Prosegue il dibattito sui caccia del futuro Usa. Il Segretario della Us Air force ha dichiarato che Ngad deve andare avanti, ma vuole abbattere i costi unitari ad un terzo delle proiezioni attuali, concentrandosi sul motore. Boeing alla finestra
Da quando il capo di Stato maggiore della Us Air force, generale David W. Allvin, ha annunciato che il caccia di sesta generazione per l’aeronautica Usa, Next generation air dominance (Ngad), non era più una priorità, negli Stati Uniti è iniziato un susseguirsi di riflessioni in materia. Ovviamente non mancano le voci che sostengono la necessità di continuare a puntare sull’Ngad.
Il Segretario dell’Aeronautica militare a stelle e strisce, Frank Kendall, ha dichiarato che il programma procede bene, ma che, al contempo, si potrebbe dover considerare un motore più piccolo e soluzioni più semplici per contenere il prezzo. Queste soluzioni sarebbero almeno parzialmente contrarie alla raison d’être dell’Ngad: una supremazia tecnologica schiacciante ed un motore molto potente (per un dispiegamento Indo-pacifico) sono essenziali per esercitare la deterrenza rispetto a Pechino. Come dichiarato nel 2023 dal generale Usaf in pensione Richard Moore, “è chiarissimo che per arrivare agli anni Trenta con un’Aviazione in grado di vincere, abbiamo bisogno di un caccia di sesta generazione, e questo è Ngad”. D’altro canto, lo stesso Kendall ha pure ammesso ad Aviation Week che l’Air force si trova a dover fare delle scelte complicate tra i suoi programmi, in linea con le riflessioni del generale Allvin.
In un’intervista esclusiva di DefenseNews al Pentagono, Kendall ha confermato che un Ngad costerà quanto circa 3 F-35 (prezzati tra gli ottanta e i cento milioni di dollari l’uno), ma che l’ambizione dell’Usaf è ridurre drasticamente il prezzo fino al costo degli F-35. Pur considerando l’utilità del programma Ngad per l’Aerospace innovation initiative, Kendall è tornato sulla possibilità di riconsiderare il motore dell’aereo: “stiamo cercando il sistema propulsivo migliore per il rapporto qualità prezzo”. Adesso si parla di un rivoluzionario motore adattivo, cioè capace di cambiare il suo funzionamento a seconda delle necessità del momento (prediligendo velocità o risparmio, per esempio).
Kendall si è pure detto quasi interamente d’accordo con il suo predecessore, Deborah Lee James, in carica dal 2013 al 2017, anni nei quali il programma Ngad venne avviato. Quest’ultima si era espressa su DefenseNews, invitando il Congresso a trovare i fondi, anche a fronte dei progressi cinesi.
Pertanto, sembra difficile che Ngad si fermi qui, ma è possibile che si rivelerà essere un velivolo meno ambizioso di quanto inizialmente preventivato.
L’industria
Considerando i sostanzialissimi investimenti di Ngad, e che l’Usaf deve ancora decidere a chi commissionarne la produzione, l’industria segue molto da vicino la vicenda. Per il motore sono in lizza Pratt & Whitney e General Electric, mentre l’aereo sarà prodotto da Lockheed Martin o Boeing (la situazione si ripete per l’aereo della Us Navy, con l’aggiunta di Northrop Grumman per il design dell’aereo). Non si tratta solo di chi disegnerà il velivolo migliore (Lockheed, grazie all’esperienza di F-22 e F-35, parte in chiaro vantaggio), ma forse anche di assicurarsi che lo sviluppo dei caccia rimanga competitivo. La linea produttiva degli F-18 di Boeing, infatti, è prossima alla chiusura, e l’azienda ha puntato forte sull’Ngad. Cambiamenti sostanziali nel programma rischiano di mettere ancora più in difficoltà il gigante statunitense, già in sofferenza per via dei ripetuti incidenti sui suoi aerei civili.
Il contesto
Nel mondo – oltre al Gcap di Italia, Regno Unito e Giappone – ci sono svariati programmi di caccia di sesta generazione, supercomputer volanti che si collocheranno al centro di sistemi di sistemi, comprendenti droni (semi)autonomi e l’infrastruttura di comando e informativa del Paese di appartenenza. Sempre in Europa, Parigi, Berlino e Madrid stanno sviluppando il Système de combat aérien du futur (Scaf), mentre la Russia lavora sul MiG-41 e la Cina sul J-28. Gli Stati Uniti, invece, progettano addirittura due velivoli, dopo l’esperimento interforze dell’F-35: Ngad (Next generation air dominance) per Aviazione e Esercito, F/A-XX per Marina e Marines.
Le preoccupazioni di Washington sono relative alla mancanza di fondi. Il budget della Difesa Usa, il più grande del mondo, rischia di essere troppo esiguo per fare fronte alle minacce presenti ed assicurarsi la supremazia tecnologica nei decenni a venire. Ecco, quindi, che nascono dubbi su Ngad e F/A-XX. La Us Navy aveva ufficialmente deciso, già a marzo 2024, di posporre il finanziamento di un miliardo di dollari, inizialmente previsto per il proprio F/A-XX per il 2025. Il capo di Stato maggiore della Us Air Force ha poi cambiato le carte in tavola con l’annuncio della non-necessità dell’Ngad.