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Così l’Intelligenza Artificiale può aiutare la law enforcement. L’intervento di Mollicone

Di Federico Mollicone

L’intervento del presidente della commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, Federico Mollicone, all’evento di Accenture e Formiche “Law enforcement e innovazione. Le sfide della digitalizzazione e dell’IA”

A poche ore dalla chiusura dei seggi del Parlamento europeo, possiamo sicuramente pensare che i temi che affronteremo oggi come la regolamentazione dell’intelligenza artificiale saranno sempre più centrali nel dibattito europeo.

L’innovazione tecnologica ha il potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui i servizi pubblici vengono offerti ai cittadini. La digitalizzazione della pubblica amministrazione può migliorare significativamente l’efficienza e la trasparenza delle nostre istituzioni. Nell’attuazione del piano di digitalizzazione della Pubblica amministrazione – 6,7 miliardi per collegamenti fibra e 5G – sono coinvolte 22 mila pubbliche amministrazioni che stanno realizzando più di 58 mila progetti. Come dichiarato dal sottosegretario Butti, l’app della carta d’identità elettronica ora centrale per il rapporto cittadino/amministrazione pubblica ha avuto più di 17 milioni di download da Aprile.

Il Parlamento ha un ruolo fondamentale nel promuovere politiche pubbliche che garantiscano la protezione dei dati personali e la sicurezza informatica. Le normative devono essere al passo con l’evoluzione tecnologica per assicurare che i benefici dell’innovazione siano accessibili a tutti, senza compromessi sulla privacy e sui diritti. Questo convegno si tiene nello stesso giorno del Consiglio dei ministri che esaminerà lo schema di decreto legislativo sul recepimento della direttiva europea sulla NIS2, su cui per primi in Europa abbiamo inserito le amministrazioni e i soggetti che si occupano di cultura.

Un passaggio sulla sicurezza cibernetica: secondo il rapporto annuale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, gli attacchi informatici in Italia sono aumentati del 29% rispetto all’anno precedente, con 3.302 soggetti colpiti rispetto ai 1.150 del 2022. Nel Ddl Cyber approvato alla Camera, sono stati recepiti due emendamenti a mia prima firma sul rafforzamento delle misure di sicurezza dei dati, attraverso la crittografia e sulla premialità per la tecnologia nazionale o europea allargata ulteriormente ai paesi aderenti alla Nato e a quei paesi terzi che sono parte di accordi di collaborazione con l’Ue o con la Nato in materia di cybersicurezza. I sistemi di intelligenza artificiale possono rappresentare una minaccia alla superficie digitale di un Paese, ma anche un’arma difensiva che può permettere capacità di analisi della minaccia cyber. Da questo punto di vista l’Agenzia nazionale sulla cybersecurity sta facendo un ottimo lavoro sullo sfruttamento dei sistemi AI generativi come armi di analisi predittiva.

Entrando più nel dettaglio del tema di oggi, la digitalizzazione non riguarda soltanto l’efficienza amministrativa, ma ha anche un impatto diretto sul comparto della sicurezza e della polizia. A Palermo, ad esempio, la nuova sala controllo della Polizia Municipale ha trasformato la città in una vera smart city: si basa su una innovativa piattaforma web-based georeferenziata, costituita da un complesso di piattaforme di servizio specializzate rispetto ai diversi ambiti, con sistema di analisi della complessità, dai trasporti ai rifiuti. Siedo come Parlamento al tavolo di Palazzo Chigi per il Giubileo: per la gestione dei flussi dei pellegrini saranno implementate tecnologie innovative, come telecamere all’avanguardia, telecamere intelligenti, protette da Firewall in alta affidabilità di campo oltre che un sistema con tecnologie di Intelligenza Artificiale per il potenziamento e la semplificazione delle operazioni di gestione della sicurezza. L’uso dell’intelligenza artificiale può sicuramente migliorare l’efficacia delle operazioni. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide etiche e legali legate all’uso di queste tecnologie per evitare abusi e garantire che i diritti dei cittadini siano sempre protetti. Penso ad esempio ai sistemi di riconoscimento facciale.

È notizia di poche settimane fa l’approvazione dell’atto Europeo sull’intelligenza artificiale. Il regolamento pone l’Unione europea all’avanguardia a livello internazionale nella regolamentazione di questo fenomeno. L’Italia ha avuto un ruolo centrale nell’iter di approvazione, grazie all’impegno del Presidente Meloni, che ha reso il tema protagonista del prossimo G7 ponendolo al centro delle agende dei governi nazionali, e ha investito insieme a Cdp un miliardo di euro sullo sviluppo della tecnologia. L’approccio dell’AI Act, a più livelli, per la governance richiede lavoro di squadra, una buona cooperazione e un buon coordinamento.

In questo senso il Governo italiano ha predisposto un provvedimento di legge, ora all’esame delle Camere, che ha come obiettivo quello di stabilire alcuni principi essenziali e determinare le regole complementari a quelle del regolamento europeo e individuare le misure più efficaci per stimolare il nostro tessuto produttivo. Dobbiamo sostenere le imprese che investono in ricerca, sviluppo e implementazione dei sistemi di IA. Dalle materie prime alle competenze, il sistema da strutturare per favorire un sano processo di transizione digitale è quello della sovranità digitale europea.

Concludo con una citazione del fisico Faggin: “Nemmeno la forma più evoluta di intelligenza artificiale potrà mai sostituire l’uomo. Perché nell’essere umano esiste qualcosa di irriducibile al sapere delle macchine: la coscienza di sé, il libero arbitrio, il dubbio, i sentimenti.”



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