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Lezioni italiane. Portaerei giapponesi sul modello del Cavour

Di Riccardo Leoni

Le manovre congiunte Italia-Giappone costituiscono una preziosa lezione per Tokyo, che guarda agli sviluppi effettuati dalla portaerei Cavour relativamente agli F-35 per ammodernare anche le due portaeromobili Izumo e Kaga

La visita di nave Cavour in Giappone non è stata solo un esercizio di naval diplomacy, almeno per le Forze marittime di autodifesa nipponiche (Jmsdf). Le esercitazioni congiunte tra il Carrier strike group italiano (che conta, oltre all’ammiraglia, anche la fregata Alpino) e le Jmsdf si sono incentrate sulla conduzione di operazioni expeditionary, aeree e anti-sottomarino (Asw), oltre che sull’incremento dell’interoperabilità, come peraltro testimoniato dalla presenza di assetti navali statunitensi, tedeschi e francesi. 

Tuttavia, l’interazione con la portaerei italiana era, con tutta probabilità, quella che più interessava ai militari nipponici. Il Paese del Sol Levante guarda con grande attenzione ai progressi fatti dalla Marina militare italiana nel campo dei velivoli a decollo corto e atterraggio verticale (Stovl), prendendo appunti e traendo insegnamenti per il suo programma di trasformazione delle due portaelicotteri di classe Izumo in piattaforme in grado di operare l’F-35B. L’Italia è infatti il terzo Paese al mondo a operare il caccia multiruolo di quinta generazione nella sua versione imbarcata, oltre a Stati Uniti e Regno Unito, e le caratteristiche di nave Cavour ben si prestano al confronto con i vascelli giapponesi. Diversamente dalle marine anglosassoni, che dispongono di portaerei più grandi, le Izumo e il Cavour condividono un ponte di volo ridotto e l’assenza di catapulte per il lancio degli aerei, il che rende imprescindibile l’utilizzo di velivoli Stovl per condurre operazioni con mezzi ad ala fissa in mezzo al mare. 

I piani per le “non-portaerei” del Giappone

Dal 2019 il Giappone ha avviato, sotto gli auspici di Washington, un programma di ammodernamento e aggiornamento delle forze di autodifesa, con particolare attenzione per le capacità navali, cruciali in caso di conflitto con la Cina. Il piano prevede, tra le altre cose, i lavori sulle sue due portaelicotteri (Izumo e Kaga) per abilitarle all’imbarco dei mezzi Stovl, il cui primo lotto di sei esemplari dovrebbe essere consegnato a fine anno. L’Izumo ha completato la prima fase dei lavori di ammodernamento del ponte di volo nel 2021 e ha già visto l’appontaggio di un F-35B dei Marines Usa, con il termine della seconda fase prevista entro il 2026. Complessivamente, le due navi dovrebbero essere pronte a iniziare i test per il brevetto di utilizzo del caccia di quinta generazione per la fine del 2027. Nel frattempo, nave Cavour (con i suoi 244 metri di lunghezza, vicini ai 248 delle navi giapponesi) rappresenta il miglior paragone possibile per trarre lezioni circa l’accomodamento, la manutenzione e la conduzione delle operazioni di volo.

Il fatto che il Giappone, dopo 75 anni in cui la Costituzione pacifista ha impedito di possedere armi offensive (incluse le portaerei), stia accelerando sul piano delle capacità aeronavali ha fatto alzare diversi sopraccigli, non ultimi quelli cinesi. Le proteste nei confronti di questi ammodernamenti sono state intercettate da funzionari giapponesi e americani, i quali hanno garantito che le navi, seppur ammodernate, mantengono la loro natura di strumenti difensivi e che pertanto l’articolo 9 della Costituzione non è stato violato. L’argomentazione rende l’idea di quanto Washington abbia mutato il proprio atteggiamento nei confronti di Tokyo, accettando (se non addirittura incoraggiando) il riarmo giapponese in ottica anti-cinese. L’aggiunta di ben due portaeromobili in grado di operare mezzi avanzati in un teatro operativo, quello dell’Indo-Pacifico accresce il dispositivo navale di deterrenza verso Pechino, con un occhio particolare da parte di Tokyo sulla sicurezza delle sue isole Senkaku.

Roma nel Pacifico

L’Italia, in osservanza alla dottrina del Mediterraneo allargato, ha gradualmente aumentato il livello delle relazioni con l’estremo Oriente, dimostrando la sua intenzione di perseguire la difesa delle rotte commerciali verso Suez (vitali per il commercio) e del principio della libertà di navigazione. L’impegno italiano, comprensivo anche della partecipazione alle esercitazioni militari nel Pacifico come Rimpac e Pitch black, nonché il viaggio intorno al mondo di nave Vespucci, manifestano l’impegno attivo di Roma a rafforzare i legami con alleati e partner. La visita in Giappone si inscrive inoltre nella più ampia collaborazione tra Roma e Tokyo (e Londra) sul programma Gcap, progetto-chiave per lo sviluppo del caccia di sesta generazione. Dunque, relazioni bilaterali, esercitazioni congiunte e programmi di sviluppo tecnologico comuni accompagnano la missione del Cavour verso Est, mentre altri assetti della Marina partecipano alla missione Aspides nel mar Rosso.

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