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Caro Casini, ti scrivo

Abbiamo seguito con attenzione ciò che si è detto dagli UDC a Chianciano e riteniamo che il percorso che Casini e Cesa intendono avviare possa trovare positivo riscontro anche nella nostra associazione “Democrazia Cristiana”. Molto dipenderà dalla disponibilità di Casini ad abbandonare mai nascoste velleità egemoniche, quelle stesse che nel dicembre 2012, su sua pressione, impedirono a Mario Monti di raccogliere la nostra offerta per una lista unitaria alle ultime elezioni politiche. Si smetta con l’utilizzo di qualche guastatore delle iniziative avviate da quanti  che, come noi, hanno cercato e stanno cercando di dare pratica attuazione della sentenza della Cassazione che ha dichiarato non essere mai stata chiusa giuridicamente la vicenda della DC.

Si riparta da dove eravamo, ma non per continuare gli antichi vizi e le scarse virtù che furono alla base della nostra fine politica.
Il nostro sguardo è rivolto al futuro, coscienti che una vecchia classe dirigente deve farsi da parte, impegnata esclusivamente ad offrire il meglio di sé nel consegnare il testimone della migliore tradizione democratico cristiana alle nuove generazioni. Da tempo sosteniamo che è l’ora di rimettere in campo i valori di una politica ispirata dalle dottrina sociale della Chiesa attorno alla quale va ricomposta su basi nuove e diverse la diaspora di questi vent’anni della seconda Repubblica.

Guai, tuttavia, se qualcuno coltivasse ambizioni di primazia da pulpiti che hanno rivelato in questi anni tutta la loro drammatica fragilità. Il tempo per la ricomposizione esiste, tutto dipende ora dalle nostre volontà e dal grado di generosità di cui ciascuno di noi saprà essere capace.



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