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Inchiostro di maggio

BRUNO PELLEGRINO, L’eresia riformista, Guerini e Associati, 2010, pp. 236, euro 19,50
Per capire l’ascesa di Craxi a leader del Psi è indispensabile collegare la sua figura a quell’insieme di tradizioni riformiste (socialiste-umanitarie, municipali, progressiste) che da oltre un secolo facevano di Milano la città più aperta alle influenze europee. Di qui parte un percorso che, in particolare tra il 1976 e il 1979, è punteggiato da polemiche intellettuali per affermare l’autonomia della proposta social-liberale in Italia rispetto al Pci. Il libro, scritto con passione da un testimone della vicenda culturale della segreteria Craxi, ripercorre i temi impugnati negli anni Ottanta da un ceto dirigente modernizzatore. Cosa ancora più interessante, delinea una spiegazione dei molti paradossi della vicenda craxiana, tra cui questo: come mai il Psi perse la scommessa riformista proprio dopo il crollo dell’Urss? Un tema che conserva attualità e rilievo storico. 
 
 
GØSTA ESPING-ANDERSEN, Oltre lo stato assistenziale, Garzanti, 2010 p.136, euro 15
Come le novità dell’economia postindustriale si sono riflesse nella società europea? A quali tensioni è soggetto lo Stato nelle sue funzioni di sostegno al corpo sociale? A queste domande cerca di rispondere questo saggio, offrendo un’analisi chiara e concrete proposte. Il sociologo Esping-Andersen evidenzia meriti e limiti delle politiche sociali tradizionali, da quella scandinava assistenziale a quella liberale inglese alla corporativa continentale. A partire dall’affermazione della famiglia plurireddito come motore della crescita economica europea, dall’aumento dell’occupazione femminile e dal cambiamento del modo di lavorare, l’autore traccia una mappa degli interventi possibili. Sostegno alla maternità, investimenti nella cura dei bambini e nei servizi, patto intergenerazionale, in una contaminazione di stili di governo che risponde non più a modelli ideologici ma a necessità di adeguamento riformistico.
 
 
E. BARUCCI, C. DE VINCENTI, M. GRILLO (A cura di), Idee per l’Italia, Francesco Brioschi Editore, 2010, pp. 168, euro 19
Il 2008 ha segnato un cambiamento dei confini tra Stato e mercato. Uno spostamento emergenziale a favore di interventi statali diretti e di “garanzia” che, se dovesse cristallizzarsi, secondo Barucci potrebbe essere dannoso per la produttività del sistema. Il senso di questo libro, che raccoglie saggi per temi specifici (autorità indipendenti, mercato energetico e infrastrutture, reti di telecomunicazione, gestione del budget pubblico, Mezzogiorno, aiuti alle imprese), è di tracciare un bilancio di circa un ventennio caratterizzato da privatizzazioni, declino dello Stato imprenditore ed emergere dello Stato regolatore, e, in ultimo, riapparizione di una qualche forma di “command & control” statalista. Più che una questione di ideologia (più o meno Stato) è una questione di quale Stato, e quindi, ancora una volta, di riforme che lo rendano più efficiente.
 
 
DANIELA PADOAN (a cura di), Tra scrittura e libertà. I discorsi dei premi Nobel per la letteratura, Editrice San Raffaele, 2010, pp.464, euro 21
I discorsi dei Nobel della letteratura – alcuni dei quali vengono qui tradotti per la prima volta in italiano – sono quasi un testimone del tempo, e del secolo che si è chiuso, da passare alle nuove generazioni. Un faro di speranza che nasce dalla ricerca della bellezza nelle parole, nella prosa e nella poesia, in grado di accumunare milioni di persone superando i confini che hanno caratterizzato il nostro tempo. Una narrazione comune del mondo, che in questo libro si dipana nelle allocuzioni dei vincitori dei premi Nobel dal 1901.
 
 
 
PAOLO GILA, L’economia che dà i numeri, Edizioni BIG, 2009, pp.192, euro 14
Il libro, prefato dal ministro Scajola, si apre con una domanda provocatoria: ma davvero tutto è misurabile? E alla provocazione segue un’analisi puntuale dei limiti dell’econometria, del modo in cui centri studi e istituti di ricerca misurano l’economia e la società. Lo sguardo adottato non è solamente nazionale, ma internazionale, guarda cioè ai diversi metodi adottati nei vari Paesi. E l’analisi non si ferma qui, ma passa a considerare i nuovi indicatori “oltre il Pil”, capaci di misurare libertà economica, benessere e felicità, progresso, fiducia, globalizzazione, qualità della vita, creatività, sostenibilità. A proposito della quale, in chiusura, Gila propone all’attenzione dei nuovi scienziati economici il concetto di indicatori ecologici fondati sugli studi di Mathis Wackernagel e William Rees.
 
 

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