È stato presentato al Senato in una conferenza nella Sala Caduti di Nassirya l’intergruppo parlamentare “Prevenzione e presa in carico delle cronicità”, fondato da Guido Liris, senatore di Fratelli D’Italia. Ecco chi c’era e cosa si è detto
Il sistema sanitario nazionale è pronto a reggere gli effetti inesorabili della crescita dell’età media? Come la sanità pubblica si sta confrontando con le diverse condizioni di cronicità, probabilmente un segno distintivo della nostra epoca e, purtroppo, lo scenario più realistico e rilevante del nostro futuro? Siamo davvero capaci di modulare una medicina non più solo prescrittiva ma predittiva? A queste domande cerca di rispondere l’intergruppo parlamentare ‘Prevenzione e presa in carico delle cronicità’, fondato da Guido Liris, senatore di Fratelli D’Italia. L’intergruppo è stato presentato al Senato in una conferenza nella Sala Caduti di Nassirya.
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Liris nell’incontro ha detto: «I temi della prevenzione e delle cronicità sono centrali ed è per questo che ho voluto proporre il nuovo intergruppo ‘Prevenzione e presa in carico delle cronicità’. L’invecchiamento della popolazione porta con sé patologie che incidono profondamente sul servizio sanitario. Il nostro obiettivo è garantire una qualità di vita elevata per i pazienti e per il sistema che li circonda senza compromettere la sostenibilità».
A dare un quadro generale, tra i relatori, Annamaria Colao, professoressa di Endocrinologia e Malattie del metabolismo, cattedra Unesco dell’Università Federico II, la quale ha aggiunto: «L’obesità è il primo stadio di sviluppo di tutte le cronicità e andrebbe presa in carico e inserita nei Lea. C’è poi la necessità di una prescrizione unica perché è necessario che il paziente eviti odissee tra i vari specialisti».
«La cronicità rappresenta una priorità numerica e una sfida sistemica per il Ssn per equità e sostenibilità. L’intergruppo può dare un importante contributo per le politiche di prevenzione e presa in carico della cronicità, ad esempio assicurando che l’aggiornamento del piano nazionale cronicità abbia un periodo definito di riferimento analogamente ad esempio a quello oncologico». Sarebbero utili «degli indicatori più stringenti nel Nuovo Sistema di Garanzia dei Lea per evitare che, come nel passato, si arrivi ad aspettare anche 5 anni per il solo recepimento formale per alcune regioni». Così Sabrina Nardi, consigliere di Salutequità nel corso della conferenza.
Intervenuto anche Furio Colivicchi, past-president e Vice Presidente Anmco, il quale ha rilevato: «Le malattie cronico-degenerative, come scompenso cardiaco, diabete, malattie respiratorie e obesità, sono le condizioni che incidono maggiormente sulla mortalità e la disabilità nella popolazione italiana. La Fism intende sostenere con impegno il lavoro dell’intergruppo parlamentare per la prevenzione e la presa in carico delle cronicità nella consapevolezza che molto può essere fatto per superare le attuali frammentazioni dei processi di cura».
Secondo Guido Liris il punto non è stabilire se i circa 130 miliardi di spesa pubblica per la sanità siano troppi oppure pochi, ma piuttosto far in modo che quelle risorse non vengano usate in modo inefficiente. Appunto per questo il senatore è convinto si debba investire sui sistemi di prevenzione quali la telemedicina, i test fatti tempestivamente e la fruizione delle strutture alternative agli ospedali. «Solo così si potrà restare in equilibrio e salvare l’integrità del sistema sanitario nazionale, che in Italia è garantito a tutti e costituisce un esempio di civiltà».