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La Nato apre a Tokyo? Non ancora. Praga spinge, Parigi frena

Tra due mesi i leader si riuniranno a Washington per celebrare i 75 anni dell’alleanza. Sul tavolo i rapporti con il Giappone e più in generale la postura verso l’Indo-Pacifico che, dice il presidente ceco Pavel, è sempre più interconnesso con l’Euro-Atlantico

Praga (Repubblica Ceca). La posizione del presidente francese Emmanuel Macron contro l’apertura di un ufficio della Nato a Tokyo, in Giappone, non sembra essere cambiata. La diplomazia ceca si sta battendo per una svolta in occasione del summit dell’alleanza, che si terrà a luglio a Washington, negli Stati Uniti. Ma le aspettative sono basse, considerate le posizioni dell’inquilino dell’Eliseo dietro le quali si potrebbero nascondere anche altri scettici. E trovano conferme tra i colleghi italiani.

Lo ripete spesso Petr Pavel, già capo di stato maggiore delle forze armate e presidente del Comitato militare della Nato, da poco più di un anno presidente della Repubblica Ceca: i destini dell’Europa e dell’Asia, dell’Ucraina e di Taiwan minacciati rispettivamente da Russia e Cina, gli amici “senza limiti”, sono interconnessi; le democrazie devono lavorare assieme, ovunque si trovino, per fronteggiare l’assertività delle autocrazie i cui mezzi, in particolare la guerra ibrida, non conoscono confini. Parole che ricordano quelle del primo ministro giapponese Fumio Kishida, presenti anche nel comunicato con cui, assieme agli omologhi italiano Giorgia Meloni e britannico Rishi Sunak, ha annunciato un anno e mezzo fa il Global Combat Air Programme, progetto per l’aereo da combattimento di sesta generazione.

E non è un caso che Taiwan aiuti l’Ucraina attraverso la Repubblica Ceca, che con Pavel presidente e Petr Fiala primo ministro è tra i principali sostenitori, sia nell’Unione europea sia nella Nato, dell’Ucraina e allo stesso tempo di un maggiore impegno, politico e militare, dell’alleanza atlantica nel quadrante indo-pacifico.

Il tema dell’ufficio Nato a Tokyo sarà al centro delle discussioni da qui al summit di Washington, dove gli alleati festeggeranno i 75 anni dell’alleanza discutendo di come l’aggressione russa dell’Ucraina, le sfide alla sicurezza poste dalla Cina e la rinnovata competizione strategica abbiano alimentato l’interconnessione tra Euro-Atlantico e Indo-Pacifico. La partecipazione del quartetto dell’Asia-Pacifico (Australia, Corea del Sud, Giappone e Nuova Zelanda) al vertice Nato per il terzo anno di fila, cioè dal primo incontro post aggressione russa dell’Ucraina, lo testimonia.

I tempi per l’apertura di un ufficio Nato a Tokyo non sembrano maturi. Ma il Giappone e l’alleanza atlantica potrebbero stabilire una linea di comunicazione dedicata e sicura per condividere rapidamente informazioni sensibili sulla sicurezza, come ha rivelato nelle scorse settimana dal giornale giapponese Nikkei. Il meccanismo è pensato per poter rispondere rapidamente a possibili attacchi informatici e a campagne di disinformazione da parte di Paesi come la Cina e la Russia.

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