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A cosa serve il nuovo pattugliatore extra large della guardia costiera giapponese

Di Riccardo Leoni

Tokyo annuncia la costruzione della nave più grande mai vista per la sua Guardia costiera. Stazza, capacità di carico e di coordinamento gli elementi fondamentali del nuovo vascello che guarda all’eventualità di dover evacuare le isole su cui la Cina avanza pretese

La Guardia costiera giapponese (Jcg) ha annunciato che costruirà una nuova nave multiruolo di grosso tonnellaggio. Il nuovo pattugliatore misurerà 200 metri in lunghezza e arriverà a pesare 30mila tonnellate,  fungendo da vera e propria base navale mobile. Per fare un confronto, attualmente la nave più grande della Guardia costiera giapponese arriva a misurare 150 metri e a dislocare circa 6500 tonnellate: il nuovo pattugliatore avrà una stazza di quasi cinque volte superiore. La nave sarà in grado di ospitare imbarcazioni minori, veicoli terrestri e anche tre elicotteri. Potrà svolgere incarichi di soccorso alla popolazione in casi di emergenza, come disastri naturali o nucleari, e ospitare tra le 1000 e le 1500 persone. Non si prevede l’installazione di armamenti, confermando l’intenzione di rendere la nuova nave una base logistica mobile, dedita al trasporto e al coordinamento più che all’ingaggio attivo di obiettivi. Il costo stimato per la costruzione è di 68 miliardi di yen (circa 210 milioni di euro).

Un mare sempre più conteso

La decisione di investire su mezzi dal grande potenziale logistico arriva a poca distanza dall’annuncio del governo di star lavorando a piani di evacuazione per i civili che risiedono nelle isole meridionali del Giappone, nell’eventualità di un confronto militare con la Cina, sia esso su Taiwan o sulle isole Senkaku (nipponiche, ma rivendicate da Pechino). L’intraprendenza della Cina e della sua Guardia costiera (che appena pochi giorni fa ha speronato una nave filippina) nel mar Cinese Orientale è andata man mano aumentando negli ultimi anni, portando gli Stati rivieraschi a considerare piani di contingenza in caso di un aggravamento della situazione securitaria. Rimangono ancora dubbi sull’effettiva capacità materiale della Guardia costiera giapponese di riuscire a portare a compimento simili operazioni di evacuazione, per quanto queste accelerazioni confermino la volontà di aumentare la capacità di trasporto. 

Il “riarmo” giapponese 

Benché l’articolo 9 della sua Costituzione impedisca al Giappone di disporre di proprie Forze armate, la recente caduta del veto di Washington sull’effettivo riarmo di Tokyo ha già iniziato a dare i suoi frutti. Dal 2022, con l’iniziale stanziamento straordinario di 320 miliardi di dollari, il Giappone ha iniziato a rinnovare le dotazioni delle sue Forze armate, concentrandosi principalmente sulla Marina e la Guardia costiera, in ottica anti-cinese. Similmente a come ha fatto la Cina, concentrandosi sul potenziamento della Guardia costiera (grande il doppio di quella nipponica), Tokyo punta a essere in grado di sostenere uno scontro in aree litoranee contese, oltre ad aggirare le limitazioni sulle Forze armate. Il Giappone costituisce un fondamentale tassello del mosaico di alleati (Australia, Corea del Sud, Filippine, India) che gli Stati Uniti hanno creato come bastione anti-cinese. Le acque del Pacifico occidentale si fanno sempre più affollate, e sempre più calde.

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