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Sostenibilità, resilienza ed efficienza. Come può cambiare la mobilità del futuro secondo Ferrante

Alla luce della sempre più diffusa instabilità internazionale, si è manifestato l’impegno del G7 per diversificare la mobilità e costruire infrastrutture di trasporto resilienti e sostenibili. Conversazione con Tullio Ferrante, sottosegretario per le Infrastrutture e i trasporti

Infrastrutture moderne, sicure ed efficienti per garantire sistemi di trasporto resilienti e sostenibili, è questo l’obiettivo centrale delineato nel corso della riunione dei ministri del G7 Trasporti. Un impegno in cui l’Italia è in prima fila, come spiegato da Tullio Ferrante, sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Una serie di incontri e discussioni in cui sono stati tracciati i futuri orientamenti politici e industriali che guideranno l’Europa e il mondo verso un’era di maggiore connettività e stabilità.

Il G7 dei Trasporti che si è svolto a Milano è stato dedicato al futuro della mobilità di fronte alla crescente instabilità globale. Quali sono i punti centrali emersi dalla riunione?

Con il G7 il nostro Paese ha rafforzato il proprio ruolo nel contesto internazionale, tracciando la rotta dell’impegno dei grandi del mondo per la crescita, la sicurezza, lo sviluppo sostenibile e la tutela dei diritti. Un capitolo centrale è stato dedicato al tema delle infrastrutture e dei trasporti. Con la riunione ministeriale che si è svolta a Milano, i Paesi del G7 hanno ribadito l’importanza di sistemi di trasporto accessibili, efficienti e inclusivi e di catene di approvvigionamento sicure, diversificate e sostenibili. La presidenza italiana ha inoltre voluto affermare la connettività come principio-chiave delle democrazie fondate sul libero mercato, fondamentale per garantire la mobilità sociale e promuovere la produttività economica. Sono questi gli obiettivi che abbiamo delineato per costruire reti e infrastrutture di trasporto più moderne, sicure ed efficienti.

Quali sono gli obiettivi delineati dalla riunione ministeriale per rafforzare il sistema dei trasporti rispetto agli shock esterni, causati da tensioni e cambiamenti climatici?

La riunione ministeriale del G7 a Milano ha dedicato ampio spazio alla resilienza dei sistemi di trasporti alla luce della sempre più diffusa instabilità internazionale. È stata sottolineata la necessità di rendere le infrastrutture fisiche più resistenti agli shock, nonché di migliorarne la capacità di ripresa. Occorre favorire la creazione di sistemi di trasporto che forniscano più alternative per gli spostamenti in caso di eventi avversi, anche legati ai cambiamenti climatici. La diversificazione della mobilità è fondamentale per contribuire a sviluppare la resistenza della rete agli shock e a mitigarne gli effetti. Non bisogna solo puntare sull’efficienza dei trasporti, ma anche sulla loro resilienza. Molto importante è inoltre l’impegno dei Paesi del G7 a ridurre le emissioni di gas serra e a favorire la transizione verso sistemi di trasporto a emissioni zero, integrando ambiente, infrastrutture ed economia.

L’Italia ha ospitato un evento molto complesso sul piano dell’organizzazione, anche logistica. Quali misure sono state messe in campo?

Il G7 è stata anche l’occasione per modernizzare alcune infrastrutture in Puglia, affinché l’Italia fosse pronta ad accogliere al meglio i capi di Stato e di governo delle sette nazioni. Abbiamo approvato un decreto legge ad hoc per attuare le misure infrastrutturali necessarie a garantire la buona riuscita dell’evento, anche sul piano della sicurezza. Per velocizzare gli interventi, abbiamo previsto di applicare la normativa sulla procedura negoziata per gli appalti pubblici aventi a oggetto lavori, servizi e forniture. In particolare, per la realizzazione delle infrastrutture stradali, abbiamo introdotto la possibilità di stipulare contratti direttamente con aziende che hanno già concluso accordi quadro con Anas, snellendo così le procedure ed estendendo l’ambito delle imprese coinvolte. Con questi interventi abbiamo garantito un sistema ottimale di accoglienza e ospitalità ai Paesi del G7, impostando un modello che potrà certamente essere utilizzato nelle prossime occasioni che vedranno l’Italia protagonista della scena internazionale.

È stato anche definito un piano per lo sviluppo delle infrastrutture nelle economie emergenti. Quali sono i punti di questo impegno del G7?

A margine del G7 si è svolto l’evento dedicato alla Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII), che ha riunito i leader dei sette Paesi con il settore privato italiano e statunitense. L’obiettivo è quello di mobilitare 600 miliardi di dollari in investimenti infrastrutturali nelle economie emergenti, oltre alle risorse stanziate dai privati a favore dei settori strategici per la crescita globale. In particolare, il PGII si connette al Piano Mattei e all’impegno dell’Italia nel promuovere lo sviluppo in Africa. Le infrastrutture giocano un ruolo fondamentale per la crescita economica, lo sviluppo sostenibile dei fila per gli aiuti a Kiev. I danni subiti dall’Ucraina sul piano infrastrutturale, nell’ultima stima, ammontavano a 33,6 miliardi di euro. Un quadro di devastazione causato dall’aggressione russa che rafforza ancor di più l’impegno del G7 nel processo di ricostruzione dell’Ucraina. In questo senso è centrale il ruolo delle imprese dei Paesi industrializzati, che possono favorire una ricostruzione in grado di rispondere alla logica di build back better e accelerare la transizione verso un’economia più sostenibile e interconnessa. Inoltre, grazie al ruolo-guida del G7 nella Piattaforma di coordinamento dei donatori potremo dare un contributo essenziale per la rinascita dell’Ucraina. territori e la creazione di nuovi posti di lavoro ed è per questo molto importante l’impegno del G7 nel superare il divario di investimenti nei Paesi a basso e medio reddito creando valore aggiunto per le economie locali.

Il G7 ha affrontato anche il tema del sostegno all’Ucraina. Cosa è emerso sul piano della ricostruzione?

La ricostruzione dell’Ucraina è una priorità della presidenza italiana del G7 e un impegno comune dei Paesi industrializzati. Ad aprile ho partecipato alla sessione speciale Cooperation with Ukraine dei ministri dei Trasporti del G7, svolgendo le conclusioni dei lavori che hanno visto l’Italia in prima fila per gli aiuti a Kiev. I danni subiti dall’Ucraina sul piano infrastrutturale, nell’ultima stima, ammontavano a 33,6 miliardi di euro. Un quadro di devastazione causato dall’aggressione russa che rafforza ancor di più l’impegno del G7 nel processo di ricostruzione dell’Ucraina. In questo senso è centrale il ruolo delle imprese dei Paesi industrializzati, che possono favorire una ricostruzione in grado di rispondere alla logica di build back better e accelerare la transizione verso un’economia più sostenibile e interconnessa. Inoltre, grazie al ruolo-guida del G7 nella Piattaforma di coordinamento dei donatori potremo dare un contributo essenziale per la rinascita dell’Ucraina.


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