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TikTok raccoglie e comunica alla Cina dati sensibili degli utenti. La nuova accusa degli Usa

Secondo il dipartimento di Giustizia Usa, il social avrebbe inviato dati sensibili degli utenti statunitensi alla casa madre in Cina. La nota è stata depositata alla corte d’appello federale di Washington, che dovrà stabilire se la legge volta a costringere la vendita dell’applicazione sia o meno conforme alla Costituzione

TikTok ha inviato dati sensibili dei suoi utenti statunitensi ai dipendenti cinesi di ByteDance, la sua società madre. A dirlo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, il quale ha accusato la piattaforma social di sfruttare la sua capacità di raccogliere informazioni in massa sugli utenti sulla base di opinioni su questioni sociali divisive come il controllo delle armi, l’aborto e la religione. Come? In una memoria depositata alla corte d’appello federale di Washington, il Dipartimento di giustizia americano ha spiegato che TikTok e la sua società madre ByteDance con sede a Pechino hanno utilizzato un sistema di suite web interno chiamato Lark per consentire ai dipendenti di TikTok di parlare direttamente con gli ingegneri di ByteDance in Cina.

Le informazioni trasmesse attraverso Lark sarebbero poi state archiviate su server cinesi e accessibili ai dipendenti ByteDance in Cina, secondo i funzionari federali. Uno degli strumenti di ricerca interni di Lark, si legge nel documento, consente ai dipendenti di ByteDance e TikTok negli Stati Uniti e in Cina di raccogliere informazioni sui contenuti o sulle espressioni degli utenti, comprese le opinioni su argomenti delicati, come l’aborto o la religione.

L’anno scorso, il Wall Street Journal ha riferito che TikTok aveva monitorato gli utenti che guardavano contenuti Lgbtq attraverso una dashboard che la società ha dichiarato di aver cancellato. Il Dipartimento di Giustizia ha messo in guardia, in termini severi, dal potenziale di quella che ha definito “manipolazione segreta dei contenuti” da parte del governo cinese, affermando che l’algoritmo potrebbe essere progettato per modellare i contenuti che gli utenti ricevono. “Dirigendo ByteDance o TikTok a manipolare segretamente quell’algoritmo, la Cina potrebbe, ad esempio, promuovere le sue esistenti operazioni di influenza maligna e amplificare i suoi sforzi per minare la fiducia nella nostra democrazia ed esacerbare le divisioni sociali”, si legge nella nota. Insomma, un problema di sicurezza nazionale, lo stesso che ha portato il governo americano a muoversi per limitare la potenza di fuoco della piattaforma.

Secondo una legge firmata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden in aprile, infatti, la società potrebbe essere messa al bando tra pochi mesi se non rompe i legami con ByteDance. La legge, approvata ad aprile, ha chiaramente suscitato la reazione del social cinese, che ha successivamente deciso di muovere causa contro il governo degli Stati Uniti. Quella contenuta nel Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, sarebbe, secondo TikTok, una “violazione senza precedenti” del Primo emendamento della Costituzione, ed è infatti in tribunale che si scioglierà il nodo tra il governo Usa e TikTok.

Allo stesso modo, ha fatto sapere in una nota il portavoce di TikTok Alex Haurek, niente nella nota redatta dal dipartimento di Giustizia “cambia il fatto che la Costituzione è dalla nostra parte”. “Il divieto di TikTok metterebbe a tacere le voci di 170 milioni di americani, violando il primo emendamento. Come abbiamo detto in precedenza, il governo non ha mai presentato prove delle sue affermazioni, nemmeno quando il Congresso ha approvato questa legge incostituzionale. Oggi, ancora una volta, il governo sta compiendo questo passo senza precedenti nascondendosi dietro informazioni segrete. Restiamo fiduciosi che lo faremo prevalere in tribunale”, ha affermato ancora Haurek.


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