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La leadership morale dell’Italia al G7 con Francesco. Scrive Delle Site

Di Benedetto Delle Site

La lettura del romanzo “Il Padrone del mondo” di Robert Hugh Benson, consigliata nel discorso del Santo Padre ai “potenti della terra”, dove lo scrittore inglese racconta di un potere mondano che seduce il mondo e si erge al posto di Dio, potrebbe essere la cura alle patologie dell’attuale leadership mondiale. Il commento di Benedetto Delle Site, presidente del Movimento Giovani Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) e portavoce del Rome Summit

Il vero banco di prova della credibilità internazionale del governo italiano guidato dal primo ministro Giorgia Meloni è il Vertice del G7 a Borgo Egnazia in Puglia. Rafforzato dall’esito delle elezioni europee dell’8-9 giugno, che hanno certificato la conservazione del largo consenso di cui ancora Meloni gode dopo quasi due anni di governo, nel G7 “italiano” la sfida è non solo quella di dimostrare che il nostro Paese non è isolato, ma che l’Italia può esprimere una leadership internazionale credibile.

Una sfida vinta finora con una linea europea solida – la presenza dei presidenti della Commissione e del Consiglio europei, Ursula von der Leyen e Charles Michel, tanto a Borgo Egnazia quanto al Vertice Italia-Africa dello scorso gennaio a Roma, dimostra che l’Italia non intende “fare da sola” ma si riconosce come un cardine dell’Europa e l’isolamento che alle porte del 2000 subì l’Austria è una minaccia ben lontana.

In questo senso, il vero capolavoro del primo ministro italiano è la presenza del Santo Padre Francesco. Si tratta del primo G7 a cui è stato invitato un Romano pontefice, interrogato sulle grandi questioni mondiali: pace, sviluppo, intelligenza artificiale. Una scelta di campo coerente con la visione nazionale – ma non nazionalista – di Meloni, che identifica la cattolicità come un punto di forza dell’Italia. Parafrasando Fëdor Dostoevskij, “l’Italia ha portato in sé un’idea universale capace di riunire il mondo”, un’idea universale che l’élite italiana, secondo lo scrittore russo, aveva rimosso condannando lo Stato alla perifericità.

Questa idea oggi si esprime laicamente attraverso i principi e i criteri di orientamento della Dottrina Sociale della Chiesa, cioè la lettura sapienziale delle questioni terrene e contingenti attraverso la fede, la tradizione e il magistero cattolici – in una parola, la dimensione dell’Eterno, che consente a credenti ma anche a tutte le donne e gli uomini di buona volontà di osservare, giudicare e agire (era il motto di Pio XI) di fronte alle molteplici realtà temporali: economia, società, politica.

Come ha scritto su Avvenire padre Paolo Benanti, presidente della commissione sull’intelligenza artificiale del Governo italiano (altra scelta non banale): “[…] La presenza del Santo Padre in Puglia per il G7 in giugno accende un faro di speranza: la voce moralmente autorevole del Pontefice potrà accompagnare questa presa di coscienza globale irrorandola di quei contenuti etici e sociali che formano il cuore della Dottrina sociale della Chiesa. Solo se sapremo addomesticare l’innovazione dell’IA con i guardrail della sussidiarietà e della ricerca del bene comune potremo sperare in un progresso che sappia farsi autentico motore di sviluppo umano”.

La domanda di etica nell’economia e di fronte alla nuova esplosione tecnologica, segno dei tempi, chiama proprio l’Italia a un nuovo protagonismo e in questo senso va letto anche il falso giallo sull’aborto nel testo della dichiarazione finale. Un blitz della Francia per cercare di introdurre un concetto nuovo rispetto alla dizione realmente contenuta nel testo, mantenuta e mutuata dalla precedente dichiarazione di Hiroshima, cioè il nuovo diritto umano fondamentale all’aborto, veicolato dalle logge che sostengono l’attuale presidente francese Emmanuel Macron e che appare addirittura anacronistico mentre la denatalità minaccia gravemente l’economia e il modello di protezione sociale europeo.

La lettura del romanzo “Il Padrone del mondo” di Robert Hugh Benson, consigliata nel discorso del Santo Padre ai “potenti della terra”, dove lo scrittore inglese racconta di un potere mondano che seduce il mondo e si erge a padrone della vita e della morte al posto di Dio – l’impostura dell’anticristo – potrebbe essere la cura alle patologie dell’attuale leadership mondiale, richiamando il potere a servire e non calpestare la vita.



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