Le commissioni Difesa del Parlamento hanno pubblicato il dossier informativo relativo all’acquisto di 24 nuovi Eurofighter, confermando la sostituzione dei velivoli Tranche 1 e fornendo indicazioni finanziarie (7,5 miliardi necessari, solo 690 al momento stanziati). Il ministero, peraltro, gode già dell’autonomia per avviare l’acquisto
Arrivano novità dal Parlamento circa l’acquisto, proposto dal governo, di 24 nuovi Eurofighter Typhoon (corredato dal supporto tecnico-logistico dell’intera flotta), già riportato da Formiche.net. È stato pubblicato, infatti, il dossier esplicativo scritto dal servizio studi della commissione Difesa della Camera dei deputati e dalla Commissione Affari esteri e difesa del Senato della Repubblica.
In primis, si conferma ciò che era ampiamente preventivato: i 24 nuovi velivoli ne sostituiranno (quasi) altrettanti della Tranche 1, entrata in servizio a inizio anni Duemila e prossima al fine vita (2028, secondo l’Aereonautica Militare). Questo si somma alla finalizzazione del pensionamento degli ultimi Tornado, prevista per il 2027. Si tratta, pertanto, di un investimento assolutamente vitale per la sicurezza del Paese e della Nato tutta.
Più interessante il dettaglio circa le coperture finanziarie. “L’onere previsionale complessivo […] è stimato in 7,477,3 milioni di euro, di cui risultano finanziati 690 milioni”. I fondi già disponibili (poco più del 9%) provengono dal budget pluriennale già assegnato al ministero della Difesa, che potrà usarli per avviare in autonomia la prima fase del programma (anche perché il completamento del programma F-2000 era già previsto nel Documento programmatico pluriennale 2023-2025, tramite risorse del ministero dello Sviluppo economico). I restanti 6,8 miliardi di euro dovranno essere finanziati tramite “uno o più decreti integrativi anch’essi sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari”.
Questa prima fase sarà finalizzata all’avvio dell’acquisizione dei 24 velivoli e all’ammodernamento delle tecnologie Eurofighter, qualcosa di valido per tutta la flotta di 95 Typhoon dell’Aeronautica. Pertanto, non solo risoluzione delle obsolescenze , ma pure sviluppo di nuove tecnologie.
Attendendo il voto in commissione Affari esteri e difesa del Senato (che avverrà oggi), la palla passerà alla commissione Tesoro e bilancio della Camera e alla commissione Difesa, che, domani, riferiranno i loro pareri. Non sono previste votazioni e, comunque, il parere della commissione Tesoro non sarà vincolante.
Con un orizzonte di tempo più lungo, il governo potrà procedere con l’acquisto solo con l’approvazione delle commissioni Difesa del Parlamento. Qualora queste lo negassero (o solo una lo facesse), il governo potrà trasmettere nuovamente alle Camere lo schema di decreto, corredato dalle necessarie controdeduzioni. Nel caso in cui dal Parlamento non arrivasse il via libera, da motivarsi con riferimento alla mancata coerenza con quanto previsto dal Dpp vigente, allora il programma non potrà essere adottato. Scenario, quest’ultimo, chiaramente più ipotetico che altro.
Il programma Eurofighter
L’Eurofighter Typhoon, tecnicamente chiamato F-2000A, è un caccia di generazione 4.5, prodotto da una coalizione multinazionale, di cui fa parte l’Italia, e con una marcata sfumatura europeista. Il progetto, infatti, nasce negli anni Ottanta – dopo la positiva collaborazione tra Regno Unito, Italia e Germania per il Panavia Tornado – con l’esplicita ambizione di creare un unico caccia per tutta la Comunità europea. Essendosi i francesi chiamati fuori per produrre autonomamente il Rafale, l’Eurofighter è prodotto da Londra, Berlino, Roma e Madrid, che controllano il consorzio con quote relative agli ordini e agli investimenti nel programma (rispettivamente, 33%, 33%, 21%, 13%). La Svezia, poi, produrrà il suo Gripen.
Si tratta di un velivolo militarmente performante, allora come adesso e, grazie ai suoi numerosi aggiornamenti, assolutamente in grado di fornire il suo contributo fino al 2040. Addirittura, annunciando l’aggiornamento Phase 4, Giancarlo Mezzanatto, amministratore delegato di Eurofighter, ha dichiarato che “il Typhoon, la spina dorsale della difesa aerea europea, proteggerà i nostri cieli fino al 2060”.
Inoltre, essendo questo un programma interamente europeo, la commessa avrà ritorni vantaggiosi. Economicamente parlando, solo in Italia, il programma dà lavoro a più di 20mila persone. Soprattutto, poi, si tratta di un modo per sostenere ed affinare le capacità nazionali in materia, preservando asset strategici e contribuendo a preparare il terreno per il Global combat air programme (Gcap), che inizierà a sostituire il Typhoon già nel 2035.