L’accesso all’acqua potabile è una sfida complessa che richiede soluzioni innovative, investimenti sostenuti e una cooperazione globale. Bisogna lavorare incessantemente per monitorarne la qualità, prevenirne l’inquinamento e supportare politiche di gestione sostenibile delle risorse idriche. Il punto di Stefano Laporta, presidente Ispra e Snpa
L’acqua potabile è un bene essenziale per la vita e la salute di tutti ma la sua disponibilità, qualità e portabilità (cioè la capacità di un sistema idrico di fornire acqua che sia sicura per il consumo umano, priva di contaminanti chimici, biologici e fisici che possano causare malattie) sono distribuite eterogeneamente a livello globale, con situazioni drasticamente diverse nelle diverse regioni del mondo.
Nonostante i progressi tecnologici e gli sforzi internazionali, circa due miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a servizi di acqua potabile gestiti in modo sicuro.
La vera sfida globale è impedire che si combattano guerre per l’acqua o per altre risorse. Oggi, anche a causa dei cambiamenti climatici, non c’è soltanto un problema crescente di scarsità, ma anche la necessità di ottenerla nelle quantità e qualità necessarie.
Occorre pertanto che le infrastrutture, gli investimenti, il monitoraggio consentano di ridurre gli sprechi e contenere il fabbisogno di questa risorsa, e che assicurino che l’acqua sia sicura per la salute umana e gestita in modo razionale e sostenibile.
Le sfide da affrontare e risolvere sono molteplici: l’acqua può essere contaminata da agenti patogeni (batteri, virus, parassiti), prodotti chimici (pesticidi, metalli pesanti) e inquinanti fisici (sedimenti, rifiuti).
La contaminazione può avvenire sia nei corpi idrici da cui l’acqua è prelevata (fiumi, laghi, falde acquifere), sia lungo la rete di distribuzione.
Nei Paesi in via di sviluppo il problema si ha già in termini di mancato controllo e riduzione delle fonti di pressione e mancanza di un monitoraggio mirato a valutarne gli effetti.
Inoltre, in molte regioni, le infrastrutture idriche sono obsolete o inesistenti. In particolare, la mancanza di sistemi di trattamento e distribuzione sicuri ed efficienti, continua a favorire la diffusione di malattie legate alla qualità e contaminazione dell’acqua.
In troppe regioni, la gestione delle risorse idriche risulta insufficiente e inefficace, giungendo a limitare la capacità di fornire acqua potabile sicura e sostenibile sia a livello ambientale che sanitario.
L’aumento delle temperature globali e la conseguente variazione dei sistemi di precipitazione continuano ad avere forte impatto sulla disponibilità e qualità, sulla fruibilità delle risorse idriche e dunque sulla domanda e sui fabbisogni idrici, con impatti devastanti, in talune regioni, non solo sulla disponibilità di acqua destinata al consumo umano, ma anche sulla produzione alimentare o energetica.
Altro effetto di rilievo dei cambiamenti climatici è l’aumento della frequenza degli eventi idrologici estremi, quali siccità e alluvioni, con effetti, tra l’altro, sulla fruibilità dell’acqua, in quanto favoriscono la contaminazione delle riserve idropotabili o l’accesso alle stesse.
Per affrontare queste sfide occorrono investimenti materiali e immateriali, dal breve al lungo termine, in alcuni settori strategici: investire in tecnologie avanzate di trattamento dell’acqua, come la filtrazione, la disinfezione ultravioletta e l’osmosi inversa, può migliorare significativamente la qualità dell’acqua potabile; costruire e mantenere infrastrutture resilienti è essenziale per garantire una fornitura continua e sicura di acqua potabile.
Questo include senza dubbio un ammodernamento e l’eventuale integrazione delle reti idriche esistenti; sensibilizzare le comunità sulla vulnerabilità e protezione delle riserve idropotabili e sulla necessità di pratiche igieniche, contribuisce alla riduzione dei rischi di contaminazione e al miglioramento della salute pubblica; implementare politiche integrate che considerino la gestione sostenibile delle risorse idriche, l’adattamento ai cambiamenti climatici; la cooperazione internazionale può rafforzare la capacità di affrontare la crisi dell’acqua potabile.
In Italia sono state avviate una serie di azioni per migliorare la gestione della risorsa idrica, anche in termini di portabilità.
Tra queste, quelle per ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici e migliorare la capacità di adattamento dei sistemi naturali e sociali, riportate nel Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, il decreto legge Siccità – che prevede disposizioni per contrastare l’aumento del fenomeno della siccità e la riduzione di disponibilità di risorsa idrica – le azioni avviate per implementare il Decreto interministeriale dedicato alla gestione degli invasi e al recupero della capacità di questi di accumulare acqua e aumentarne la disponibilità nei periodi siccitosi, ma, soprattutto sono stati dedicati alla risorsa idrica specifici finanziamenti previsti sia nel Piano operativo ambiente e finanziati con i Fondi per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, sia con alcune misure del Pnrr.
Anche in ambito comunitario, sono state prese una serie di iniziative, ed alcune sono ancora in corso di definizione, per adeguare l’impianto normativo esistente alle nuove sfide per una corretta gestione integrata della risorsa idrica.
In ambito internazionale, le recenti risoluzioni e dichiarazioni della Water conference delle Nazioni Unite, di United nations environment assembly 6, del World water forum e del G7 Ambiente 2024, riconoscono il ruolo preminente delle risorse idriche quale essenziale per la vita e la salute umana e rafforzano la priorità di un accesso equo all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, la promozione dell’uso circolare dell’acqua e di un approccio maggiormente integrato nella gestione delle risorse idriche.
Queste finalità sono state acquisite dalla Coalizione per l’Acqua dei G7, costituita sotto la presidenza italiana del G7 durante la riunione dei ministri dell’Ambiente dei Paesi membri, tenutasi a Venaria Reale ad aprile.
L’accesso all’acqua potabile è una sfida complessa che richiede soluzioni innovative, investimenti sostenuti e una cooperazione globale.
La nostra missione, come Ispra-Snpa, è chiara: lavoriamo incessantemente per monitorare la qualità dell’acqua, prevenire l’inquinamento e supportare politiche di gestione sostenibile delle risorse idriche.
Collaboriamo con governi e istituzioni internazionali per affrontare questa sfida globale, consapevoli che solo attraverso un impegno collettivo possiamo garantire che ogni individuo abbia accesso a questo bene primario, fondamentale per la salute e il benessere delle popolazioni di tutto il mondo.
La portabilità dell’acqua non è solo una questione di infrastrutture, ma di diritti umani, di giustizia sociale e di democrazia.
Analisi pubblicata sulla rivista Formiche 204