna, si segnalano, tra i partner industriali, i nostrani Avio e Avio Aero.

La firma tra MBDA e Occar segna l’inizio di una fase di studio triennale, un’importante pietra miliare il cui obiettivo è la selezione del concetto anti-ipersonico e antibalistico più idoneo ed efficace, con la relativa architettura di sistema d’arma. Da un punto di vista tecnologico ed industriale, ci si aspetta una maturazione delle tecnologie anti-ipersoniche e la creazione di una rete industriale per la futura produzione di tali sistemi. Oltre a questo, la nuova fase del programma faciliterà passi avanti sui più ampli fronti dell’armonizzazione di definizioni e interfacce.

Essenzialmente nello stesso momento arriva anche un accordo tra Stati Uniti e Giappone per co-sviluppare capacità atte a neutralizzare minacce ipersoniche nella glide phase, cioè il momento in cui il missile, dopo essere tornato nell’atmosfera, è relativamente più vulnerabile (tiene una traiettoria orizzontale, ma continua a viaggiare a Mach 5 e a mantiene capacità di manovra in volo). Come riporta DefenseNews, l’intercettore sarà disegnato da Raytheon Technologies o Northrop Grumman per essere inserito nel sistema di difesa antimissilistico Aegis della US Navy, di cui il Giappone pianifica di dotarsi con la costruzione di una nuova classe di navi militari, conformemente ai piani di riarmo delle Forze di autodifesa nipponiche. In altre parole, si tratta di un programma a chiara guida americana, ma ben inserito nei disegni di Tokyo, cui comunque spetterà la leadership nello sviluppo del sistema propulsivo del vettore. Mossi dall’assertività cinese, i due Paesi sono concordi nello sviluppare la piattaforma il prima possibile, con il Congresso americano che spera di vedere un primo impiego per il 2029 (in anticipo rispetto a precedenti previsioni che fissavano l’obiettivo a metà anni trenta).



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