Nonostante la decina di partiti che hanno una rappresentanza parlamentare è mai possibile che si riduca tutto allo schema “amico/nemico” incarnato da Meloni/Schlein, quasi fossimo in presenza di un bipartitismo perfetto? Nossignori, non siamo in un contesto di bipartitismo. La rubrica di Pino Pisicchio
Le ragazze del volley sono l’argomento politico del giorno. Consapevoli o meno del ruolo da loro avuto in questa porzione di estate dagli anticicloni africani accaniti assai – ma giurerei sulla consapevolezza piuttosto che no – questo meraviglioso team multietnico e femminile ha in un amen ficcato un rospo in gola al solito Vannacci, tirato su il morale un po’ malconcio agli italiani sportivi da televisione, cancellato le umiliazioni dei colleghi giocatori di calcio dalle pagatissime quanto incapaci gambette, costretto quelli che storcono il naso quando vedono un italiano nero, giallo, o biondo col cognome che finisce con una consonante, a battere le manine gridando forza Italia (non nel senso berlusconiano, s’intende). Direi che siamo nella maieutica politica, altro che. L’augurio è che presto le folle degli stadi (sempre meno affollati, in verità) prendano a spostarsi verso le palestre del volley.
Ma sotto l’ombrellone il dibattito ferve e lo scivolamento dalle Olimpiadi alla Meloni e alla Schlein è facile. Una signora dall’aspetto gentile in costume blu intero – una delle rare in una spiaggia dedita al culto del brasilero, evoluzione del tanga, a prescindere dalla compatibilità di esso con il contenente – scatta come una tigrotta cui abbiano molestato il neonato non appena un signore di una certa dice una sua. Il signore, che è ornato di Panama e occhiali da sole, commenta ironicamente il fatto che la presidente Meloni sia stata costretta a congratularsi con la squadra, reputando che Giorgia abbia sofferto tanto. Apriti cielo! L’ondina-tigrotta gliele racconta di santa ragione, seguendo il leit motiv del: “Ecco siccome non sapete che cosa dire di Meloni, che sta governando bene e la televisione ce lo racconta ogni giorno, la buttate sempre in caciara! Basta con la storia del fascismo e le altre balle! E Schlein allora, che è e resta comunista e per di più va facendo la madrina del pride? Tacete pietosamente?”, e giù gragnuolate d’improperi su questo tenore. S’apre un dibattito ma non si fa un passo avanti: da un lato si manifestano i supporters della sinistra, dall’altro quelli della destra, con argomenti che attingono al pozzo di San Patrizio della banalizzazione della politica promossa via social.
Dopo poco scelgo il rimedio del mare che in questo pezzo di Ionio pugliese è particolarmente generoso e cristallino. Ma rifletto su qualcosa che sfuggiva e non capivo cosa fosse. E finalmente capisco: il signor Panama non aveva manifestato in nessun modo una propensione politica, così come l’ondina-tigrotta. Entrambi, però, si erano immediatamente accomodati nello schema duale “destra/sinistra” senza neanche domandarsi se vi fosse una diversa possibilità di approccio. Si dirà che in fondo è così, non essendoci un centro politico riconoscibile o qualcosa del genere. Ma il punto è un altro: nonostante la decina di partiti che hanno una rappresentanza parlamentare è mai possibile che si riduca tutto allo schema “amico/nemico” incarnato da Meloni/Schlein, quasi fossimo in presenza di un bipartitismo perfetto? Nossignori, non siamo in un contesto di bipartitismo, ma agisce il principio duale dell’algoritmo che ormai governa il nostro quotidiano e dunque anche la politica. Troppo complicato ragionare, riflettere, confrontarsi con culture e filosofie: lo schema prevede “o di qua o di là”. È l’algoritmo del digitale, bellezza, così tutto diventa più semplice. E si sa: essendo l’uomo un risparmiatore cognitivo bisogna vendere il prodotto solo creando l’emozione, non il ragionamento.
A proposito di emozioni: godiamoci questa vittoria delle nuove italiane del Volley. Chissà se la loro maieutica sarà più forte dell’algoritmo. Intanto buon ferragosto!