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Fitto, da un grande avvenire dietro le spalle a un grande avvenire davanti agli occhi

La straordinaria rinascita di Raffaele Fitto, che dopo due sconfitte alle regionali pugliesi, ha iniziato a tessere una tela che lo ha portato sull’Olimpo europeo. Il commento di Giuseppe De Tomaso

Chissà come sarebbe felice oggi Salvatore Fitto, presidente della Regione Puglia dal 1985 al 1988, nel vedere il proprio figliolo Raffaele sull’Olimpo dell’Unione Europea. La carriera di Salvatore, per gli amici Totò, venne stroncata a soli 47 anni da un micidiale incidente stradale in cui perse la vita anche il fidatissimo autista Lorenzo Capodiferro. Pure Fitto senior aveva l’Europa nel cuore, e nel cervello. Ragionava guardando a Bruxelles anche quando molti suoi colleghi facevano fatica ad allargare lo sguardo al di là del cortile di casa.

Probabilmente Raffaele Fitto non immaginava, solo pochi anni addietro, di approdare nella stanza dei bottoni che governa l’Unione. Di sicuro, però, era più che attento alle questioni comunitarie e alle vicende internazionali. Il che ha fatto sì che Giorgia Meloni si affidasse proprio a lui nel preparare il suo ingresso nei cenacoli che contano nel Vecchio Continente. E Fitto, lo attestano tutti, si è rivelato fondamentale nel predisporre e ottenere lo sdoganamento della premier presso le cancellerie più influenti. Ergo, non poteva che toccare a lui la promozione a commissario europeo. La presidente del Consiglio ha tergiversato solo un pochino, nel timore che il salto fittiano nella squadra di Ursula von der Leyen lasciasse un vuoto incolmabile nella squadra di governo romana, dove sul ministro salentino confluiva un fiume di deleghe che si fa fatica ad elencarle. Ma poi la premier ha fatto qualche conto e ha preso atto che nel confronto tra costi e benefìci, quest’ultimi, per lei, superavano di gran lunga i primi.

E pensare che soltanto qualche anno addietro la stella di Fitto pareva essersi oscurata irrimediabilmente. La rottura con Silvio Berlusconi non era stata indolore. I rapporti con Matteo Salvini, polo di attrazione per parecchi fittiani pugliesi in ambasce, erano metà burrascosi metà sospettosi. Insomma. E anche quando il ragazzo di Maglie che ventenne aveva sbaragliato il campo elettorale, all’indomani della morte del padre, optò, decenni dopo, per Fratelli d’Italia, non furono in tanti a pronosticargli un avvenire di successi e soddisfazioni. Certo, il rapporto di amicizia con Giorgia, cementatosi nelle stanze di Palazzo Chigi tra il 2008 e il 2011, era più solido del granito, ma i numeri elettorali di Fdi erano quelli che erano, addirittura al di sotto della fatidica soglia del 4 per cento. Ergo… Invece, mai scelta, per Fitto, si rivelerà più azzeccata.

Passo dopo passo, Meloni ha conquistato posizioni su posizioni, e anche la sua fiducia nei confronti dell’amico Raffaele si è vieppiù irrobustita, tanto da costituire i due la coppia politicamente più affiatata in Europa. Del resto solo un democristiano doc come Fitto poteva presentare, nell’attuale centrodestra, un curriculum ineccepibile per i canoni comunitari. Moderato, stimato anche dal centrosinistra, concentrato sui dossier, conoscitore dei meccanismi e degli ingranaggi che legano decisioni europee, nazionali e regionali, giorno dopo giorno Raffaele Fitto ha messo insieme una tela di competenze e di contatti così vasta da trasformarlo in una specie di candidato unico per la commissione esecutiva europea.

Sono lontani i tempi della sua seconda bruciante sconfitta (2020) ad opera di Michele Emiliano nelle regionali in Puglia. Sono preistoria i tempi della precedente sconfitta (2005) ad opera di Nichi Vendola. La gestione del Pnrr gli ha sicuramente giovato, così come gli ha giovato, per l’alloro europeo, la refrattarietà all’ esibizionismo e al palcoscenico, roba che di questi tempi è più rara della pioggia. Insomma. Da un grande avvenire dietro le spalle Fitto e’ passato a un grande avvenire davanti agli occhi. Già. Perché quando si occupano cariche istituzionali di tal guisa, specie in Europa, cioè al di fuori dei quadrilateri capitolini, nulla in prospettiva può essere precluso, neppure il Colle più agognato d’Italia.



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