La fiera di armamenti “Army-2024” in Russia ha visto la partecipazione di 83 nazioni, ma solo pochi Paesi, tra cui Iran, Bielorussia, India e Cina, hanno esposto tecnologia militare. L’esposizione, che si conclude oggi, lascia dietro di sé una serie di interrogativi sulla crescente alleanza tra Russia e Iran e sulle ripercussioni che questa potrebbe avere sugli equilibri internazionali
In un contesto internazionale sempre più polarizzato, la Russia ha inaugurato la mostra di armamenti “Army-2024” nei pressi di Mosca, un evento che ha visto la partecipazione di delegazioni provenienti da 83 nazioni. Tuttavia, solo un ristretto numero di Paesi, oltre alla Russia, ha scelto di esporre la propria tecnologia militare: Bielorussia, India, Cina e, non da meno, l’Iran. Quest’ultimo, in particolare, sta emergendo come un partner sempre più strategico per il Cremlino, nonostante l’isolamento imposto dall’Occidente.
L’Iran ha presentato i suoi prodotti in uno spazio espositivo dedicato, mettendo in risalto il drone Mohajer-10, un velivolo a lungo raggio che Teheran descrive come uno dei più avanzati della sua flotta di veicoli aerei senza pilota. Il Mohajer-10, che ricorda nella forma il drone Reaper di fabbricazione statunitense, è stato presentato per la prima volta nel 2023 durante un’esposizione in Iran. Secondo le dichiarazioni ufficiali, è capace di volare fino a 7.600 metri di altitudine, con un’autonomia di 1700 km e una durata di volo di 24 ore, caratteristiche che lo rendono particolarmente versatile per operazioni prolungate.
Durante la fiera, il diplomatico iraniano a Mosca, Kazem Jalali, ha sottolineato il progresso tecnologico del suo Paese, affermando che molti visitatori internazionali invidiano i risultati raggiunti dall’Iran. Jalali ha inoltre affermato che la cooperazione militare tra Iran e Russia non è diretta contro nessun altro Paese o regione, una dichiarazione che potrebbe sollevare preoccupazioni soprattutto a Kyiv, data la documentata presenza di droni iraniani in Ucraina. Infatti, le prove fornite dai Paesi occidentali indicano l’utilizzo da parte della Russia di droni iraniani, specialmente della famiglia Shahed, per colpire obiettivi sia militari che civili in Ucraina.
L’Iran non si è limitato a mostrare solo droni alla fiera russa, ma ha anche esposto radar e sistemi di guerra elettronica, consolidando ulteriormente la sua immagine di fornitore di soluzioni militari economicamente accessibili ma efficaci. Il recente attacco con droni e missili contro Israele, lanciato dall’Iran in aprile in risposta alla presunta uccisione da parte di Israele di ufficiali militari iraniani in Siria, è stato visto come una dimostrazione della capacità operativa di questi sistemi, anche se l’efficacia dell’attacco in sé è stata messa in discussione dagli esperti.
La crescente collaborazione tra Iran e Russia, e l’incremento delle esportazioni di armamenti da parte di Mosca verso il Medio Oriente, rappresentano un’evoluzione significativa nel panorama geopolitico. Secondo il Ceo di Rosoboronexport, principale esportatore di armamenti della Russia, il Medio Oriente rappresenta ormai la metà degli ordini di esportazione della compagnia, con una domanda crescente per sistemi di difesa aerea, droni e piattaforme navali.
Mentre la fiera volge al termine, il Medio Oriente rimane in una situazione di alta tensione, con molti Paesi che osservano con apprensione le possibili reazioni dell’Iran e del suo alleato libanese Hezbollah, dopo i presunti attacchi israeliani a Beirut e Teheran avvenuti circa due settimane fa. In questo contesto, lunedì scorso, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta esortando l’Iran a ridurre le minacce di attacco militare contro Israele e avvertendo delle gravi conseguenze che un simile conflitto potrebbe avere sulla sicurezza regionale.