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I soldi del Pnrr vanno più al Nord che al Sud. Lo studio

Di Idiano D'Adamo e Edouard Nicolas Rossi

Un’analisi recente sulla distribuzione regionale dei fondi  mostra differenze tra i diversi territori. Il Made in Italy ha l’obiettivo di rafforzare le sinergie territoriali e deve essere ispirato da un principio di fratellanza. L’analisi di Idiano D’Adamo (Sapienza Università di Roma) e Edouard Nicolas Rossi

Il Next Generation Eu è concepito non solo come piano di rilancio, ma come catalizzatore di tecnologie verdi e attività sostenibili. L’Italia è il principale beneficiario di questi fondi e il Pnrr prevede non solo sovvenzioni, ma anche una quota molto significativa di prestiti che dovranno essere restituiti all’EU. A Luglio 2024, la Commissione europea ha approvato il pagamento della quinta rata del Pnrr. Il ministro Raffaele Fitto, profondo conoscitore dei dossier europei, ha sottolineato che occorre una verifica puntuale, a campione, dei singoli interventi realizzati, per verificarne la fase di attuazione e di avanzamento.

Nell’ambito di un progetto di ricerca scientifico, ad inizio agosto sono state esaminate oltre 300 mila misure e sotto misure da open datasets disponibili per comprendere come saranno distribuiti i 194,4 miliardi del Pnrr. Le analisi dei dati, di prossima pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale Sustainable Development, evidenziano che 55,5 miliardi sono destinati alla missione Rivoluzione verde e transizione ecologica. Inoltre, la scomposizione a livello degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) sottolinea che la metà dei fondi concerne due specifici obiettivi: Sdg 9 (imprese, innovazione e infrastrutture) con 57,2 miliardi e Sdg 7 (Energia pulita e accessibile) con 47 miliardi.

Escludendo una quota di 11,1 miliardi destinati ai progetti di portata nazionale, sono poi suddivisi i fondi a livello regionale. La Lombardia primeggia con 23,4 miliardi precedendo Campania (18,1 miliardi) e Lazio (15,9 miliardi), ovvero le tre regioni con il maggior numero di abitanti. Gli investimenti più ingenti sono tutti riferiti a progetti per Sdg 9: 8,6 miliardi per la Lombardia e 7,6 miliardi per la Campania e il Piemonte. Il Pnrr dovrebbe mirare a ridurre il divario Nord-Sud e dai dati estrapolati il Sud, comprese le Isole, riceve 70,31 miliardi, un valore inferiore a quello del Nord (in particolare l’Ovest) che ha 81,01 miliardi. A completare il quadro troviamo il Centro Italia con 32,11 miliardi. Quindi il Nord intercetta il 44,2% dei fondi, mentre il Sud si ferma a 38,3%.

È stata svolta poi un’analisi per capita considerando che il Nord presenta 27,5 milioni di cittadini, un valore quasi un terzo maggiore rispetto a quelli del Sud con 19,8 milioni. A completare il Centro con 11,7 milioni. Emerge che un cittadino del Nord in media riceve 2930, meno rispetto a quello del Sud (3470), ma più rispetto a quello del Centro (2739). A livello regionale prevale il Molise rispetto a Valle d’Aosta, Liguria e Basilicata. Quindi escludendo la Liguria, queste sono le regioni meno densamente popolate. Il focus si è poi focalizzato sui due Sdg che hanno intercettato la maggior parte dei fondi Pnrr: la Liguria primeggia nel Sdg 9, che vede Abruzzo ed Emilia Romagna occupare le ultime due posizioni; invece, il Molise primeggia nel Sdg 7 con i minori fondi assegnati a Lazio e Liguria.

Infine si è ritenuto opportuno confrontare l’allocazione dei fondi Pnrr con le performance attuali in termini di Sdg Tra le regioni meridionali, il Molise, ma anche la Basilicata, la Calabria e la Sicilia hanno ricevuto sostegni economici per contrastare la situazione attuale. Invece la Puglia e soprattutto l’Abruzzo, hanno ricevuto meno fondi Pnrr rispetto alla mediana delle regioni, che registra un valore di 3177 per capita.

Un modello pragmatico di sostenibilità mira a sostenere uno sviluppo economico e territoriale a condizione che vi sia una condizione di fratellanza tra tutte le regioni italiane per favorire una strategia improntata al Made in Italy, che è al centro dell’agenda del governo Giorgia Meloni e delle iniziative quotidiane attuate dal Ministro Adolfo Urso e dal sottosegretario Fausta Bergamotto. Questa strategia di differenziazione è il fattore abilitante per aumentare la competitività in un mercato globale e digitale.

Le parole di San Giovanni Paolo II del 1994 sono un faro che illumina la nostra strada futura: “L’Italia come nazione ha moltissimo da offrire a tutta l’Europa. Le tendenze che oggi mirano ad indebolire l’Italia sono negative per l’Europa stessa e nascono anche sullo sfondo della negazione del cristianesimo”. Diamo fiducia ai giovani!!!

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