Al consiglio della Nato tra i ministri della Difesa, Crosetto ha fatto presente l’importanza del fianco Sud e la difficoltà di conciliare una spesa della difesa al 2% del Pil col Patto di stabilità europeo. Con l’Ucraina al centro
Si è riunito il Consiglio atlantico dei ministri della Difesa. Tra il 13 e il 14 giugno, Guido Crosetto e i suoi omologhi della Nato si sono riuniti presso il quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles, alla presenza del Segretario generale, Jens Stoltenberg. In vista del prossimo summit di Washington, che riunirà i capi di Stato o di Governo tra il 9 e l’11 luglio, l’Italia ha pressato per una maggiore attenzione al Mediterraneo e all’Africa, ed ha fatto valere la sua visione circa l’incompatibilità del vincolo Ue del deficit sotto il 3% con l’obiettivo Nato di un investimento nella Difesa almeno uguale al 2% del Pil.
Circa la concezione strategica dell’Alleanza, Crosetto ha “ribadito la necessità che la Nato si interessi non soltanto al fronte Est ma anche al fronte Sud. L’Italia ha espresso la sua volontà affinché questo interesse trovi un impegno formale durante il prossimo vertice di Washington con la costituzione di un organismo che si occupi dei problemi del fronte Sud. È necessario lavorare oggi per evitare di doverlo fare quando questi problemi, tra qualche anno, diventeranno più gravi”.
Kyiv ovviamente al centro, poiché “quel che succede in Ucraina va al di là del colore politico, tutti si rendono conto del pericolo di abbandonare il diritto internazionale a favore della legge del più forte”. Crosetto ha firmato la lettera di intenti, nell’ambito dell’iniziativa Armoured capability coalition for Ukraine, che mira a rafforzare la protezione della popolazione e delle infrastrutture critiche, incrementando la capacità delle forze corazzate ucraine nel dominio terrestre. Al contempo, circa un pacchetto da 40 miliardi che Stoltenberg auspica, il ministro ha dichiarato che tali fondi “non ci sono e l’Italia ha detto che non è d’accordo a un impegno di questo tipo, che avrebbe significato per noi 3,5 miliardi all’anno aggiuntivi, dato che già facciamo difficoltà ad arrivare al 2%”. In merito a questo, Crosetto ha aggiunto che “è emerso l’impegno da parte di quasi tutti i Paesi della Nato ad aumentare oltre il 2% la spesa militare e io ho ribadito la difficoltà dell’Italia collegata ai vincoli del Patto di stabilità europeo: non si può avere una posizione di un certo tipo qui e un’altra a 2 chilometri di distanza, magari dovrebbero essere concordate politicamente insieme perché alcuni Paesi come il nostro hanno difficoltà a raggiungere e mantenere l’impegno”.
Non sono mancati gli incontri bilaterali. Incontrando il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, Crosetto ha affermato: “Occasione di cordiale scambio di vedute con l’amico e collega Lloyd, Segretario alla Difesa USA. Italia e Stati Uniti sono accomunati dagli stessi valori e storici legami. Dobbiamo lavorare insieme per affrontare sfide globali”. Interessante pure il bilaterale con l’omologo polacco Władysław Kosiniak-Kamysz, durante il quale è stato espresso grande interesse per la collaborazione tra le Forze armate e la cooperazione nell’ambito dell’industria della difesa, con particolare riferimento al sistema di difesa aerea integrata dell’Ue, recentemente proposto da Polonia e Grecia alla Commissione.