Il ministro della Difesa Guido Crosetto nel corso di un’informativa alla Camera ha toccato temi come la deterrenza, la difesa e l’importanza del fianco sud dell’Alleanza, affermando che “la nostra sicurezza dipende anche dalla stabilità nel Mediterraneo e in Africa”. Il ministro ha inoltre sottolineato la necessità di rafforzare la cooperazione con i partner dell’Indo-Pacifico e ha espresso preoccupazioni per la situazione in Medio Oriente, sottolineando l’urgenza di un impegno internazionale efficace
Il Summit Nato tenutosi a Washington dal 9 all’11 luglio scorso ha rappresentato un momento cruciale per l’Alleanza Atlantica, riunendo i leader dei Paesi membri per discutere le sfide di sicurezza contemporanee. Guido Crosetto, ministro della Difesa italiano, ha riportato in dettaglio i risultati del vertice durante la seduta avvenuta oggi alla Camera, sottolineando l’importanza della deterrenza e della difesa, l’impegno italiano e le problematiche legate al fianco sud dell’Alleanza, ponendo l’accento sulle sue osservazioni chiave. In un fuori programma, Crosetto ha anche espresso, con un discorso più breve, preoccupazioni riguardanti il Medio Oriente, evidenziando la complessità della situazione e degli sviluppi recenti.
La deterrenza e la difesa sono una priorità per la Nato
Durante il suo intervento, Crosetto ha ribadito come per 75 anni la sicurezza del continente europeo sia stata garantita dall’Alleanza Atlantica, permettendo ai Paesi membri di concentrarsi sulla ripresa economica e sociale. “L’importanza della Nato lo cogliamo soprattutto ora, che ci troviamo ad affrontare diverse situazioni di crisi,” ha dichiarato il ministro, sottolineando il ruolo cruciale dell’organizzazione nel mantenere la stabilità internazionale.
Il Summit di Washington ha avuto tre sessioni principali. La prima, riservata ai capi di Stato e di Governo della Nato, ha trattato temi generali come la deterrenza, la difesa e il burden sharing. In questa sessione, è stata posta l’attenzione dell’Alleanza verso la Russia, senza trascurare le sfide ibride poste da attori non statuali e i complessi rapporti con la Cina. Sono stati inoltre approfonditi i nuovi piani di difesa dell’area euroatlantica, mettendo in evidenza la necessità di sviluppare capacità militari avanzate e di garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento delle materie prime.
La seconda sessione ha visto la partecipazione di Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea e i vertici delle istituzioni europee. Questa sessione si è focalizzata sull’esigenza di rafforzare il dialogo e la cooperazione tra l’Alleanza Atlantica, l’Unione europea e i partner della regione Indo-Pacifica. Il ministro della Difesa ha evidenziato che “Gli sviluppi nella regione Indo-Pacifica possono influenzare direttamente la nostra sicurezza.” Inoltre, sono stati discussi importanti progetti bandiera nei settori del supporto all’Ucraina, della sicurezza cibernetica e del contrasto alla disinformazione, con particolare attenzione alle minacce poste da Cina, Iran e Corea del Nord.
La terza sessione è stata dedicata alla riunione del Consiglio Nato-Ucraina. Durante questo incontro, gli alleati hanno riaffermato un solido sostegno internazionale a Kyïv. Il concetto di “irreversibilità” è stato introdotto per indicare l’impegno della Nato nel portare avanti il percorso di adesione dell’Ucraina all’Alleanza. Tuttavia, Crosetto ha sottolineato: “Non possiamo permetterci di fare troppi passi avanti, troppo velocemente, per non rischiare un’ulteriore escalation degli eventi, ma la Nato ha voluto mandare un chiaro e forte messaggio alla Russia.” L’Italia ha confermato il fermo sostegno all’Ucraina, con particolare attenzione al rafforzamento delle capacità di difesa aerea.
Il ruolo delle industrie della difesa e la sicurezza delle catene di approvvigionamento
Riguardo proprio a questo ultimo tema, uno degli insegnamenti principali tratti dal conflitto russo-ucraino riguarda l’importanza delle industrie militari e della superiorità tecnologica. Crosetto ha affermato: “È necessario garantire la sicurezza della catena di approvvigionamento delle materie prime e promuovere meccanismi di finanziamento e iniziative di procurement multinazionali”. Questo è essenziale per stimolare l’incremento della produzione e mantenere la superiorità rispetto a Russia, Cina, Iran e Corea del Nord.
Durante il Summit, è stato sottolineato come ventitre Paesi abbiano già raggiunto il parametro del 2% del Pil per le spese di difesa, un requisito visto come imprescindibile per la credibilità e la modernizzazione delle capacità di difesa della Nato. Nonostante il forte volere dell’Italia, Crosetto ha evidenziato le difficoltà dell’Italia nel raggiungere questo obiettivo, a causa dell’alto debito pubblico e delle limitazioni di spesa imposte dall’Unione europea.
Il contributo italiano alla Nato
Andando oltre le difficoltà finanziarie, l’Italia continua a essere un contributore di primo piano per la Nato, soprattutto in termini operativi. “Le nostre truppe, i nostri assetti operativi di terra, di mare e di cielo sono in prima linea su molti fronti dell’Alleanza” ha dichiarato Crosetto. Questo contributo è apprezzato sia quantitativamente che qualitativamente.
Un altro punto cruciale discusso al vertice è stato il rafforzamento della difesa sul fianco est dell’Alleanza, senza però trascurare le minacce provenienti dal fianco sud. La Presidente Giorgia Meloni ha riaffermato l’importanza di un approccio a 360 gradi, considerando il continente africano e la crescente pervasività della presenza russa e cinese.
La questione del fianco sud e il rappresentante speciale
Il tema più sentito e dibattuto da parte dell’Italia, sia durante il Summit che nei giorni precedenti e successivi, è senza dubbio la questione del Fianco Sud e l’invito a nominare un italiano come rappresentante speciale. Come ricordato da Crosetto elogiando i governi precedenti, l’Italia ha sempre promosso una maggiore attenzione verso il fianco sud della Nato, ma spesso senza ottenere adeguata priorità dai partner e alleati. Nel vertice di Vilnius del 2023, l’Italia è riuscita a far approvare l’istituzione di un gruppo di esperti per il sud, i cui risultati sono stati presentati a Washington. Questo gruppo ha raccomandato l’adozione di un piano d’azione per il sud e l’istituzione di un rappresentante speciale dedicato all’area.
Tuttavia, Crosetto ha espresso delusione per la nomina del rappresentante speciale da parte del segretario generale Jens Stoltenberg, affidata a un funzionario, di nazionalità spagnola, già incaricato di altri compiti. “Questo ha di fatto svuotato l’obiettivo politico che si intendeva perseguire,” ha affermato il Ministro, sottolineando l’importanza di una figura dedicata esclusivamente al fianco sud che possa interamente operare sull’urgenza della questione. Crosetto ricorda che l’attenzione ai problemi del continente africano, non è un problema di sicurezza solo mediterraneo, ma è una condizione che affligge anche l’Europa e tutta la sfera mondiale. Una condizione che deve essere prioritizzata al massino.
Le preoccupazioni per il Medio Oriente
In chiusura del suo intervento sulla Nato, Crosetto ha anche toccato il delicato tema del Medio Oriente, in particolare la situazione tra Libano e Israele. L’attacco missilistico del 27 luglio contro la cittadina drusa israeliana di Majdal Shams ha provocato morti e feriti, aumentando la tensione nella regione. “La preoccupazione del Governo italiano per la situazione in Libano è sempre stata elevata”, il Ministro ha sottolineato la necessità di rafforzare le forze armate libanesi per costituire un’alternativa a Hezbollah e sensibilizzare le Nazioni Unite per garantire la piena applicazione della risoluzione 1701. Ha inoltre evidenziato l’importanza della missione Unifil e della sicurezza dei militari italiani impiegati nella regione.